Festival della Crescita: mestieri del futuro, idee e contaminazioni

by Daniela Tonti

Preparazione, studio, professionalità ma anche capacità di andare oltre e “pensare fuori dalla scatola”: molto coraggio, immaginazione e fantasia per arrivare a creare qualcosa che non c’è.

Sembra essere questa la formula vincente per dare vita a nuovi modelli di business innovativi, i cosiddetti mestieri del futuro in cui la componente umana, prima ancora che economica, diventa determinante nella realizzazione dell’idea.  Se ne è discusso al Festival della Crescita, un format creato da Future Concept Lab e la cui seconda tappa 2019 si è svolta a Foggia, in un Teatro Giordano stracolmo di studenti. La platea ideale cui i relatori si sono rivolti coadiuvati da spot e case histories per stimolare idee sul commercio 5.0, offrire spunti di riflessioni e consigli e generare la famosa contaminazione.  

E non poteva essere diversamente poiché la componente umana è al centro dei nuovi dibattiti scientifici ed economici del nuovo umanesimo, a partire proprio dall’ultimo libro dell’organizzatore del Festival Francesco Morace, “Futuro+umano”. I mestieri del futuro non avranno solo al loro servizio la tecnologia ma anche un valore aggiunto che è l’elemento umano, emozionale ed il fattore sorpresa. Ovvero la famosa Meraviglia la dimensione teoretica del filosofare spiegata da Aristotele nella Metafisica, applicata all’economia.  Un valore aggiunto rispetto alle tecnologie che avrà un grande impatto culturale e sociale, nella convinzione che le tecnologie possono migliorare l’umanità attraverso la  cultura e la responsabilità. Molto spesso le idee vincenti nascono da un processo di re-invenzione dell’esistente.

“Viviamo in un momento storico – ha spiegato Felice Limosani – in cui il mondo è pronto e si aspetta dai giovani delle idee che potrebbero sembrare irrealizzabili ma i grandi brand sono diventati dei laboratori di sperimentazione dei linguaggi espressivi. Le tendenze si sono spostate in comunicazione ma anche nel retail sull’espressività attraverso la ludica con l’esempio dello spot Nike in cui si afferma l’idea di poter suonare le scarpe, quindi associando delle cose diverse. D’altronde reinventando cose diverse come il telefono e il computer è nato il mondo degli smartphone, una cosa che nessuno avrebbe mai pensato potesse nascere da questo mix”.

La combinazione di elementi diversi attraverso la lente dell’ironia va di pari passo con il lavoro sulla parte emozionale e esperienziale e sfruttando quello che viene definito engagement a proprio vantaggio.  Quello che è definito instagrammabile, “Sfido chiunque – ha spiegato Limosani – di voi di fronte allo spettacolo di un dj che suona le scarpe, nove su dieci prenderanno il cellulare e filmeranno la performance fino ad attivare lo storytelling”.

Consigli per la crescita

Molti gli spunti di riflessione e i consigli ai giovani studenti. Uno per tutti mutuare l’attenzione che essi mettono dentro i videogame come Fortnite e portarla dentro una cosa che amano fare. “La passione è un elemento gratuito del puzzle della motivazione che è fatto di tante cose ma sicuramente la prima è fare quello che piace fare”, ha spiegato Francesco Morace.

Non sono poche le insidie lungo il percorso. La passione e le idee da sole non bastano bisogna avere cura del proprio talento, ascoltare il mondo ed essere responsabili.

“Bisogna capire – ha proseguito Morace – se  davvero si vuole andare in profondità e accettare l’idea che questo implica fatica sudore, lavorare sulla passione ma non è quella l’unica soluzione. È orientarsi e fare una scelta che sia corretta e rimanere in ascolto del mondo e prestare attenzione ai dettagli perché sono i dettagli che fanno la differenza. Altro aspetto fondamentale è la responsabilità. Un punto di svolta della crescita è la capacità di porre il proprio pensiero e la propria attività nel mondo con quello che i giapponesi definiscono la cortesia non è esattamente la gentilezza, non è fare i complimenti ma capire che nella relazione con l’altro puoi migliorare anche il tuo talento.”

Il Genius Loci

Nella costruzione di idee di successo c’è anche una componente che riguarda il Genius Loci ossia l’orgoglio del posto in cui si è nati, la disponibilità, una forma di generosità e ascolto verso la propria comunità che alla fine dovrebbe restituire sempre qualcosa.   E proprio sul genius loci, sull’orgoglio, sull’appartenenza ma anche sulla necessità di intervenire nel presente per orientare “il nostro futuro” cioè i giovani ha posto l’attenzione Anna Paola Giuliani, l’assessore alla cultura del Comune di Foggia, partner del Festival. 

“Abbiamo voluto questo Festival sul palcoscenico per vocazione che è il Giordano che è diventato una piazza, non virtuale ma reale, per guardarci negli occhi perché abbiamo il desiderio di parlare di esperienze.  E come Felice Limosani che è partito da Foggia, che aveva un sogno, ne aveva tanti e tanti ne ha realizzati. La forza è che nonostante sia arrivato a livelli esagerati non ha mai smesso di crederci e di sognare e oggi torna nella sua città per parlare di futuro, di crescita, di bellezza e gratitudine. Lo facciamo nel tempio della cultura e dell’arte perché ogni luogo di questa città vi appartiene di diritto.”

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