Gloria Grahame, le stelle che non muoiono a Liverpool

by Daniela Tonti

Il pubblico più giovane ha conosciuto le ultime battute della sua storia grazie al biopic Le stelle non muoiono a Liverpool in cui si ripercorre il tramonto della stella di Gloria Grahame e la sua storia d’amore con Peter Turner.

La loro storia iniziò nel 1978, Gloria aveva 54 anni e Peter 26 ma nonostante la differenza di età furono legati da un sentimento molto profondo fino alla sua morte. I suoi ultimi giorni li trascorrerà a casa di Peter a Liverpool, accudita dai genitori. I figli di Gloria la riportarono a New York nell’ottobre del 1981, dove morì, all’età di 57 anni, poche ore dopo essere stata ricoverata in ospedale.

A portarla nel Regno Unito fu la speranza di trovare qualche ingaggio a teatro e la consapevolezza di avere ancora molto da dire. Hollywood, dopo l’ultimo scandalo che aveva travolto la sua vita privata, le voltò definitivamente le spalle. Da vivere in una lussuosa villa accanto a Humphrey Bogart e Lauren Bacall si ritrovò costretta ad alloggiare in piccole pensioni in Europa.

Erano lontani gli anni in cui Gloria la divina ammaliava folle di donne desiderose di copiarne non solo il look ma anche lo sguardo, la sicurezza e la sfrontatezza delle movenze.

Prima di Marilyn ci fu Gloria. Fu lei la femme fatale spietata e senza scrupoli a lanciare già nel 1944 la febbre bionda e aprendo la strada a star e starlette dalle chiome biondo platino. Nel 1946 ha un piccolo ruolo nel capolavoro di Frank Capra La vita è meravigliosa e dal 1947 interpreterà soprattutto ruoli di seduttrice o amante spregiudicata come in Odio implacabile di Edward Dmtryk che le varrà una nomination all’Oscar.

Dopo aver sposato il regista Nicholas Ray, gira sotto la sua direzione il bellissimo Il diritto di uccidere, un classico del cinema di genere al fianco di Humphrey Bogart. Memorabile la scena in cui appare nuda sotto un lenzuolo e che accese violentissime critiche per il fatto che non indossasse la camicia da notte. Critiche alle quali Gloria risposte lapidaria “Dormo nuda perché è più comodo”.

Sarà anche ne Il grande caldo di Fritz Lang dove la scena in cui viene sfigurata con del caffè bollente dal suo amante (Lee Marvin) passerà alla storia. Nel 1953 ha vinto l’ Oscar come miglior attrice non protagonista per Il bruto e la bella di Vincent Minnelli, anche se è apparsa sullo schermo solo per nove minuti.

Nel 1954 è sul set de La bestia umana ancora di Fritz Lang. Qui è ancora una volta una dark lady moglie di un dirigente delle ferrovie e amante di un macchinista (Glenn Ford) e inutile dirlo, la loro storia d’amore si concluderà tragicamente.  

Negli anni Sessanta si ammalerà seriamente e passerà in televisione e a teatro avviandosi verso un lento declino. L’ultimo ruolo all’altezza del suo talento fu nel film Una volta ho incontrato un miliardario di Jonathan Demme.

Tanto sicura di sé nei ruoli che interpretava quanto timida e fragile nella vita privata. Hedda Hopper la definì “una timida introversa”. Era insoddisfatta del labbro superiore che spesso riempiva con del cotone e del nastro adesivo, l’effetto era disgustoso e negli anni successivi cedette a un intervento di chirurgia facciale. 

Mentre la sua carriera di attrice è stata un grande successo, la vita amorosa di Gloria è stata caratterizzata da una serie di disastri.

Nel 1946 divorziò dal suo primo marito, l’attore Stanley Clements, dopo meno di un anno di matrimonio perché lui era un uomo molto violento. Nel 1948, sposò il regista di Gioventà Bruciata Nicholas Ray a Las Vegas e andò a vivere con lui e Tony, il figlio del primo matrimonio di Ray, a Malibu. “Sono stato infatuato da lei, ma non mi piaceva molto”, dirà Ray in seguito.

Quell’antipatia diventò odio feroce quando Nicholas rientrò prima dal lavoro e trovò Gloria a letto con suo figlio Tony che all’epoca aveva tredici anni.

Il matrimonio andò in frantumi anche se il motivo fu tenuto segreto per quasi dieci anni. Gloria sposò quindi il produttore televisivo Cy Howard da cui ebbe una figlia e dal quale si separò quasi subito.

Hollywood ha chiuso gli occhi su tutti gli scandali fino al 1962, quando è stato rivelato che Gloria aveva sposato il figliastro Tony due anni prima in una cerimonia segreta in Messico.

Ho sposato Nicholas Ray, il regista. La gente sbadigliava. Più tardi ho sposato suo figlio e dalla reazione della stampa avresti pensato che stavo commettendo un incesto o rapendo un bimbo in culla.”

Il matrimonio con Tony fu messo a durissima prova. Era attaccata ferocemente dalla stampa, andrò in pezzi e subì persino un trattamento di elettroscock per curare la sua depressione.  Ebbero due figli e rimasero insieme per 14 anni. Ma Nicholas Ray non perdonò mai nessuno dei due e non rivolse mai più la parola a suo figlio.

Nel 1978, con alle spalle la sua carriera cinematografica e televisiva, Gloria si diresse nel West End di Londra. Fu qui che conobbe e si innamorò di Peter Turner.

In Le stelle non muoiono a Liverpool a interpretare Gloria Grahame una splendida Annette Bening.

C’è qualcosa di unico in lei e nella sua vita personale. Guardando questa connessione che aveva con Peter, ho finito per pensare che doveva essere stata la persona più gentile, amorevole e accogliente con cui probabilmente era mai stata.

Peter Turner ha ricordato il loro tempo insieme in un libro di memorie del 1986, Film Stars Don’t Die in Liverpool 

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