Il problema è che davanti a Giorgia Meloni, come è stato per Giorgio Almirante e per Gianfranco Fini, c’è il bivio fra la ridotta missina riveduta e corretta, ossia il partito antisistema, pià o meno vagamente contaminato da nostalgie e fedi eversive, e il partito nazionalista che al nostro sistema politico è sempre mancato, e che ha trovato la sua più alta espressione europea nell’Union pour la Republique di Charles De Gaulle.
Enrico Ciccarelli
Enrico Ciccarelli
Enrico Ciccarelli, classe 1958, è un attempato giornalista foggiano con oltre quarant’anni di attività professionale alle spalle. Ha lavorato per Teleblù (di cui è stato il primo direttore) Teledauna e Teleradioerre. Ha fondato e diretto per oltre dieci anni il settimanale Foggia&Foggia. Ha diretto e curato il programma Parleuropa, unico spazio dell’etere televisivo privato dedicato alle istituzioni europee. Ha lavorato in qualità di addetto stampa per il parlamentare Franco Cafarelli, per il presidente della Provincia di Foggia Antonio Pellegrino, per l’assessore regionale Enrico Santaniello, per l’europarlamentare Salvatore Tatarella, per il sottosegretario Ivan Scalfarotto (prima alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi al Ministero per lo Sviluppo Economico). È stato dagli inizi di luglio 2018 fino alla fine di ottobre 2019 responsabile della Comunicazione per il Gruppo Salatto. Attualmente è disoccupato e in cerca di lavoro. Sposato, ha un figlio. Su facebook, con lo pseudonimo di Manrico Trovatore, pubblica ogni tanto riflessioni e articoli di varia natura, che definisce “esercizi di cazzatologia”. Non crede all’astrologia, come tutti i nati sotto il segno dell’Acquario. Portatore insano di morbi dell’epoca come europeismo, riformismo e juventinità.
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Ci volevano molte più donne, è pacifico. E ci volevano più giovani; e non avrebbe guastato qualche meridionale in più, e qualche Ministero in meno, e quant’altro la vostra qualificata opinione escogiti. Ma sono i grandi popoli a fare i grandi governi, non il contrario.
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Sarà colpa del mio incallito cinismo, ma non considero Rousseau uno strumento di democrazia, ma il modo intelligente di un affarista privato per far soldi a spese dei gonzi.
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La forzata estromissione di Longo toglie al centrodestra, già scosso dal travaglio della sfiducia a Iaccarino, l’uomo di maggiore esperienza e di maggiore abilità politica. Considerando che la coalizione è già stata terremotata dall’improvvido passaggio alla Lega del sindaco, il possibile scioglimento non è più soltanto un’ipotesi di scuola.
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Dice Gad Lerner che si tratta del commissariamento della democrazia parlamentare. È vero, ed è un commissariamento cominciato da quasi trent’anni, quando la Repubblica venne messa sotto tutela giudiziaria. Un commissariamento che non sembra avere stroncato o ridotto la corruzione, e ha creato problemi molto gravi alla nostra vita democratica.
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Perché nel Mezzogiorno è invertito il normale paradigma democratico. Non è il consenso a generare potere, ma il potere a generare consenso, e la vicenda che ha riguardato la Asp di Chieuti è assolutamente identica a quella che ha riguardato e riguarda tutte le nomine di sottogoverno, in Puglia come altrove.
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Ma insomma, cosa vuole Matteo Renzi? Perché, rompe, spacca, demolisce, fa piangere le bimbe e i bimbi di Conte?
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Cosa succederà ai nostri due populismi ora che non c’è più Trump alla Casa Bianca, ora che la pandemia ha dimostrato ad un tempo l’importanza della competenza e la necessità dell’Europa? L’Italia può prendere il ruolo che le spetta, che compete alla sua potenza manifatturiera, alla sua cultura, alla sua dimensione demografica ed economica, oppure rimanere impantanata in una trappola ungherese o polacca, finire in un qualche provinciale sottoscala della storia.
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Sui grandi disastri prodotti da un’idea meramente contabile o funzionalistica della sanità.
La pandemia ce li ha fatti scoprire e ce li sta facendo pagare. -
IdeeStrettamente Personale
Strettamente personale: i diritti umani, la Junta de Valladolid e l’osteria virtuale
Ma anche tralasciando le strumentalità propagandistiche più o meno consapevoli, c’è una questione di diritti umani in Arabia Saudita? Certo che c’è.