Leggere è comunità, l’attuale sistema pugliese ha generato il Polo Museale bibliotecario

by Ines Pierucci

Io sono un vero extraterrestre! 
Vengo da molto molto lontano 
Provate a chiedere alle mie maestre 
Non sono umano! 

Dalla galassia di non si sa dove 
Sulle onde gelide dei raggi gamma 
Sono arrivato con l’astronave 
Pancia di Mamma 

Ora ci sono, prima non c’ero 
E allora dico: vi siete mai chiesti 
Prima di essere qui dove ero 
Sciocchi terrestri? 

Ero nel prima, ero nel poi 
Ero in uno smisurato settembre 
Ero in un mondo senza di voi 
Ero nel sempre 

Tu guardi solo ad altezza di adulti 
Tu non ci pensi, tu non ci credi 
Gli extraterresti invece son molti 
E tu non li vedi! 

Guarda più in basso, siamo vicini 
Non ti diciamo né dove né quando 
Grande, preparati, siamo i bambini 
Stiamo arrivando!


“I bambini sono capaci di bellezza letteraria orale e meritano di qualcosa di più adeguato a quello che hanno e sanno, bisogna offrire loro filastrocche e storie adeguate alla bellezza di cui sono capaci”. Con queste parole Bruno Tognolini apre la seconda giornata di “Leggere è comunità”, il Forum Internazionale della Regione Puglia, dedicato alla lettura e alle biblioteche, in corso fino a domani presso la Fiera del Levante a Bari.
Bruno Tognolini è dalla parte dei bambini e prova a restituire loro il maltolto attraverso una “educazione alla bellezza rinnovabile”. E’ autore, tra gli altri, di “Leggimi forte” il libro più volte ristampato da Salani, sin dalla prima edizione del 2005 di racconti, di riflessioni e suggestioni per accompagnare i bambini nel grande universo della lettura.

A dimostrazione di quanto sono capaci i bambini, Tognolini ha raccolto e fatto ascoltare dal vivo le filastrocche di bambini e bambine dal mondo. “Le maestre devono avere maturità critica per scegliere i libri da offrire ai bambini e alle bambine, continua lo scrittore. Ma i mediatori di libri presso i bambini sono anche i genitori. Al fianco di questa formazione critica ci deve essere quella professionale dei bibliotecari, filtro di questo tsunami di quantità illimitata occidentale industriale delle novità di libri da selezionare”. Infatti per rispondere alla nuova domanda di cultura le biblioteche devono essere gestite da nuove professionalità consolidando e recuperando il bisogno antropologico delle relazioni.

Gli ultimi incontri dell’AIB Associazione Italiana Bibliotecari, rappresentata da Margherita Rubino, sull’analisi e il monitoraggio all’interno delle biblioteche hanno ribadito la necessità di professionalità all’interno del sistema bibliotecario. “L’attuale panorama pugliese subisce come in tanti settori i resti di una crisi economica ma anche democratica dell’intero paese che determina, dunque, una certa instabilità generale. Ma oggi, continua la Rubino, grazie al bando Community library e all’intesa tra regione Puglia Ubi, Anci e provincia di Bari e Lecce, l’attuale sistema pugliese ha generato, tra le altre cose, la nascita del Polo Museale bibliotecario”.

Dunque, la Puglia non è carente di esperienza bibliotecaria ma i dati di lettura sono sempre più sconfortanti. Nonostante la lettura sia un fattore cruciale per la competitività di un territorio, soltanto il 27% dei pugliesi legge contro il 57% del Friuli Venezia Giulia. L’altro dato negativo è rappresentato dal rapporto tra biblioteche e territorio. Anche qui siamo all’ultimo posto, su 400 milioni pugliesi abbiamo una biblioteca ogni 6mila abitanti rispetto a una ogni 800 abitanti di Aosta. Meno negativo è il rapporto tra biblioteche e Comuni perché in Puglia, con i suoi 4 milioni di abitanti, ci sono 449 biblioteche attive, di cui nei 500 comuni, 232 sono le biblioteche di pubblica lettura. Gli esempi più virtuosi sono rappresentati dalla Biblioteca Rendella, recentemente inaugurata a Monopoli, oppure la biblioteca dei ragazzi di Foggia ma la qualità dei servizi non è paragonabile a quella di altri comuni italiani ed europei.

La Forte riduzione degli investimenti locali ha contribuito alla mancate manutenzione e introduzione di prestazioni innovative come la carta dei servizi, la customer satisfaction, attestata soltanto al 18% dell’utenza. Le criticità delle biblioteche pubbliche pugliesi sono anche riflesse nella doppia anima di queste strutture: da una parte si tratta di biblioteche di pubblica lettura e da una parte di conservazione, quindi questa dicotomia non soddisfa i bisogni dei lettori.
L’uso da parte dell’utente è carente perché c’è una falla nella comunicazione oltre che la necessità di personale qualificato e professionalizzato. Molte hanno un solo operatore o volontario del servizio civile generando, pertanto, un apertura orario limitata.

Eppure le iniziative di promozione della lettura non sono poche, basti pensare ai tanti festival letterari e al lavoro che i Presìdi del libro svolgono in più di 60 comuni pugliesi e circa 50 territori fuori regione, da ormai 17 anni.
Le biblioteche però devono lavorare per un programma strategico, la parola chiave è partecipazione, c’è bisogno di coinvolgimento, le biblioteche devono essere inclusive e sono utili quando ascoltano la propria comunità.
“Le biblioteche facilitano l’istruzione, l’accesso alla cultura, creano conoscenza e promuovono la crescita personale di ciascuno. Essendo uno spazio privilegiato, afferma Josè Antonio Merlo Vega dell’Università di Salamanca, dopo la propria abitazione e il lavoro, la biblioteca deve offrire servizi gratuiti aperti, soddisfacendo i cosiddetti open service. Il bibliotecario è il consulente tattico, membro attivo della comunità a cui l’istituzione deve dare fiducia. Partecipazione, missione e cooperazione sono i pilastri per la crescita di questo settore. La sfida delle biblioteche è legata a quelle delle istituzioni e della politica. Per garantire a tutti l’accesso e gli stessi diritti è necessaria la trasformazione. Per lo sviluppo di una biblioteca è fondamentale assicurare equità, democrazia, uguaglianza e sostenibilità”.
L’altro aspetto da non trascurare sono i luoghi. Insieme ai servizi, gli spazi come le risorse devono essere equamente distribuiti. Creare una piattaforma online moltiplicando lo spazio fisico permetterebbe di raggiungere più persone. Le collezioni delle biblioteche rappresentano l’anima delle biblioteche ma c’è anche lo spazio per l’innovazione e per i laboratori, dunque creando condizioni molto diverse dalle tradizionali sale di lettura, con un nuovo approccio partecipativo e dal basso, con servizi online e il prestito eBook.
Lo sviluppo professionale è possibile per esempio appartenendo ad un’associazione. Il professionista deve fare ricerca per innovare e crescere. L’avanzamento di carriera è possibile con collaborazioni e partnership. La formazione accademica è necessaria pertanto si potrebbe prevedere il coinvolgimento delle Università. La via lattea della biblioteca come istituzione per la comunità, con nuove professionalità, le sfide sociali lo sviluppo personale e l’avanzamento di carriera rappresentano l’intero quadro sul terreno di cultura dove crescere.

Le biblioteche devono essere facilitatori. Un luogo dove si apprende e non solo dove reperire informazioni e saperi, che influenza la comunità per avvicinarla e mutarne i pareri.
Ma se è vero che le biblioteche sono luoghi di democrazia perché non inserirle nelle proposte all’interno di assistenza educativa? Se è vero che non rappresentano solo il sistema culturale educativo ma anche sociale e di supporto a tutti gli altri settori “le biblioteche posso andare oltre la politica settoriale della delega cultura e formazione?” Si interroga Nuria Sanz, rappresentante dell’UNESCO in Messico.
Etica, estetica e politica sono altre tre parole chiave delle biblioteche e quest’ultima, la politica, è il risultato della somma dei primi due. I libri brutti non esistono ma ci sono le strade per formare la sensibilità dei nostri maestri e bibliotecari per avvicinare i lettori ai libri e renderli capaci di sensibilizzare il pubblico, affinché possano scegliere autonomamente. Per trasmettere il senso della responsabilità probabilmente ci vuole la formazione dei formatori.

Rosan Bosch è convinta che al centro di questo grande cambiamento ci siano le persone. “Usiamo lo spazio per avere un impatto sulle persone, afferma la designer dell’omonimo studio olandese. Siamo in un’era di transizione nella quale è necessario salire a bordo altrimenti si resta in dietro. Ci sono ondate trasformative in corso come la rivoluzione digitale e la biblioteca diventa centro di apprendimento usato dalle scuole, per creare oggetti e collegamenti con gli altri.” Dai makers lab ai club per imparare a fare anche l’uncinetto, sono queste le nuove sfide dentro le biblioteche, dove è possibile condividere le collezioni di libri e di film ma anche esperienze digitali da vivere insieme e non da soli con il proprio cellulare. Poi c’è il bar e si può incontrare gente, lavorare o intrattenersi. Stazioni Tv e radio makers paint dove si fanno cose, si produce, hot spot per il coinvolgimento del cittadino che partecipa allo sviluppo della città.

Ispirazione è l’altra parola chiave della biblioteca scaturita, ad esempio, dal nastro rosso della biblioteca danese nella città di Hjørring. La biblioteca inoltre è curiosa perché la curiosità è uno snodo di apprendimento che viene dal DNA degli esseri umani, ci fa indagare e ad esplorare per poi apprendere. “La biblioteca, conclude Bosch, è l’unico luogo che difende e sempre difenderà l’accesso alla conoscenza e all’apprendimento, la biblioteca è custode della nostra democrazia, per questo è importante rivitalizzarla. Dove solitamente non puoi ridere, non puoi parlare ad alta voce”.

A Billund, in Danimarca, c’è un altro esempio virtuoso. Anche questa biblioteca, nella capitale dei bambini dove c’è la LEGO house, è stata ristrutturata dallo studio Bosch tenendo conto che il gioco ha a che vedere con l’apprendimento e che la pedagogia si basa sulla curiosità e sulla trasformazione. Biblioteca come paesaggio di apprendimento luogo ludico non solo per bambini ma anche per adulti viene rivisitato come centro per i cittadini, dove è possibile pagare le tasse, chiedere informazioni, fare un documento, tourist office e come luogo di intrattenimento grazie ad un bar. Il salotto della città che offrendo tutti questi servizi potenzia l’utenza e mette insieme le diverse generazioni. La biblioteca così, dopo la scuola, diventa il terzo docente.
Infine, anche Chris Wiersma Direttore della Biblioteca pubblica di Almere è convinto che è la curiosità a favorire lo sviluppo. “Le Biblioteche saranno rilevanti se si adegueranno allo stesso futuro, afferma, devono ispirare a leggere, curiosità e favorire l’incontro, così come i collegamenti con l’esterno”. Perché, dunque, c’è bisogno delle biblioteche? Per fornire un’opportunità per tutti, perché le persone si istruiscano e migliorino la propria condizione in società. Dunque i libri sono solo uno degli ingredienti delle biblioteche, ché possano ispirare, creare condividere conoscenza, idee e competenze.

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