Il progetto sociale di cinema nato dal basso di Paola Manno

by redazione

Ci sono film che, per vedere la luce, hanno percorso strade tortuose, film la cui realizzazione è già di per sé una storia da raccontare. Quella che c’è dietro alla produzione de “L’abbraccio”, cortometraggio scritto e diretto da Paola Manno, autrice già selezionata al Premio Solinas e vincitrice del Nastro D’argento nel 2012 con il documentario “La guerra dei mariti”, ha il sapore di impegno civile, di un’ostinata volontà di uscire dalle logiche delle grandi produzioni e dell’urgenza tanto cara alla prima regista donna, Alice Guy: “Donne, girate!” Si tratta di un vero e proprio progetto sociale che ha come obiettivo la produzione di un piccolo film senza però dimenticare il valore civile e democratico del cinema che è tecnica, ma anche passione.

L’idea è arrivata dritta al cuore della gente, ha saputo accendere l’entusiasmo di una comunità che ha deciso di sostenere un progetto cinematografico a tutti gli effetti “nato dal basso”. Se oggi il Salento può vantare un’attrazione particolare da parte di tanti stranieri e ha acquisito una rilevanza culturale di notevole spessore, è anche grazie a iniziative di questo tipo, progetti coraggiosi che hanno scommesso sulla fiducia dell’altro, e hanno vinto.

“L’abbraccio” racconta la storia di Virginia, una bambina di 7 anni che ruba una statuina dal museo della civiltà contadina di Calimera, e di sua madre che, preoccupata di ristabilire la propria rispettabilità borghese, percorre le strade del paese alla ricerca dell’oggetto da restituire. Attraverso il trascorrere delle ore il paese, con le proprie peculiarità e grazie ai diversi personaggi, si racconta: è il paese dove una bandiera della pace sventola sul balcone del comune, dove sui gradini sono scritti i nomi di chi la pace l’ha costruita con i fatti, è il paese dove le finestre murate cantano versi in griko,  lingua antica e ancora viva, un paese che attraverso tradizioni proprie non dimentica il passato e ne canta la bellezza.

E sono proprio i cittadini di Calimera, paese in cui il film è ambientato, che hanno deciso di sostenere concretamente un prodotto che si fa portavoce di un messaggio di pace.  La produzione del cortometraggio si inserisce nel filone del cinema indipendente ma ne oltrepassa i limiti, diventando un vero e proprio esperimento sociale. In questi mesi, moltissime realtà hanno abbracciato con entusiasmo il progetto del film, che è patrocinato dal Comune di Calimera e dal Comune di Melendugno e si avvale della partecipazione dell’Istituto Comprensivo Statale, che comprende le scuole di Calimera, Martignano e Caprarica. Da queste scuole provengono i 22 bambini che interpreteranno i diversi personaggi de “L’abbraccio”, scelti a seguito di un partecipatissimo casting effettuato nelle scorse settimane. I bambini hanno intrapreso un percorso di formazione a cura dell’associazione L’albero delle parole, la Libreria Volta la Carta  e della scuola di musica Ragtime Bubu Band, partner del progetto. Diverse realtà associative e commerciali hanno messo a disposizione i propri beni quali ad esempio spazi privati per le riprese del film, spazi per l’ospitalità e il vitto per la troupe, mezzi e servizi che ruotano attorno alle esigenze della produzione.

L’associazione Kalimeriti Ambrò Pedìa coordina i rapporti tra la produzione e i numerosi partner calimeresi che hanno aderito all’iniziativa, quali librerie, attività commerciali, aziende, tutte attività che sostengono economicamente la produzione del film, diventandone di fatto produttori attivi e riconosciuti. Non mancano le collaborazioni artistiche: la cantautrice calimerese Ninfa Giannuzzi, da anni sui palchi di tutto il mondo nel ruolo di interprete raffinata di musica tradizionale, già membro dell’orchestra della Notte della Taranta, ne curerà la colonna sonora originale.  Il set cinematografico, dunque, diventa occasione di incontro, di scambio, di crescita. “In un paese in cui salvare vite umane costituisce reato, girare un film come L’abbraccio ci sembra un atto necessario. Il volto della bambina protagonista diventa quello di un piccolo paese del sud che attraverso un atto di disobbedienza lancia un messaggio preciso: A volte un dono è l’inizio di una rivoluzione– spiega la regista -moltissime persone ci stanno donando tempo, energie, idee, denaro e servizi che ci permetteranno di girare un piccolo film indipendente. Contribuire alla sua realizzazione è un modo per sostenere il cinema indipendente, libero, il cinema fatto da professionisti che mettono al primo posto l’impegno civile, il bisogno di raccontare verità amare senza, tuttavia, tralasciare la poesia delle piccole storie quotidiane”

Il film, prodotto da Little Stone e Alice e le Altre, sarà girato nel mese di maggio.  E’ possibile seguire il progetto sulla pagina FB “L’abbraccio-Il film” e contribuire alla realizzazione del film attraverso il crowfunding sulla piattaforma “produzionidalbasso”.

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