Fabio Bacà è uno scrittore che freme dalla voglia di usare termini nuovi,la sua narrativa riutilizza la scienza della parola: i suoi termini in un’intera frase sono oggetto di ricerca, sono microscopi d’avanguardia tra le righe nel buio siderale dell’immenso.
Giammarco Di Biase
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“Vesto le mie parole, un agonismo divertente sul momento, che però non ha niente dell’intrattenimento superficiale. Voglio che i miei scritti si leggano tutti di un fiato, per poi ritornare pagine indietro e rimanerci lì sopra ancora addolorati, ferite. Non è artificio, la parola più è vicina alla perfettibilità più riesce nello sventrare”.
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Libri
Davide Grittani, operaio edile che entra nelle crepe: La bambina dagli occhi di oliva smaschera muri
Grittani scrive sempre come se la sua frase, l’ultima, fosse una chiusura, come se non sapesse mai quanto possa durare il suo cuore.
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La letteratura di Crocifisso Dentello è letteratura di prefisso e di scarto proletario, dove la parola “proletaria” oltre che sintesi interventista estetica e lessicale stemperata da mito diventa azione proletaria, contenuta senza miraggi.
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Camminiamo sulle nostre rovine, e queste ore sono fatidiche per l’abominio, l’abbandonarsi ai conflitti e alla guerra, l’abbandonare l’Eros, come direbbe in uno dei suoi più audaci trattati, ciò che ci lega al creato, l’annichilimento della Natura al cospetto delle bombe e del turpe.
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Libri
Macello di Maurizio Fiorino e la “restanza”: il Sud e i padri sono il nostro burrone e noi siamo funamboli
“Macello”, quarta opera di Maurizio Fiorino (la quinta è già in lettura presso la casa editrice) dopo “Amodio”, “Fondo Gesù” e “Ora che sono nato”, racconta la storia di Biagio figlio unico e orfano di madre, in un Sud desolato e arcaico, cresciuto dal padre Bruno, macellaio del paese, uomo prigioniero dei propri silenzi.
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«Mi accorgo delle mie intenzioni solo dopo aver scritto passi del mio libro. Ho la sensazione di arrivarci dopo, che le parole conquistino le dita e la tastiera prima della mia mente. Non amo risvolti che sconfinano in rivoluzione: un cambiamento posto nella vita è lento, ha bisogno di essere assimilato»
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Libri
“Quel luogo a me proibito”: Elisa Ruotolo educa all’amore il femmineo che non riconosce il proprio potere
Quel luogo a me proibito non è un libro di bondage, non è un libro di bonsai, di cultura orientale. Non è un libro su cosa chiedere e ricevere dal sesso, è il libro sull’inesperienza di amare, sull’inesperienza di comunione con l’altro.
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Teatro
“A voce alta”, l’arte di Mediante col flash mob memoria per Giovanni Panunzio. «C’è molta paura in città. Non c’è trasparenza, ci sono solo non detti»
Restituire la memoria. Non il ricordo, l’esperienza, il massacro. Nonostante il costruttore Giovanni Panunzio godesse di una vigilanza radio-collegata, il 6 novembre 1992 mentre sulla Y 10 percorreva via Napoli i killer gli hanno sparato più colpi di pistola, spalle, polso sinistro, gola.
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LibriTV
Maurizio de Giovanni partendo dall’inizio: Il senso del dolore per il Commissario Ricciardi e quel Fatto che lo rende un antieroe. Adesso anche in tv
E’ dalla fame, dal possesso e dall’amore, questa trinità allarmante e delittuosa, che parte il primo capitolo della saga, è da qui che parte il racconto della prima indagine scritta da un uomo già commissario, già addolorato, già dotato di una forza, già antieroe a tutto tondo. Il commissario Ricciardi, fuggevole e sempre fuggito dalla gerarchia, dal fascio che pretende colpevoli e assassinati degni della prima pagina nazionale fascista, dal popolino in erba