Anche Vico del Gargano, un centro minore del Regno borbonico, sa aprirsi a stimoli provenienti da Napoli e da più lontane realtà culturali. Qui gli illuministi si riuniscono nell’Accademia degli Eccitati viciensi, fondata il 3 maggio 1759 nella Chiesa extramoenia di S. Maria del Refugio
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Intorno all’obelisco sono fiorite curiose dicerie legate al fatto che con particolari condizioni di luce radente, ponendosi in un punto preciso della piazza e sollevando lo sguardo verso la statua della Madonna, può capitare di vedere al posto della statua della Vergine, l’Angelo della Morte
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Adagiata sul fondale del golfo di Manfredonia, fra Zapponeta e Torre Rivoli, vi sarebbe un’antica città la cui nascita risalirebbe al IV secolo d.C. chiamata Santa Pelagia.
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Il Gargano non è affatto un’isola culturale chiusa e inaccessibile, ma estremamente aperta a tutti gli influssi esterni. Le vie dei pellegrinaggi, della transumanza e il contatto giornaliero con le sponde balcaniche spiegano la circolazione di modelli orafi provenienti dalla Campania, dall’Abruzzo e addirittura dalla costa dalmata.
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Il franco provenzale, ritenuto un inutile retaggio del passato, diventò sempre più la lingua degli anziani rischiando di scomparire, fino a che un orgoglioso desiderio di ritorno alla cultura delle origini non lo ha di nuovo posto all’attenzione anche dei giovani, suscitando un convinto movimento in sua difesa.
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All’amata Rosina: la villa abbandonata alle pendici del Gargano è il luogo più romantico di Puglia
Rosa Longo morì a soli 45 anni, lasciando nel cuore e nella vita di suo marito un vuoto incolmabile. Villa Rosa è una delle costruzioni più belle del territorio, con una storia degna di una fiaba, che la rende la costruzione degli innamorati e dell’amor fou
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Le arance e i limoni del Gargano nella Belle Époque, tra procaci donne illustrate e tramonti
Nei manifesti della Società Agrumaria Ciampa & Sons ci sorridono prosperose figure femminili e una venditrice di arance e limoni in abiti d’epoca. Affianco si intravedono cassette di legno di faggio, su cui è impressa la stessa immagine pubblicitaria
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Lucio Dalla e Manfredonia, la città vissuta da bambino che gli ha plasmato l’anima di mare
La mamma di Lucio Dalla, Iole Melotti, faceva la modista, o come si direbbe oggi, la stilista: disegnava, tagliava e cuciva vestiti di gran classe. Iniziò a frequentare Manfredonia dagli anni ’30, quando suo padre, rimasto vedovo, ed i suoi fratelli vi si trasferirono per lavoro.
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Tutto per qualche like in più si direbbe oggi, ma a quei tempi i social non esistevano e i quotidiani si giocavano la sopravvivenza a suon di giornali vendute. E infatti la “grande burla della Luna” (‘The Great Moon Hoax’) fece lievitare le vendite del ‘New York Sun’ da 8.000 a 19.000 copie
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È un gioco da bambini, il mare. Siamo delfini e vivremo sempre. E il ricordo di Filippo, con un pizzico di malinconia, vivrà per sempre tra le spumeggianti acque del golfo