Nel cinema l’incontro decisivo è quello con John Ford che lo dirige in tre film di seguito facendolo entrare subito nel mito.
Orio Caldiron
Orio Caldiron
Saggista e critico, è uno dei maggiori studiosi italiani di cinema, autore di centinaia di scritti in cui la straordinaria competenza si salda alla passione cinefila in un linguaggio immediato e colloquiale. Ha dedicato mostre e programmi televisivi a personalità e momenti del cinema italiano. Docente universitario di lungo corso, direttore di prestigiose collane editoriali, è stato Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
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Era solito dire: “Sono tutti e nessuno. Datemi un personaggio e sarò qualcuno, toglietemelo e non resterà nulla”, dove non si avverte tanto il facile pirandellismo dell’uno, nessuno, centomila, ma piuttosto l’angoscia del grande attore alle prese con il vuoto.
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Quando ci si chiede come gli sia riuscito di contribuire in modo così incisivo e determinante al decollo della serialità nazionale, non si possono dimenticare i percorsi intrecciati della sua vita straordinaria per cui un uomo di libri come lui si è incontrato con l’insegnamento, il palcoscenico, la televisione, acquisendo la dimensione mediologica purtroppo a lungo estranea alla cultura italiana.
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Polvere di Stelle
Janet Leigh, una settimana di riprese nella doccia di Hitch, senza mai diventare una star
Quarantacinque secondi di suspense allo stato puro che continuano a far parlare di sé tra psicoanalisi e femminismo, mentre Janet nell’autobiografia ricorda come un incubo la settimana di riprese in cui è stata a mollo sotto la doccia
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Se restiamo davanti alle porte delle camere da letto, quando tutto avviene all’interno, è perché saremo noi spettatori a costruire la storia assieme al regista mentre il film scorre sullo schermo. «Il gioco della messinscena non si può fare che in tre: Lubitsch, il film e il pubblico», dice Truffaut.
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Come si può discutere la diva più premiata degli ultimi quarant’anni? Nessun’altra ha collezionato tanti premi come lei, dalle ventun nomination all’Oscar con tre vittorie agli Oscar, trentuno candidature al Golden Globe con nove vittorie fino all’Orso d’oro alla carriera a Berlino
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Alta, magra, le lunghe gambe slanciate, pratica golf e tennis, ma ha un debole per il nuoto, un rapporto privilegiato con l’acqua fredda che affronta tranquillamente in tutte le stagioni. Niente fumo, né alcool. Che sia il segreto dell’eterna giovinezza?
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Ci sono tanti modi di far coppia, sullo schermo come nella vita. Qualcuno fa tutto da solo, ma un altro tipo di attore si completa con la presenza del compagno, senza del quale neppure esisterebbe. Il caso di Matthau e Lemmon sta a sé. Sono anzitutto due straordinari solisti.
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l personaggio che Hollywood le cuce addosso è in realtà quello della succube, che fa strage di cuori ma non riesce a nascondere la masochistica predisposizione a mettersi nei guai.
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Il cinema non riproduce la città, la inventa. Se la immagina come vuole. Scompone e ricompone a suo capriccio strade e monumenti, edifici e persone, abitudini e gesti. Stravolge piani regolatori e assetti urbanistici, elude codici della strada e leggi di gravità, costruisce percorsi impossibili ignorando sensi unici e divieti di sosta.