Notre Dame nello sguardo immortale di Robert Doisneau e Henri Cartier- Bresson

by Marianna Dell'Aquila

Nel giorno in cui tutto il mondo si è unito di fronte alle sconvolgenti immagini delle fiamme che hanno devastato la chiesa di Notre Dame a Parigi, ognuno di noi ha cercato di imprimere dentro di sé l’immagine di una delle chiese più famose del mondo per paura di dimenticarla. C’è chi l’ha fatto guardando le fotografie di un viaggio, chi citando la famosa opera Notre Dame de Paris di Victor Hugo, chi guardando scene di film e chi attraverso opere pittoriche.

Con le fiamme che hanno distrutto la guglia e la parte superiore di Notre Dame è scomparso il simbolo di una delle città più famose al mondo. La città che ci fa sognare storie d’amore, di ribellione e di libertà. La città che da secoli ispira artisti di ogni parte del mondo, che non smette mai di stupire e che ha sempre qualcosa da raccontare. Perché se è vero da un lato che di Parigi esistono milioni di immagini e spesso ripetitive, è anche vero dall’altro lato che la sua inesauribile fotogenia artistica sta nel non essere solo una bella città da fotografare o da dipingere, ma anche nella capacità di trasformare ogni immagine di sé in un racconto. Un racconto che ci parla dei suoi cittadini, della sua storia, di chi ha scelto di lasciarla o di restarci, di chi ci è capitato solo di passaggio o per caso e di chi sogna di vederla solo una volta nella vita.

Henri Cartier Bresson

Chi meglio dei suoi fotografi ne ha colto questa capacità? Erano appena gli anni ’50, ad esempio, quando Parigi con la sua bellezza e la sua libertà culturale è diventata il centro dell’arte mondiale. Il luogo dove è nato un nuovo e rivoluzionario modo di pensare al cinema e alla fotografia segnando una via di non ritorno nella storia dell’arte e della cultura contemporanee. Erano gli anni in cui Robert Doisneau ed Henri Cartier-Bresson giravano con i loro obiettivi per la città immortalando angoli e persone, dettagli e strade fino rifondare la fotografia come nuova forma d’arte capace di rappresentare e soprattutto di raccontare qualcosa. E allora, mentre ognuno di noi cerca nella propria memoria l’immagine più recente o significativa che ha di Notre Dame, noi vogliamo rendere omaggio a Parigi e ai suoi simboli ricordando alcuni degli scatti di coloro che, più di altri, hanno contribuito a restituirne un’immagine immortale.

Henri Cartier Bresson

Nel 1950 Robert Doisneau, il celebre autore della fotografia Baisee de l’Hotel De Ville, decise di inserire tra gli scatti di un lungo servizio fotografico su Parigi anche qualche immagine fatta da Notre Dame. E’ sua infatti la fotografia in bianco e nero che ritrae uno dei simboli più famosi della Cattedrale francese, uno dei 54 gargouilles di marmo con le sembianze di animali mostruosi e inquietanti posizionati con lo sguardo verso la città. Lo scatto di Doisneau è una semisoggettiva del gargouille che severo e guardingo osserva la città verso la Senna e la Tour Effeil. Uno scatto che, come nel classico stile del fotografo francese, racconta il fascino della Ville Lumière immortalando i simboli e i miti della città. Non sapremo mai però se il suo  scatto sia stato ispirato all’antica storia secondo cui il gargouille era stato utilizzato in passato come guardiano delle chiese per tenere lontani i demoni.

La Gargouille de Notre Dame Robert Doisneau

E’ invece del 1953 Le tour de Notre Dame  di Henri Cartier Bresson, un affresco in cui il celebre fotografo francese ha immortalato dei veri e propri momenti di vita all’interno della Cattedrale. Turisti, bambini e coppie di innamorati guardano Parigi dai punti più panoramici della chiesa e l’obiettivo di Cartier – Bresson cerca di rubarne il punto di vista per inquadrare la panoramica della città attraverso il loro sguardo.

Henri Cartier Bresson

Cartier – Bresson e Doisneau sono solo due dei maestri che nel tempo hanno fotografato Notre Dame, ma la loro scelta è stata di non utilizzare la cattedrale come punto di riferimento nella skyline di Parigi, ma come faro da cui osservare città in tutta la sua bellezza.

Parigi è insieme un’immagine o tante immagini da immortalare, ma è anche un obiettivo dagli infiniti sguardi. Henri Cartier-Bresson diceva che “Una fotografia non è né catturata né presa con forza. Essa si offre. E’ la foto che ti cattura”. Proprio come Parigi.

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