“What ever Happened to baby jane?” ci accompagna in un viaggio nell’inferno del giorno dopo, quando la bolla dell’illusione è scoppiata. Attraverso una tensione emotiva in costante salita, Aldrich ci accompagna in questo straordinario viaggio all’inferno, in bilico tra horror classico e thriller psicologico.
Giuseppe Procino
Giuseppe Procino
Ha studiato cinema e comunicazione. Non vede film che abbiano fatto più di 12 spettatori. È coinvolto in 3000 progetti e rischia l’esaurimento nervoso.
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Dopo tanti anni possiamo dirlo: Lillo e Greg sono cattivissimi ma non eccedono mai nel pecoreccio e anche il turpiloquio, nel loro universo, diviene qualcosa di altro, proprio perché incastrato tra giochi di parole surreali e privazioni di significato.
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“7 ore per farti innamorare” è anche una narrazione differente di Napoli, che infrange lo stereotipo di celluloide creato negli ultimi anni dalla narrativa stantia e unilaterale dei vari Gomorra e affini, e ci presenta una città solare, colorata e popolata da un’umanità variegata, spiazzante nel suo essere limpida e accogliente. Il ritratto di chi Napoli la conosce e la vive ogni giorno nella sua quotidiana vitalità.
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La regia ci accompagna in un film che esprime appieno il potenziale drammatico e terrificante della storia, tenendoci però con un occhio aperto sulla realtà, dosando l’effetto visivo in maniera centellinata e senza mai esagerare. A essere efficacemente esagerata è infatti la tensione, costruita a regola d’arte.
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Perla di rara e riuscita costruzione, trova nelle parole di Alfred Hitchcock la migliore sintesi. Egli infatti, dopo aver visto la pellicola, alla sua uscita nel 1944, dirà «Dopo “La fiamma del peccato”, le due parole più importanti nel mondo del cinema sono “Billy” e “Wilder”».
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A dominare la scena troviamo James Stewart, in una memorabile interpretazione da pelle d’oca, e Josephine Hull, che per questo ruolo si conquisterà un oscar come migliore attrice non protagonista. Entrambi avevano già ricoperto gli stessi ruoli sui palchi di Broadway, il primo nel 1947 e la Hull nel 1944.
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Film
M. Il Mostro di Düsseldorf: una città è alla ricerca di un assassino, il film più iconico di Fritz Lang
La traduzione italiana del titolo per M – Eine Stadt sucht einen Mörder, letteralmente ‘Una città è alla ricerca di un assassino’, ha condannato per sempre Dusseldorf a rimando cinematografico inquieto e macabro
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Film
L’attualità de Gli Uccelli di Hitchcock: la natura che si ribella all’uomo diventa un topos narrativo
L’idea per “Gli Uccelli” era venuta a Hitchcock dopo aver letto, in un articolo su un quotidiano, di uno strano attacco di gabbiani in una cittadina degli Stati Uniti.
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Il racconto dell’ultimo concerto dei Nirvana, pochi giorni prima del suicidio di Cobain, diventa il mezzo per raccontare altro: la spensieratezza dell’adolescenza, la provincia, l’amicizia. È un racconto generazionale, divertentissimo e nostalgico al punto giusto.
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Precursore della cultura del video clip e poi regista tout court, autore di storie attualissime, in grado di raccontare attraverso il suo cinema la società contemporanea. Licenzioso quanto basta, senza mai eccedere, mantenendo sempre la prerogativa del cinema d’autore, frutto di un’acuta osservazione e di una curiosità senza confini o pregiudizi