Profumo di donna, il capolavoro con Vittorio Gassman: un dramma mascherato da commedia

by Marianna Dell'Aquila

“Mi disturba la morte, è vero. Credo che sia un errore del padreterno, Non mi ritengo indispensabile, ma immaginare il mondo senza di me…che farete da soli?” aveva detto il Mattatore. E oggi un po’ gli possiamo dare ragione.

Sarebbe superfluo elencare tutte le opere cinematografiche, teatrali o televisive di cui l’attore è stato protagonista, spesso determinandone il successo internazionale. Vincitore di moltissimi premi e attore preferito di alcuni dei più grandi registi italiani come Ettore Scola, Dino Risi e Mario Monicelli, oggi vogliamo ricordarlo con il film Profumo di donna diretto da Dino Risi.

Uscita nel 1974, la pellicola è tratta dal romanzo di Giovanni Arpino Il buio e il miele del 1969. Vittorio Gassman veste i panni del capitano in pensione Fausto Consolo, rimasto cieco a causa di un’esplosione accidentale insieme al tenente Vincenzo. Stanchi e depressi a causa delle loro condizioni, i due decidono di suicidarsi insieme. Fausto così parte da Torino per raggiungere il suo amico a Napoli e durante il viaggio è accompagnato dal giovane soldato Giovanni Bertazzi. Fausto è un uomo affascinante è un po’ cinico del quale Giovanni scoprirà molte cose come, ad esempio, la sua capacità di riconoscere – e capire – le donne attraverso il loro profumo.

La prima tappa del loro viaggio è a Genova dove Fausto decide di passare alcune ore con una prostituta. Dopo una seconda sosta a Roma dove invece incontra un cugino prete con il quale parlerà di religione e dal quale si farà anche benedire, i due arrivano a Napoli e incontrano Sara, una giovanissima ragazza segretamente innamorata del capitano. Sara vorrebbe curarsi di lui, ma Fausto la respinge con astio, rifiutando ogni premura e attenzione da parte sua. L’atteggiamento del capitano, tuttavia, nasconde sentimenti più profondi che lo spingeranno, insieme all’amico Vincenzo, a suicidarsi sparandosi con le pistole d’ordinanza. Il tentativo però fallisce a causa della loro paura.

Rifugiatosi in un casolare abbandonato per far calmare le acque, Fausto non può che capitolare all’amore della ragazza, accettando definitivamente le sue debolezze, ma soprattutto l’idea di non poter fare a meno di Sara.

Profumo di donna è un dramma – mascherato da commedia – sulla solitudine. Fausto è lacerato dalla sua condizione fisica che lo priva innanzitutto del suo piacere più grande, le donne, e non sopporta più il continuo atteggiamento di pietà che riceve dagli altri. E’ in questa prospettiva che va letto il viaggio che intraprende verso Napoli, dove le sue sofferenze dovrebbero avere fine: dall’incontro con la prostituta a Genova che dovrebbe essere la sua ultima volta con una donna alla cinica benedizione che riceve dal cugino prete a Roma, fino a Napoli dove prenderà veramente coscienza delle cose. La cecità di Fausto tuttavia è anche una metafora della solitudine: è il filtro con cui poter riconoscere le cose molto di più di chi ha gli occhi, ma non riesce a vedere la realtà (Fausto ad esempio, al contrario di Giovanni, capisce che il ragazzo viene tradito dalla fidanzata).

Con un lieto fine dal gusto un po’ amaro, Profumo di donna resta una delle interpretazioni più memorabili di Vittorio Gassman diretto da Dino Risi. Candidato a due premi Oscar, premiato sia a Cannes che ai Nastri d’Argento e ai David di Donatello, la pellicola ha avuto anche un omonimo remake nel 1993 con Al Pacino nel ruolo del protagonista.

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