“Ci sono dei caratteri comuni tra me, Furio e il Davide che sale sul palco”. Davide Calgaro si racconta dopo “Sotto il sole di Riccione”

by Gabriele Rana

Classe 2000, Davide Calgaro è uno degli stand up comedians e attori più giovani d’Italia. Esordito con i suoi monologhi nel 2017 sul canale Comedy Central, molti lo ricordano per le sue esibizioni su Zelig Tv o per Colorado, altri lo identificano con Salvo, figlio di Aldo Baglio in Odio l’estate.

bonculture lo ha intervistato per il suo ultimissimo ruolo in Sotto il sole di Riccione, commedia uscita su Netflix il primo luglio e diretta dagli YouNuts! (registi dei video musicali di Tommaso Paradiso, che firma la colonna sonora), dove è Furio, uno dei giovani protagonisti.

Sotto il sole di Riccione: film più visto su Netflix Italia. Se fosse stato possibile, avresti preferito un’uscita nelle sale?

Sicuramente il fascino della sala rimane superiore e sarebbe stato bello vederlo al cinema, ma allo stesso tempo senza Netflix il film non sarebbe potuto uscire in questo periodo, quindi sono contento di aver conosciuto dall’interno l’efficienza e l’utilità delle nuove piattaforme.

Molti chiamano questo film Sapore di mare 2.0. Infatti è tratto da un soggetto di Enrico Vanzina che, con il fratello Carlo, è stato autore dell’opera del 1983. Pensi che in Sotto il sole di Riccione sia stato ritratto adeguatamente il mondo giovanile così come nel film a cui si ispira?

Penso che la sfida fosse proprio questa: dipingere la nuova generazione così come “Sapore di Mare” fece negli anni 80. In questi quarant’anni sono cambiate tantissime cose e nel film abbiamo provato a raccontarle. I personaggi sono molto vari e i sentimenti raccontati universali. Quindi sì, penso che “Sotto il sole di Riccione” offra uno spaccato veritiero sui giovani oggi.

Una grande presenza che richiama Sapore di mare è Isabella Ferrari, che qui interpreta la madre di Vincenzo (Lorenzo Zurzolo). Com’è stato recitare sul set con un’attrice di questo calibro?

Non avendo molte scene con lei purtroppo non ho potuto condividere tanti momenti sul set, ma ho avuto modo di conoscerla al di fuori del lavoro e ne ho avuto un’ottima impressione. È stata gentile e disponibile con ciascuno di noi.

Il rapporto tra Furio e Vincenzo fa parte di una delle storie più toccanti di questo film. C’è alla base di una messa in scena molto veritiera un reale rapporto di amicizia tra te e Lorenzo? Che tipo di legame si è stabilito tra voi attori sul set?

Io e Lorenzo ci siamo conosciuti sul set. Io avevo visto Baby e lo conoscevo di nome. Lui non aveva idea di chi fossi. Il rapporto tra Furio e Vincenzo è cresciuto insieme a quello tra Davide e Lorenzo. Penso di poter dire di aver legato con tutti gli attori del cast. In quel mese a Riccione, oltre a lavorare, abbiamo condiviso tantissimo, e credo che questo legame traspaia nel film.

La Ferrari non è l’unico grande personaggio del grande e piccolo schermo con cui hai avuto l’onore di recitare, si ricordano Luca Argentero nella serie Doc – Nelle tue mani e soprattutto Aldo, Giovanni e Giacomo nel loro ultimo film Odio l’estate, dove interpreti il figlio di Aldo.

Quanto il trio ha inciso nella tua scelta di diventare un comico? E nel tuo stile?

Loro insieme a molti altri grandi della comicità italiana mi hanno spinto a voler intraprendere questo percorso e poterci lavorare è stato il coronamento di un sogno.

Stilisticamente credo mi abbiano influenzato molto, ogni tanto mi capita di accorgermi di aver detto una battuta esattamente come l’avrebbe detta Aldo o Giovanni o Giacomo. 

Il personaggio di Furio non sembra essere troppo distante dal personaggio di Davide Calgaro descritto nei tuoi spettacoli. Quali sono le differenze tra i due e quali invece tra il Davide personaggio comico e il vero ragazzo che c’è dietro la maschera?

È una domanda che mi pongo spesso. Sicuramente ci sono dei caratteri comuni tra me, Furio e il Davide che sale sul palco. Ad esempio ho cercato di rendere la mia timidezza e il mio essere imbranato un punto di forza per la comicità. Personalmente però credo di essere diverso da entrambi, sono dei lati di me che tiro fuori a seconda della situazione.

Sei tra i comici più giovani e famosi d’Italia, qual è stata la “gavetta” che ti ha portato a questi livelli? C’è un segreto dietro la penna che ti ha portato a questi primi successi?

Ho fatto un percorso abbastanza classico: ho cominciato studiando recitazione e scrivendo le prime battute in camera. Poi verso i 15 anni ho iniziato a provare qualche monologo nei locali e negli open mic di Milano. 

Dopo due annetti grazie a Giancarlo Bozzo e ai laboratori di Zelig è arrivata la prima esperienza televisiva che mi ha permesso di esibirmi con più costanza e farmi le ossa su più palchi.

Penso di poter dire di aver fatto e di star facendo “gavetta”. È l’unico modo per diventare bravi, e vorrei tanto diventarlo.

Nessun segreto, solo tanta passione e fame che è rimasta immutata.

Si sono svolte già alcune delle quattro proiezioni del tuo spettacolo Questa casa non è un albergo, annunciate su Instagram il 18 giugno. Come sono andate? Sono in programma altre date per l’estate?

Mi sono esibito a Palazzo Reale a Milano e a Treviglio, è stato bello nonostante la bassa affluenza di pubblico. Le persone non sono ancora completamente tranquille ed è comprensibile, ma questa rassegna di cinema all’aperto dell’ Anteo è un ottimo modo per ripartire e andrebbe sfruttato.

Le prossime date saranno l’8 Luglio al Chiostro dell’Incoronata a Milano e il 10 a Villa Reale a Monza. Vi aspetto.

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