“Ich liebe Manfredonia”. Lettl, l’artista tedesco simbolo della caduta del muro innamorato del Golfo

by Maria Teresa Valente

1919-2019, un secolo di Wolfgang Lettl, ovvero 100 anni in cui il pittore dall’animo surrealista ed impressionista ha fatto tappa sulla Terra per sedurre uomini e donne e deliziarne gli occhi con panorami e scene di vita quotidiana di straordinaria bellezza.

Lettl è uno dei più grandi pittori dell’arte contemporanea ed è in terra teutonica l’artista simbolo della riunificazione tedesca. Wolfgang Lettl ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico internazionale. Tanto gli deve la Germania, ma molto gli deve anche l’Italia dove, nel 1973, trovò una sua seconda patria, trasferendosi con sua moglie Franziska dalla città tedesca di Augsburg, dove era nato, nel villaggio di Sciale delle Rondinelle, a Manfredonia, alla ricerca di luoghi in cui trovare ispirazione per le sue opere. Qui visse fino al 1995 ammaliato dal colore del cielo e del mare da cui era attratto fin da bambino e poi vi tornò ogni estate. Lo studio della luce del paesaggio pugliese lo influenzò determinando un nuovo stile: alla vena surreale si unì un tratto più decisamente impressionista.

Una sua particolare caratteristica è appunto che in ben settanta dei suoi dipinti ha immortalato Manfredonia ed alcune zone limitrofe suggestive, divenendo ambasciatore in Germania di questa parte della Puglia. In ogni sua pennellata, la luminosità delle pendici del Gargano ritorna per incantare e raccontare un legame atavico, magico e un po’ selvaggio con il Sud dell’Italia che in Germania si tramanda di generazione in generazione.

Morto nel 2008 nella sua città natale, il cuore di Lettl era in riva al golfo sipontino. In un’intervista di un po’ di anni fa alla domanda “Perché ama Manfredonia?”, rispose: “Perché è libertà, non esiste altro posto al mondo con questa luce, questa spiaggia e questa atmosfera. Ed è meraviglioso: qui non piove quasi mai, c’è spazio e libertà, terra da modellare, da amare e poi si trova solo a 1500 chilometri dalla mia città, praticamente un solo giorno di viaggio”.

Nel 1940, all’età di 21 anni, Lettl come militare dell’esercito tedesco prestò servizio a Parigi, dove entrò in contatto con gli ambienti surrealisti e realizzò i suoi primi lavori, degli acquerelli dedicati a scene di vita della capitale francese. Dopo la seconda guerra mondiale, rientrato ad Augusta da un campo di prigionia norvegese, Lettl si dedicò completamente all’arte, dipingendo paesaggi e ritratti e affinando un originale stile surrealista. Negli anni cinquanta fece esperimenti surrealisti con murales, graffiti e mosaici. La sua prima grande mostra retrospettiva fu allestita nel 1963 a Monaco di Baviera e nello stesso periodo divenne membro della Neue Munchener Kunstlergenossenschaft.

Poi arrivarono gli anni Ottanta e per una inspiegabile mossa del destino un quadro del pittore venne scelto per la campagna di unificazione delle due Germanie. Lettl, nel quadro “Aufforderung zum Staatsstreich” (= Invito al colpo di Stato”; nella traduzione dell’autore: “Orsù, avanti con lo Stato”) simboleggiava la solennità ed il potere dello Stato e vi ritrasse il foggiano Giacomino Vascello, all’epoca dirigente dell’Asl foggiana, raffigurandolo come un eminente funzionario che siede dignitosamente in una poltrona e fissa con gravità l’interlocutore dall’alto di due teste (lo Stato bicefalo a cui nulla sfugge) e tre occhi. In Germania la propaganda elettorale si combatte per mezzo di manifesti o cartoline e da quel momento tutti i muri della Germania vennero tappezzati dal quadro e centinaia di migliaia di cartoline, che riproducevano l’opera, girarono per le mani di milioni di tedeschi. Vascello era grande amico dell’artista tedesco, con il quale si intratteneva nelle calde sere estive a Manfredonia, dove fu dipinto il quadro. Lettl lo utilizzò come modello a sua insaputa e Vascello, come confessò anni dopo, mai avrebbe potuto immaginare che sarebbe diventato il personaggio più famoso della Germania, un simbolo della caduta del Muro. Un aneddoto che sottolinea ancora una volta l’attaccamento dell’artista tedesco a questo lembo di terra a nord della Puglia ed alla gente che qui aveva conosciuto.

I quadri di Lettl che ritraggono il Gargano si possono ammirare all’indirizzo www.lettl.de cliccando su “Galerie” e poi, nella pagina accanto, su “Apulien”. Nelle sue tele i paesaggi immortalati appaiono dalla prospettiva di chi li ammira con sguardo innamorato. In alcuni dipinti ci sono scorci del centro storico di Manfredonia, in altri il protagonista è il mare con i pescherecci o i bagnanti, in molti ci sono masserie o angoli rurali di Siponto e dintorni.

Lettl ha lasciato ai piedi del Gargano un messaggio d’amore: guardare con occhi nuovi il proprio territorio per riscoprirne e valorizzarne la bellezza delle calde estati, della marina assolata, del promontorio sullo sfondo che incornicia il mare azzurro, del lavoro nei cantieri. Con Wolfgang Lettl nulla è mai banale ed è incredibile il pathos che traspare dai suoi dipinti: un sentimento che trafigge i cuori e lascia senza parole.

Grazie al figlio di Wolfgang Lettl, Florian, artista a sua volta, l’amore per questa terra da parte di un Maestro della storia dell’arte contemporanea continua a rifiorire con mostre ed opere, come ‘Incontro al vertice’, installazione collocata nel 2018 presso la Rotonda di Manfredonia ed ispirata ad un quadro del padre.

Nel centenario della nascita di Lettl, celebrata in Germania con una mostra ad Augsburg ed un catalogo, mi piace ricordarlo con una frase che gli sgorgava dal cuore e soleva pronunciare spesso: Ich liebe Manfredonia (trad.: Io amo Manfredonia).

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