“Manhattan”, il film più iconico di Woody Allen e l’amore senza fine per New York

by Marianna Dell'Aquila

 “Amava New York. La idolatrava smisuratamente. Ma no, è meglio la mitizzava smisuratamente, ecco. Per lui in ogni stagione questa era una città che esisteva in bianco e nero e pulsava dei grandi motivi di George Gerswin (…) New York era la sua città e lo sarebbe sempre stata”. Sono le parole d’inizio di Manhattan, il film di Woody Allen del 1979 e che quest’anno compie ben 40 anni.

Ma sono anche gli ingredienti di una delle opere più rappresentative della cinematografia del regista statunitense che ad oggi ha all’attivo quasi 50 film: New York, la musica jazz, battute indimenticabili e immagini in bianco e nero. Riconosciuto dalla critica come uno dei film americani più riusciti degli anni ’70, Manhattan ottenne due nominations all’Oscar e molti premi internazionali come Miglior Film Straniero e Miglior Regia e viene generalmente considerato come il film di svolta nella cinematografia di Woody Allen: l’opera in cui il regista è riuscito a creare una perfetta armonia, dal gusto un po’ agrodolce, tra la comicità tipica del suo primo periodo artistico e una più evidente maturità narrativa.

La trama ruota intorno al personaggio di Isaac Davis (Woody Allen), un autore televisivo che abita a Manhattan e che è stato lasciato dalla moglie Jill (Maryl Streep) per un’altra donna. Ha una nuova fidanzata, la diciassettenne Tracy (Mariel Hamingway), con la quale però non crede che la relazione durerà molto a causa della differenza di età. Isaac incontra Mary (Diane Keaton), una giornalista divorziata molto sofisticata, ma anche saccente e per certi versi stereotipata. I due, nonostante le diffidenze iniziali, finiranno per innamorarsi. Mary però lascerà Isaac per tornare con il suo ex amante Yale che nel frattempo ha lasciato la moglie. La rottura con Mary servirà a Isaac per capire che è realmente innamorato di Tracy. La raggiungerà di corsa mentre la ragazza è in partenza per Londra dove andrà a frequentare un corso di recitazione. Nonostante la richiesta di rimanere a New York con lui, la ragazza deciderà di partire con la promessa però di rincontrarlo al suo ritorno.

Manhattan non è solo un film sull’amore, che parla di sentimenti e dinamiche amorose, ma è soprattutto una dichiarazione per New York, la città in cui Woody Allen ha ambientato la maggior parte dei suoi film. Se c’è infatti un regista che ha saputo rappresentare New York e i suoi mille profili è proprio Woody Allen. Volutamente girato in bianco e nero con la fotografia di Gordon Willis, Manhattan ci propone un’immagine della città ispirata al cinema classico e soprattutto ai ricordi del regista da bambino. Per sua stessa ammissione, infatti, Woody Allen aveva pensato ad un film che ricordasse le pubblicità e le fotografie in bianco e nero dei giornali che vedeva quando era piccolo. I personaggi sono come delle trame di un tessuto: si muovono e dialogano tramando i dettagli di una città che non è solo lo sfondo, ma a tutti gli effetti la vera protagonista del film. Altra protagonista di Manhattan la musica di George Gershwin di cui il regista è da sempre un grande appassionato. In un’intervista Allen dichiarò che era stata proprio la musica di Gershwin ad averlo ispirato per un’opera dedicata alla Grande Mela. E l’intenzione del regista viene confermata subito, già nei primi minuti del film in cui accompagna le parole fuori campo di Isaac Davis/Woody Allen con le note di Rapsodia in blu, una delle composizioni musicali più famose di George Gershwin e considerata tra le più rappresentative della cultura newyorkese.

Manhattan è sicuramente uno dei film più iconici del regista statunitense. Una delle sue opere di cui si ricordano di più i personaggi, le loro battute, ma soprattutto le immagini di New York. Chi non ricorda la famosissima inquadratura di Mary e Isaac seduti sulla panchina davanti al Queensboro Bridge? Sono immagini come queste ad avere contribuito al mito di Manhattan. Diventata l’immagine del film e del poster, basta questa inquadratura a far venire voglia di sedersi su quella panchina con lo sguardo verso il Queens ad ammirare la skyline della Grande Mela come hanno fatto Woody Allen e Diane Keaton. E chissà se i due attori, guardando verso l’orizzonte di fronte a loro, già sapevano che Manhattan sarebbe stato l’ultimo film in cui avrebbero recitato insieme

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