Una favola morale piena di insegnamenti che in fondo spiega ai bambini che non è possibile vivere una vita fatta solo di marachelle. Per ottenere quello che vogliamo – in questo caso diventare un bambino vero – Pinocchio dovrà aiutare Geppetto, impegnarsi, superare prove, cadere e rialzarsi, prendersi delle responsabilità.
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La dea fortuna, Ozpetek regala uno sguardo accogliente su genitorialità e amori usurati dal tempo
È più di un Ferzan Özpetek shakerato l’ultimo suo film in sala, “La dea fortuna”. Tornano condensati, sviscerati e riaggiornati tutti i temi a cui il regista e sceneggiatore turco ci ha abituato negli ultimi 20 anni.
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Lo scorso 16 dicembre, Via col Vento compiva 80 anni e da 80 anni a questa parte viene proiettato tutti i giorni ininterrottamente nella Sala 6 del cinema CNN6 Centre di Atlanta. E tutti ci torniamo, come a quel buon vecchio amico, a quella cara abitudine, o semplicemente, come a casa nostra, che è esattamente ciò che fa Rossella. Per il resto, domani è un altro giorno
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Il regista statunitense torna all’action puro utilizzando lusso, esplosioni, corpi sinuosi, tecnologia, caos e distruzione fondendo spettacolarità ad una dose di ironica irriverenza
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L’apprendistato, al Torino Film Festival la riflessione sul sistema educativo pubblico di Davide Maldi
Quella di Luca è un’adolescenza che è tenuta a bada dall’imposizione del mondo adulto e da cui emerge in tutta la sua forza, lo spaesamento dell’impossibilità di poter essere se stessi deludendo le aspettative. È una linea che demarca il confine tra libertà e coercizione, tra autodeterminazione e dovere.
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Cinema, Storie e MitiFilm
80 anni fa usciva nelle sale ‘Fantasia’: la storia di un flop diventato un capolavoro
Fantasia’ era tutt’altro che un prodotto popolare per quell’epoca: non aveva nulla di convenzionale e conosciuto, era un film visionario senza parole, e dove le immagini erano al servizio della musica (e non viceversa). Erano otto episodi animati su brani di musica classica diretti da Leopold Stokowski ed eseguiti dall’Orchestra di Filadelfia.
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Con un uso di luci e colori che sono a metà fra la tetra atmosfera burtoniana e quella sognante dei classici Disney degli anni ’90, Pablos sceglie, dunque, di raccontare il mito di Babbo Natale al di fuori dalla mitologia natalizia e così, in una divertentissima origin story, lo seguiamo nella sua trasformazione da burbero taglialegna, al tenero vecchietto di rosso accompagnato dallo scampanellio della slitta.
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Il pubblico li premia ancora una volta e la sfida è già vinta attraverso una scrittura intelligente (ancora una volta assieme a Nicola Guaglianone) e un’immagine curata (la fotografia è di Daniele Ciprì).
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Alessandro Piva riesce far rivivere i sogni, le emozioni e anche le paure che Santa racchiudeva in sé. I diari ritrovati dalla sorella Rosa Maria, i ricordi e le parole dei suoi familiari fanno luce sulla breve vita della giovane pugliese. L’intervista
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Il film è un continuo dialogo tra l’infanzia solitaria vissuta per strada da un orfano nella Napoli devastata del post-terremoto (Giuseppe Aiello sarà Ciro bambino) e il presente dello spietato boss, sopravvissuto al rendez vous sulla barca di Enzo “Sangue Blu” ed esiliato nell’odierna Riga.