Rimandata quest’anno per ben due volte a causa dell’emergenza Covid prende il via finalmente quella che da quasi trent’anni rappresenta una delle rassegne più interessanti non solo per quello femminile, ma per tutto il cinema in generale e lo fa con una formula mista tra reale (a Milano presso all’Anteo Palazzo del Cinema e il Teatro Franco Parenti) e virtuale tramite la piattaforma Mymovies.
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Cinema, Storie e MitiFilm
Quei bravi ragazzi, compie 30 anni il capolavoro cinematografico di Martin Scorsese. Un punto di svolta nel genere dei gangster movies
Dopo 30 anni, quindi, Quei bravi ragazzi è ancora una lezione di regia e di sceneggiatura. E’ un film del quale restano impresse battute e inquadrature
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La storia incomincia durante la Grande Guerra e ha come protagonista un barbiere ebreo (Charlie Chaplin) che sta combattendo sul fronte
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“Non odiare”: l’esordio squassante di Mauro Mancini dal realismo minimale, con un dolente Alessandro Gassmann
Non odiare è un’opera prima asciutta, essenziale, coraggiosa nel confrontarsi con un ferita aperta nella società italiana, rigorosa nella messa in scena e capace di non cadere nella facile retorica o in psicologismi semplificatori.
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Padrenostro, il trauma intimo e psicologico del terrorismo con un intenso (e premiato) Pierfrancesco Favino
La potenza scenica e l’intensità di Pierfrancesco Favino, anche tra i produttori di Padrenostro, è indiscutibile, riconosciuta anche dalla giuria di Venezia 77 che gli ha attribuito a sorpresa la Coppa Volpi, per un ruolo che non lo vede protagonista assoluto. Un premio che sembra quasi un tributo alla professionalità di uno dei migliori attori in circolazione, una consacrazione internazionale che arriva dopo interpretazioni da mattatore come il Buscetta del Traditore e il Craxi di Hammamet, per le quali ha fatto incetta di premi in Italia.
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Dal tripudio di gioia al dolore che si cristallizza in oggetti simbolo: il cinema puro de “Le sorelle Macaluso”
by Paola Mannoby Paola MannoDove sono finite quelle ragazzine? Quale tra loro è la bellissima ballerina che danzava sulle punte, chi quella che amava il rossetto scuro? Dov’è che finisce l’innocenza, dove l’amore? Quando diventiamo quelle che siamo ora e qual’è il peso degli eventi tragici in ogni esistenza? Pare chiedersi questo e molto altro Emma Dante in un’opera che da importanza estrema alla scenografia, alla luce, a tutti quegli elementi che raccontano lo spazio, la casa.
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Un film attuale e necessario, una storia che diventa universale e che sempre di più fa parte di quell’immaginario che ci circonda e che viviamo quotidianamente perché quelle vite ai margini non sono poi così distanti da noi. L’intervista al regista Rolando Colla
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Il cinema Emma Dante ne “Le sorelle Macaluso”: “Sono legate da un legame che va oltre la stessa morte”
“Non avevo nozioni di fotografia. Il mio è stato un passaggio abbastanza selvaggio. La prima volta ho avuto più difficoltà, ero regista ma anche attrice del film e questo continuo entrare e uscire è stato faticoso. Questa volta, rimanendo solo dietro la macchina da presa, ho potuto gestire le fila del racconto con più agiatezza, mi sono sentita molto bene”. L’intervista
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“L’ombra di Caravaggio”: Michele Placido nell’ardua impresa di raccontare un genio dell’arte con Riccardo Scamarcio
Il quattordicesimo lungometraggio della carriera del cineasta di origini foggiane (l’ultimo nel 2016, 7 minuti) verrà girato anche a Roma, nei dintorni di Viterbo, Ariccia, Frascati e Malta.
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Hidden Life, la difesa della grazia e dell’umanità dell’esistenza nel nuovo film di Terrence Malick
Non certo un biopic convenzionale, piuttosto un terso poema per immagini che pone quesiti esistenziali, da sempre la raison d’etre dell’arte di uno dei più grandi cineasti viventi.