Gli occhi di Saul vedono le atrocità del Sonderkommando

by redazione
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Nel campo di concentramento di Auschwitz, Saul Ausländer, prigioniero, è costretto a bruciare i corpi delle vittime nell’unità speciale Sonderkommando.

I membri del Sonderkommando erano scelti dalle SS. Ne film li vediamo accompagnare i prigionieri ignari alla camere a gas, dopo averli rassicurati e fatti spogliare: “Dopo la doccia avrete il tè”. Assistono al rumore assordante delle grida al di là del muro delle docce. Strofinano via il sangue da terra, portano i cadaveri (chiamati i “pezzi”) verso i forni crematori: “Quelli grassi per primi, sempre”. Svuotano nel fiume palate, palate e palate di cenere. 

I Sonderkommando avevano dei relativi privilegi: potevano tenere il cibo trovato nei treni e avevano una minima libertà di movimento. Ogni tre-quattro mesi venivano comunque uccisi, per evitare che rimanesse in vita qualche testimone. Saul Ausländer sembra non far più caso a nulla. Mentre lavora in uno dei forni crematori, scopre il cadavere di un ragazzo in cui crede di riconoscere suo figlio.

Aggrapparsi alla redenzione

Saul si aggrappa a quel corpo in maniera ossessiva. Vuole trovare un rabbino e concedergli una sepoltura; per farlo è disposto anche ad andare contro i progetti di fuga dei compagni.  
Non è chiaro se quel fanciullo sia davvero suo figlio e se Saul sia convinto che lo sia: quello che invece è il evidente è il disperato tentativo di redenzione, di compiere finalmente un atto umano in un contesto disumano.

Il figlio di Saul ricostruisce anche un tentativo di rivolta dei prigionieri attuato nel 1944, l’unica rivolta armata della storia del campo.

Parte della famiglia del regista László Nemes è stata sterminata a Auschwitz. Il film nasce quasi per caso, Nemes ha affermato che mentre stava girando in Corsica come assistente alla regia in una libreria ha trovato il volume Des voix sous la cendre (in Italia La voce dei sommersi, edito da Marsilio), che raccoglie gli scritti di alcuni membri dei Sonderkommando di Auschwitz. Prima della loro rivolta del 1944, nascosero queste pagine clandestine sotto terra; furono ritrovate solo molti anni dopo la fine della guerra. 

Primo Levi, infatti, nel suo saggio del 1986 I sommersi e i salvati, scriveva: “Aver concepito ed organizzato i Sonderkommandos è stato il delitto più demoniaco del nazionalsocialismo. (…) Attraverso questa istituzione, si tentava di spostare su altri, e precisamente sulle vittime, il peso della colpa, talché, a loro sollievo, non rimanesse neppure la consapevolezza di essere innocenti”.

Il film ha vinto l’Oscar come miglior film straniero e il Grand Prix Speciale al Festival di Cannes. 

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