L’ AgroInnovatio Award premia Diego Zullo e il suo studio sull’accettabilità sociale del riutilizzo delle acque reflue

by Federica Carretta

La salvaguardia del pianeta è uno dei temi più discussi degli ultimi tempi. Basti pensare alla causa perorata con tenacia dalla quindicenne svedese Greta Thunberg che ha tenuto testa ai leader mondiali riuniti per la COP24, la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, a Katowice, in Polonia. Quando si parla di riciclo, la mente corre ai rifiuti solidi, al loro smistamento e riutilizzo.

Ma quanto ne sappiamo, invece, dei rifiuti liquidi? Bonculture ha intervistato Diego Zullo, un giovane e brillante neolaureato in Scienze e Tecnologie Agrarie che, con la sua Tesi di laurea ha affrontato il tema delle acque reflue (lavoro che, peraltro, gli è valso il prestigioso riconoscimento istituito da Image Line in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. Il suo progetto sarà pubblicato sul sito https://agroinnovationedu.imagelinenetwork.com/it/award/descrizione/ il 5 aprile c.a.).

Diego, originario di Lucera, si dice molto legato al suo territorio che – per il momento – non ha intenzione di lasciare.

“Il mio lavoro di tesi magistrale affonda le sue radici in quello triennale. Ho cominciato con un progetto riguardante sempre la gestione delle risorse idriche. Non nascondo la mia iniziale titubanza: può sembrare un argomento banale, ma è in realtà molto complesso. Una difficoltà che sinceramente mi ha spiazzato; tuttavia, grazie alla mia attività di tirocinio (al Consorzio per la Bonifica in Capitanata) espletata durante il corso di studi triennale, mi sono appassionato all’argomento. Ed è a partire da questo momento che ho gettato le basi per il lavoro di Tesi magistrale”.

L’argomento principale del lavoro di Diego è l’accettabilità sociale del riutilizzo delle acque reflue.

“Il problema della Capitanata è la mal distribuzione della disponibilità idrica: ci sono periodi in cui è tracotante e altri in cui c’è siccità. Basti pensare alle temperature elevante dello scorso anno, in cui si sono registrati picchi di trenta gradi già a partire da aprile. Quindi, uno dei miei obiettivi, era proprio cercare di andare in fondo al problema: perché, nonostante tutte queste difficoltà, gli agricoltori non utilizzano le acque reflue? Quando parliamo di questa tipologia di acque, ci riferiamo principalmente a quelle che provengono dagli scarichi domestici e di quelle di rifiuto industriale. Dal punto di vista legislativo, ci sono dei parametri fondamentali da rispettare: l’acqua, anche prima di essere rilasciata in mare, deve essere per forza depurata. Allora, mi sono chiesto: perché, se questo processo costoso deve avere luogo in ogni caso, non riciclare le acque reflue? Si potrebbero addirittura gettare le basi per un’economia circolare”.

Secondo la teoria dell’allora studente e del docente che lo ha guidato in questo percorso, il vero blocco è costituito dalla non accettazione da parte degli agricoltori di questa acqua perché diffidenti.

“L’utilizzo di queste acque è diverso rispetto a quello delle acque, per così dire, normali. Innanzitutto, perché potrebbero esserci dei problemi relativi alla vendita dei prodotti ortofrutticoli al mercato generale. Mi spiego meglio: le GDO sono molto attente alla salubrità e alle caratteristiche qualitative del prodotto. Se quest’ultimo dovesse presentare dei valori alterati, verrebbe sicuramente rifiutato. Per cui, l’agricoltore cerca di evitare questa situazione scomoda già in partenza. Tuttavia, non vengono considerati degli aspetti importanti: le acque reflue presentano tutta una serie di caratteristiche. Sono ricche di sostanze nutritive, di azoto, fosforo, potassio… Volendo guardare lontano, l’agricoltore potrebbe addirittura ridurre l’utilizzo di concimi chimici, con una conseguente e ulteriore diminuzione dell’inquinamento ambientale”.

Il nodo principale da sciogliere è stato come porre la questione agli intervistati.

Per cui, Diego si è adoperato e ha sviluppato un modello matematico, adattandolo al questionario da somministrare, che permettesse di comprendere a pieno le scelte degli agricoltori intervistati.

“Dopo aver conseguito il titolo magistrale, ho pensato di iscrivermi al concorso Agri Innovation Award. Non so se per fortuna o per bravura – scherza Diego – sono riuscito ad ottenere questo premio che per me significa veramente tanto. Al di là della borsa di studio, infatti, è in palio la pubblicazione della Tesi anche su AgroNotizie, un sito prestigioso e molto in vista tra gli esperti del settore”.

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