Luca Pietrasanta & Iatrade, export e supporto alle imprese agroalimentari

by Federica Carretta

L’Italia è il settimo Paese al mondo in termini di esportazioni all’estero. Sebbene i segnali dell’economia del nostro Paese non siano sempre confortanti, le vendite Made in Italy verso altre Nazioni si confermano una delle poche voci positive del sistema economico della Penisola.

Bonculture ha intervistato Luca Pietrasanta, Dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari e amministratore delegato della IA Trade Consulting, agenzia di servizi di consulenza per l’internazionalizzazione delle aziende vinicole e alimentari. La mission è quella di aiutare le imprese a conoscere e conquistare i mercati esteri.

Sebbene sia sempre stato affascinato dal commercio internazionale di prodotti, come lo stesso Luca ammette, l’idea iniziale di carriera consisteva in tutt’altro. Tra le varie esperienze lavorative – alcune delle quali espletate durante il periodo universitario – ha collaborato con un’azienda che si occupava di impianti di acquacoltura in Albania e Tunisia.

“Tuttavia, man mano che andavo avanti, mi rendevo conto sempre di più che la strada che stavo percorrendo non faceva per me. Sin dall’inizio sono stato orientato nel mettere in piedi qualcosa che fosse mio, anche perché lavorare per conto terzi mi faceva soffrire. Non di rado mi scontravo con la mentalità di chi mi era a capo perché non rispettava la mia idea di fare impresa”.

Lo step successivo è consistito nel munirsi di coraggio e pensare di realizzare l’obiettivo di mettersi in proprio: “nell’aprile del 2009 abbiamo dato vita in maniera molto azzardata a questo progetto”. Idea azzardata perché i fondatori della IA Trade Consulting non credevano di incontrare tante difficoltà sulla propria strada.

“Ciò che erroneamente si crede, come noi stessi lo credevamo, è che vendere un prodotto italiano all’estero sia cosa da niente. La realtà, però, è stata molto più dura di quello che immaginavamo: i primi anni sono stati ardui da affrontare”. In un primo momento, l’export era destinato al Giappone e ad altre zone asiatiche; soltanto successivamente si è espanso verso l’Europa, con in mente l’obiettivo di ampliare ancora di più il mercato.

“L’idea è quella di trasformare la nostra società – che si occupa di consulenza per l’internazionale – in una società per la consulenza a trecentosessanta gradi sul settore alimentare, che vada a coprire anche l’aspetto qualitativo, oltre a quello commerciale. Questo perché, anche grazie all’esperienza pluriennale maturata in questo campo, ci siamo resi conto che molte aziende si affidano a servizi che possono risultare importanti, ma poi si rivelano improvvisati”.

Essendo un territorio non ancora del tutto esplorato, l’iniziale criticità risiedeva nel fatto di dover scardinare il falso mito del commercio internazionale e far comprendere tutto questo anche ai possibili investitori: “Non è come vendere Italia su Italia, al contrario. Per cui, paradossalmente, eravamo noi ad investire sulle aziende e non viceversa. Non nascondo di aver trovato maggiore diffidenza presso le aziende pugliesi, rispetto a quelle del nord Italia. Infatti, al momento, è in cantiere l’idea di voler investire nuovamente sul nostro Territorio”.

Per quel che riguarda il futuro, come si anticipava poc’anzi, il progetto è appunto quello di spostare l’asse anche verso l’ambito consulenziale a tutto tondo.

“Abbiamo da poco siglato una partnership con una società americana che si occupa di aspetti doganali negli Stati Uniti. In tal proposito, è importante sottolineare che gli USA si configurano come uno dei mercati più importanti per quel che riguarda l’esportazione italiana, ma è anche tra i più chiusi: vanno rispettate determinate norme e prassi spesso legate anche a certificazioni di qualità per potervi accedere. La suddetta società americana, lavorando anche con aziende presenti nel nord Italia, avvertiva l’esigenza di avere qualche riferimento anche nel sud della nostra Penisola. Essendo noi per la maggior parte tecnologi alimentari, abbiamo visto in questo una grande opportunità, anche perché la nostra conoscenza in tale campo è molto vasta. Quindi, l’idea che stiamo cominciando a sviluppare è quella di prestare consulenza nell’ambito delle certificazioni di qualità, però legate sempre a determinati mercati esteri.

Lo spunto è stato dato dal fatto che, sebbene si parli dell’America, anche presso quelle aziende c’è molta disinformazione per quel che riguarda normative e certificazioni”. F

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.