Sin dall’apparizione a cavallo di una sedia in L’angelo azzurro (1930) di Josef von Sternberg, s’impone per la sua prorompente fisicità, dopo il lungo apprendistato nello spettacolo berlinese – cinema, rivista, varietà – degli inquieti anni venti.
Polvere di Stelle
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Nel segno del noir si svolge quasi tutta la breve ma smagliante carriera di Gloria Grahame una delle più singolari incarnazioni della bad girl in cui rivive l’immagine della donna fatale d’antan ma con toni più foschi e più moderni bagliori.
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Sempre in bilico tra concretezza sanguigna e spiazzante onirismo, il grande commediante pensa con il corpo, mettendo in scena con il distacco che non esclude la tenerezza l’inedita e dolente fisiologia delle passioni in assoluta controtendenza nei confronti del cinema dell’epoca.
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Forse il più significativo tra gli intramontabili nevrotici del decennio dei cinquanta.
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Nell’ultimo decennio si conferma ancora una volta come una delle figure più vivaci, irrequiete e anticonformiste dello stardom statunitense, interessata alle battaglie per i diritti civili e il pacifismo piuttosto che alle lusinghe del divismo d’antan.
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Non bella, le palpebre pesanti, gli occhi sporgenti, il mento aggressivo, è la ribelle nella società dominata dagli uomini. Nell’asfittica palude delle major, con cui spesso polemizza, sfilano decine di titoli mediocri prima di imbattersi nello straordinario trittico firmato William Wyler
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Frank Sinatra – nasce a Hoboken, New Jersey, il 12 dicembre 1915 da padre siciliano e madre ligure, e muore a Los Angeles il 14 maggio 1998 – s’impone nel corso di una carriera strepitosa come uno dei grandi interpreti della musica leggera americana, cantando con voce inconfondibile, calda e sommessa, i motivi del suo magico repertorio
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La “moda Harlow” rimbalza dall’abbigliamento alle acconciature, incrementando le vendite dell’acqua ossigenata, l’oggetto-simbolo dell’intero decennio pieno di teste platinate.
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La scomparsa in un incidente aereo di Federico, il figlio ventiseienne, l’aveva profondamente segnata facendole imboccare da tempo il tunnel senza ritorno della depressione.
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Negli anni sessanta è Billy Wilder che le offre la grande occasione con il ruolo di Fran Kubelik di L’appartamento (1960), la vulnerabile ragazza dell’ascensore in una grande azienda newyorkese innamorata dello sposatissimo capo del personale Fred MacMurray.