Kedi e la città dei gatti, il film cult atto d’amore verso Instanbul

by Giuseppe Procino

A Istanbul esiste una gigantesca comunità di gatti: vivono per strada, non hanno padroni, eppure sono in tantissimi ad averne cura o a intrecciare con loro le proprie vite. Da un lato gli abitanti della città che li nutrono, li portano dal veterinario se necessario, gli offrono un posto in cui dormire. Dall’altro lato invece ci sono: Sari, Duman, Bengu, Aslan Parcasi, Gamsiz e tanti altri, ognuno con il proprio carattere, la propria “occupazione”.

Il gatto come “altro”, come essere vivente con cui instaurare un rapporto di convivenza basato sulla reciproca considerazione e il reciproco scambio, una sorta di utopico microcosmo in cui indipendenza e riconoscenza sono la regola, in altre parole, il lato bello dell’uomo.

Gatti come detentori dell’ordine e della pulizia della città , portatori di benefiche energie ma anche gatti come maestri di vita, icone sacre e viventi che ispirano persone comuni e non (come il fumettista Bulent Ustun, autore delle strip di Bad Cat, da noi purtroppo inedite) e le aiutano direttamente o indirettamente: uomini e gatti nell’ordine delle cose.  Chi ha un gatto per amico è un uomo fortunato ma anche chi ha un uomo come amico è un gatto fortunato.  

Ceyda Torun, la regista, ha lasciato Istanbul quando aveva undici anni, da quel momento in ogni posto in cui ha vissuto, ha sempre percepito la delusione di non trovare nulla di simile al luogo in cui è nata.  Questo documentario nasce come atto di amore sconfinato verso la sua città e verso i suoi amici a quattro zampe. Ceyda Torun costruisce una riflessione sulla varietà umana e sul rispetto, una lezione profonda sulla natura come opposizione all’incedere del cemento e del progresso.  La regista ci mostra strade, storie, case di una Istanbul colorata e incantevole, inseguendo i piccoli protagonisti di queste storie. È una Istanbul accogliente, rispettosa della vita e pronta a donare amore in cui uomini e felini si fondono e confondono in un rapporto paritario, d’altronde ogni gatto ha il suo carattere esattamente come gli esseri umani, ogni volta che un gatto ti sceglie, è un piccolo regalo del fato, perché “sono i gatti a scegliere le persone e non viceversa” .

Uscito nelle sale per due giorni a maggio dello scorso anno e distribuito in dvd dalla Wanted- Cinema ricercato, Kedi- la città dei gatti è un buon documentario con un ottimo tema – il rapporto umanità-città-gatti e la metafora della convivenza – ma che manca del coraggio di sperimentare, finendo per essere accomodante nella narrazione e peccando a tratti di assolutismo: manca infatti di una maggiore identità, dell’esplicitazione del ‘punto di vista’ contraddittorio, che ne avrebbe potuto tirar fuori il ‘pathos’ potenziale. Peccato. Nonostante le imperfezioni stilistiche, però, resta l’intenzione: è un film girato davvero con il cuore. Resta quindi un racconto sulla bellezza della vita e sulla poesia di una città, Istanbul, di cui i piccoli felini sono ormai un simbolo. E resta un film che è già di culto.

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