Ben Hur, il mito cinematografico firmato da William Wyler

by Marianna Dell'Aquila

Con ben undici Oscar vinti è stato per decenni il film più premiato dall’Academy nella storia del cinema, battuto solo nel 1997 da Titanic di James Cameron. Ma non sono solo questi i numeri impressionanti di una delle produzioni più famose e spettacolari che la storia del cinema ricordi.

Parliamo di Ben Hur il film di William Wyler che compie ben sessanta anni dalla sua uscita nelle sale. Uscito nel 1959 (in Italia nel 1960), il film fu girato quasi interamente negli storici studi di Cinecittà a Roma e ancora oggi è uno dei film più importanti della cinematografia mondiale. Un punto di riferimento insuperabile non solo per il genere peplum (a cui appartenevano tutti i film ambientati nell’antica Roma), ma anche per altri generi cinematografici.

Molte volte, ad esempio, Sergio Leone aveva raccontato di quanto fosse stata importante per lui la gavetta come aiuto regista al fianco di Wyler. In particolare il regista, che lavorò alle riprese della famosissima scena delle corse delle bighe, aveva raccontato che la realizzazione e il montaggio delle numerose carrellate e panoramiche usate per quella scena erano state una lezione fondamentale per lo stile che avrebbe maturato e perfezionato con le sue opere western. Ambientata nel Circo di Antioca, per molto tempo è girata la falsa legenda secondo cui la scena della corsa delle bighe fosse stata girata al Circo Massimo di Roma. In realtà, nonostante le insistenze della produzione, ne fu vietato l’utilizzo da parte della Sovrintendenza ai Beni Culturali della città di Roma. Fu così che quella enorme e stupefacente scenografia fu realizzata in un’area adiacente agli studi di Cinecittà poi edificata a partire dagli anni ‘80.

Ma quel film non viene ricordato solo per la scena della corsa delle bighe. Ben Hur è stato una vera e propria lezione di regia, di scenotecnica (per costruire la scenografia furono utilizzate centinaia di tonnellate di sabbia, oltre che di legno, stucco e chilometri di tubi) e di effetti speciali. Ancora oggi, infatti, guardandolo ci si domanda come sia stato possibile realizzare alcuni effetti scenici nonostante le tecnologie non fossero così avanzate come quelle in utilizzo oggi. La supervisione degli effetti speciali, per i quali vinse l’Oscar, fu affidata ad Arnold Gillespie al quale senza dubbio si deve l’effetto sensazionale di illusione ottica ottenuta in una delle scene più famose del film, quella della battaglia navale.

Gillespie studiò la realizzazione di una enorme vasca riempita d’acqua e di molte galee romane in miniatura. Con delle riprese ravvicinate, l’acqua nella vasca sembrava l’enorme distesa del mare e le navi, posizionate più lontane, avrebbe dato l’impressione di essere molto più grandi. Nonostante questo, Ben Hur è diventato popolare anche per alcuni famosi errori, come quello in cui vediamo Charlton Heston nei panni di Ben Hur con un orologio al polso oppure, proprio nella famosissima scena delle bighe, quando dimenticarono di cancellare sulla sabbia della scenografia i segni degli pneumatici di un’automobile.

Ben Hur del 1959 è solo uno dei tanti adattamenti cinematografici del romanzo di Lew Wallace pubblicato nel 1880. L’ultimo adattamento, diretto da Timur Bekmanmbetov, è del 2016 con Morgan Freeman e Jack Huston ed è stato girato anch’esso tra Roma e Matera. Nonostante però l’enorme investimento economico e il cast con nomi di grande risonanza, il film non ha ottenuto il successo della pellicola del ’59.

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