Era il novembre del 1920 quando Sir Arthur Conan Doyle, che stava scrivendo un articolo sulle fate per la rivista ‘Strand Magazine’, entrò in possesso di quella che sembrava essere la prova inconfutabile dell’esistenza di questi esseri magici. Si trattava di alcune fotografie scattate tre anni prima da due bambine nelle campagne inglesi
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Tutti i peschiciani si avvicendano ad onorare il santo e, come una volta, strofinano un fazzoletto che serve a tergere la fronte, il viso e il collo al parenti malati (ma anche ai sani) per auspicarne la guarigione o la preservazione dai mali grazie all’intercessione di Sant’Elia
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Un Luca Cupiello di fine Novecento, ovvero Cico Righi in ‘…e fuori nevica!’ di Vincenzo Salemme
Salemme conosceva Eduardo e aveva avuto la fortuna di studiare ‘dall’interno’ le dinamiche delle situazioni e dei personaggi del Maestro, soprattutto quelli dei giorni pari: vecchi sentimentali che difendono ancestrali ideali, personaggi stonati che usano il proprio essere fuori di chiave non come una maschera ma come un megafono per denunciare le ingiustizie e le ipocrisie della società.
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Secondo il critico Carlo Munari, che andò a trovare Bortoluzzi a Peschici dopo aver curato una sua mostra nel 1967, la luce e i colori “italiani” di Peschici giovarono alla pittura di Bortoluzzi, per le sottili, segrete corrispondences interiori che riuscirono ad evocargli.
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Il 10 dicembre del 1944 la ‘Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo’ si sciolse: dopo l’ennesima violenta discussione i due fratelli non si parlavano più se non sulla scena.
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Il famosissimo festival del 1969 si svolse in realtà nella piccolissima città di Bethel che si trova nello Stato di New York. Possibile? Sì, perché gli abitanti di Woodstock si opposero fortemente. Fu così che si decise di spostare il Festival nella città vicina dove un allevatore di nome Max Yasgur affittò agli organizzatori un terreno di circa 2,5 chilometri.
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Il commiato dall’amata figlia, che si narra fosse molto bella e di grande cultura, avvenne drammaticamente appunto il 3 febbraio del 1518 a Manfredonia. Fu proprio da qui che, dopo aver atteso per qualche giorno il favore del vento e del mare, la novella regina s’imbarcò per raggiungere il suo sposo in Polonia
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Per le popolazioni costiere del Gargano il rapporto con il mare fu essenziale: era un rapporto di vita ma anche di costante pericolo di morte. Venuta dal mare, la Madonna della Libera accompagnò la marineria rodiana nelle storie quotidiane dei traffici sul mare
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Cosa mai potrebbe avere in comune Villa d’Este con Manfredonia? Spulciando tra le pagine della storia, balza agli occhi che chi fece costruire questa magnifica struttura in riva al lago di Como fu l’arcivescovo di Manfredonia Tolomeo Gallio che, appartenente ad una nobile famiglia di Cernobbio, voleva avere una residenza estiva nella sua terra natia.
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Come spiegano con timore e sottovoce i vecchi abitanti del Decumano, la tomba del Principe, posta all’interno della Cappella è vuota e si ignora dove sia il suo corpo. Si racconta infatti che, giunto all’apice delle conoscenze ermetiche don Raimondo decise di sperimentare su se stesso la resurrezione dei corpi di cui aveva scoperto il segreto.