C’è poco da inquinare i social, creare disinformatia, false flag e fake news: l’evidenza intollerabile di una guerra in diretta televisiva ci riporta a un evo remoto di cui solo pazzi sprassolati un poco scemi possono provare nostalgia.
Strettamente Personale
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L’Ucraina, Tomaso il Meschino, i valori della desistenza e la scelta di Salvador Allende
È cinico da dire, ma la Resistenza ucraina, certamente poco influente sul piano militare, può dare a questo un grandissimo contributo. I segnali che vengono dalla Cina sono da questo punto di vista inequivoci: un conto è l’appoggio e la comprensione della Russia circondata e aggredita dall’Occidente secondo la vulgata di Mosca, un altro lo schierarsi al fianco di una mattanza
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Alle origini del “neneismo”. La sinistra italiana, la coperta di Linus e la fuga dalla Storia
Ma perché l’Italia è il Paese dove più di altri fiorisce la pianta del “neneismo”? Perché la sinistra del nostro Paese è l’unica a praticarla con voluttà, a volte con assoluto disprezzo del ridicolo, si tratti della guerra d’Ucraina o di quella del Golfo, dello Stato o delle Brigate Rosse, del populismo e dell’europeismo?
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Chi è oggi Vladimir Putin, se non l’esponente estremo di quelle democrazie autoritarie, nazionaliste e xenofobe, conservatrici e omofobe, di cui conosciamo tristi esempi anche nella felice Unione Europea?
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Il dittatore russo, come tutti gli autarchi, scatena una guerra d’aggressione per mantenere il proprio potere e consenso. Non potendo dare al suo grande popolo prosperità e benessere, Putin sceglie la carta più facile: usare il nazionalismo russo e il revanscismo rispetto all’ingloriosa fine dell’impero sovietico, accartocciatosi su se stesso per manifesta incapacità delle sue classi dirigenti e dei suoi regimi fantoccio.
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È una gran bella notizia, il ritorno in edicola della “Gazzetta del Mezzogiorno” dopo otto lunghi mesi di assenza. Una bella notizia per quella comunità giornalistica, innanzitutto, e che mi fa piacere anche per l’affettuosa amicizia che mi lega a diversi suoi componenti.
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L’Occidente non può fare nulla? Al contrario, ha una forza deterrente impressionante, ma solo economica. Se gli eserciti di Putin violeranno l’integrità territoriale ucraina, lo zar del Cremlino andrà incontro a sanzioni durissime, che difficilmente potrà superare senza violenti contraccolpi interni, anche contando sui probabili regali da Greci che dovessero venirgli da Xi Jinping.
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Il culto degli homines novi finisce regolarmente per risolversi in un peggioramento, a volte clamoroso, delle proposte e delle scelte; perché non c’è palingenesi o apocalissi che non sfoci in una regressione, talora ridicola, talora crudele. Direi che Foggia è un caso di scuola del miserando esito di spallate antisistema che difficilmente avrebbero potuto essere più radicali.
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Ma questa persona avrà amato, sarà stata amata, avrà sorriso, sospirato, desiderato. Avrà vissuto, con le sue ansie e certezze, con i suoi riserbi e le sua paure, in barba alla nostra indifferenza e alla presunzione con la quale crediamo che esista solo ciò di cui ci accorgiamo.
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Camilla, Foggia e la fiaccolata della Candelora. Per decidere di chi è la città
No, c’è un tempo in cui lo Stato, la legge, il diritto, la giustizia devono farsi carne, facce, presenze. Quel tempo è oggi, cade nel giorno della Candelora, quello nel quale, secondo la saggezza popolare, dell’inverno semo fora. Ecco. La città ha bisogno di uscire dal suo lungo inverno senza speranza, quello che ci ha ghiacciato i cuori e l’anima.