Hedi Jouini, il Sinatra tunisino tutto da scoprire con “The Man Behind the Microphone”

by Giuseppe Procino

Hedi Jouini è stato il “Frank Sinatra della Tunisia” e le sue canzoni continuano a ispirare, allo stesso modo, rivoluzionari e conservatori, colpendo il cuore degli sconvolgimenti sociali e politici post-coloniali della Tunisia e della sua continua ricerca d’identità sulla scia della primavera araba.

Durante la sua lunga carriera, Jouini ha composto quasi 1.070 canzoni e 56 operette. Le sue canzoni, ispirate al flamenco, continuano a prosperare in Tunisia e nei paesi del Mashreq e oggi, a quasi trentanni dalla sua scomparsa, resta ancora un’icona assoluta. Eppure sua nipote, nata e cresciuta in Inghilterra, non ha mai saputo nulla della notorietà di suo nonno. Come mai nessuno della sua famiglia ha ritenuto necessario raccontarle la storia di un uomo così importante per lei e per la storia di un’intera nazione?

A un anno dalla sua presentazione ufficiale, Mubi ci regala “The Man Behind the Microphone”, intenso e delicatissimo documentario terminato nel 2017 da Claire Belhassine, produttrice cinematografica inglese e qui per la prima volta dietro la macchina da presa per raccontare la sua stessa storia e quella della sua famiglia di origine tunisina. Quattro anni di ricerche intensissime tra Stati Uniti, Francia, Inghilterra e Tunisia sulle tracce del passato di suo nonno, raccogliendo foto, cimeli, video di repertorio e visitando i luoghi in cui egli è cresciuto. Un viaggio reale ma anche umanamente interiore per riscoprire le proprie radici, la propria famiglia e i segreti che ne hanno segnato la distruzione. Claire Belhassine parte da una storia, quella dell’artista – ‘l’uomo dietro il microfono’ – suo nonno, icona ma soprattutto essere umano con tutte le sue imperfezioni, e giunge a raccontare la storia di tutte le figure che hanno subito la sua grandezza ed il suo appartenere ad una cultura patriarcale, prima fra tutti sua nonna .

E’ proprio questa la parte più interessante di questa narrazione, non la biografia di un’icona leggendaria, ma tutto quello che lo circondava, la ‘back story’ che via via finisce per essere la storia principale: Heidi Jouini era il padre di una nazione e l’uomo perfetto per ogni donna della Tunisia, ma un padre assente per i suoi figli e un marito molto geloso della propria moglie. È lei, sua moglie, il personaggio più malinconicamente tragico dell’intera storia, questa donna di ventidue anni più giovane di lui, bellissima e talentuosa cantante a cui il cantautore precluse qualsiasi strada per la felicità, separandola per sempre dalla famiglia di origine (lei, ebrea, convertita all’Islam per sposare un Musulmano), investendola giovanissima (a quindici anni) del ruolo di madre e nutrice, confinandola per sempre nel ruolo di donna sola ed in perenne attesa del suo ritorno dalle varie tournée. Accanto a lei i suoi cinque bambini, tre maschietti e due femminucce, suo unico impiego e suo unico ruolo riconosciuto dall’uomo che cantava la libertà ma che tanto libero da certe sovrastrutture non era, lui a cui il padre aveva impedito da ragazzino di seguire le sue aspirazioni per la musica. La vita a volte ti insegna tantissimo a volte non ti insegna nulla. Ai tre maschietti fu concessa la strada della musica, la libertà di scelta. Alle due femminucce non era concesso neanche di cantare in casa. Poi l’incontro negato alla figlia maggiore con Roberto Rossellini, che l’aveva incontrata per caso e voleva scritturarla assolutamente per un suo film.

Claire Belhassine voleva fare un documentario sulle sue radici, per scoprire e celebrare la figura di suo nonno di cui aveva pochi ricordi e qualche super8, ma si ritrova a celebrare una famiglia incatenata in un’oppressione silenziosa e non violenta, distrutta dal senso di colpa del non aver reagito, di non aver salvato la donna che ne aveva tenuto incollati i cocci, riuscendo in ogni caso, con questo film, almeno in parte a sciogliere l’imbarazzo della lontananza umana, riavvicinando parte della sua famiglia, compiendo un piccolo miracolo.

Il risultato finale è la storia commovente di una redenzione e di una riunificazione che colpisce al cuore ma anche quella di una nazione e delle sue dinamiche sociali. La musica che si evolve di pari passo con i cambiamenti di una società e gli artisti che diventano i nuovi testimoni, punti riferimento imprescindibili: lì dove c’erano i santi, l’epoca contemporanea ci ha messo i poeti e i cantautori.

Un documentario scritto e realizzato benissimo che ha il coraggio di allontanarsi dai presupposti iniziali e di evolversi in corso d’opera. Una lezione tecnica e narrativa fondamentale per chiunque voglia avvicinarsi a questo genere.

Una scoperta, che credo valga la pena di invitarvi a compiere.

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