Agricoltura, Di Gioia si dimette di nuovo. Sarà un bene per l’Emiliano agricolo?

by redazione

Proprio mentre il Governatore Michele Emiliano stava costruendo il town meeting per mettere in piedi il sistema della partecipazione della Regione Puglia, attraverso il quale ogni sindaco del territorio potrà dare risposte e avanzare domande strategiche sulle prassi da presentare in Puglia, l’assessore all’Agricoltura Leo Di Gioia si dimette per la seconda volta dal suo ruolo per evidenti rimostranze sulle nomine di due subcommissari in Arif, la potente agenzia della forestazione, da cui da sempre nel Meridione passano assunzioni e clientele.

Tutto questo mentre a Roma il Ministro Gianmarco Centinaio per decreto ha istituito, proprio oggi, il tavolo di concertazione del Settore forestale al fine di studiare, approfondire e proporre strategie coordinate finalizzate a fornire eventuali idonei strumenti di intervento per consentire il rilancio del settore forestale in coerenza con la normativa comunitaria e nazionale nelle more dell’adeguamento della struttura ministeriale per effetto di quanto stabilito dal D.P.C.M. 8 febbraio 2019, n. 25.

Tutto questo avviene, mentre un artista del calibro di Vinicio Capossela, targa Tenco 2019, annuncia per il 13 luglio a Tiggiano, in un territorio che sta diventando un deserto di desolazione e nostalgia, il suo concerto tra gli ulivi “Planctum per alberi uomini e bestie” per sensibilizzare sul tema della Xylella Fastidiosa.

Con i proventi della serata “continueremo a lavorare sul campo, innestando sempre più ulivi secolari”, spiegano gli attivisti dell’associazione “Save the olives”.

In questi anni l’agricoltura pugliese, che rischia di dover restituire all’Europa i fondi del Psr a causa dei ricorsi che ne hanno bloccato l’erogazione, ha vissuto un disallineamento tra ciò che è e ciò che le burocrazie fameliche pensano che sia.

Con i De Vita per la mietitura a Castelnuovo

Da una parte le pratiche, gli uffici dei professionisti, le consulenze, i tanti giovani inesperti che hanno ingrossato l’assessorato con i loro contratti sul Psr, che sono il simbolo di una visione globale e capitalista della bioeconomia che produce una filiera lunga insieme a processi di deterritorializzazione; dall’altra l’agricoltura di acqua, terra e fatica, fatta di conflittualità locale sui prezzi e sulla qualità dei prodotti e di un dissidio sempre più forte tra capitale e lavoro, con processi di accentramento delle terre nelle mani di chi dispone di immense risorse economiche e che pure continua a sfruttare la manovalanza, tra caporali e casolari senza luce in cui insaccare e stipare i lavoratori migranti.

L’assessore Di Gioia non si è mai visto nei campi, appartiene al mondo delle pratiche e dei contributi e non a quello delle conquiste sulle filiere, dei risultati conquistati sugli ettari terrieri, tra innovazione e rischio.

È anche per questo che negli ultimi tempi si è assistito ad un Emiliano sempre più agricolo. Lo si è visto a piantare olivi, a mietere il grano. Per riconnettersi con un settore, che è il fondamento di un pezzo della regione.

La Puglia, dall’immaginario cinematografico di luce ormai consolidato e dalla lunga costa che è parte integrante dell’immagine che i turisti hanno dentro di sé prima del viaggio, è una regione che affascina per le sue bellezze culturali e per il suo paesaggio, per le sue masserie e per i suoi poderi. L’agricoltura non può ridursi ad un affaire di nomine e di assetti di sottogoverno. O di balletti politicistici del “mi dimetto o non mi dimetto”.

Va amata in campagna, nella tradizione secolare delle sue piante e delle sue pratiche, accanto a chi la rende grande nel mondo.

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