Il Salone del libro di Torino, tra polemiche e riscatti a contare è la scelta dei lettori

by Ines Pierucci

“Ho deciso di parlare perché ho letto, ho scoperto i libri, ho capito quello che diceva Oriana Fallaci e anche altri. In certi momenti tacere è colpevole e parlare è un dovere. E’ l’unico modo per sentirsi esseri umani, e non pedine, non animali, non bestie”. Con queste parole Antonio Piccirillo si è dissociato dalle scelte di suo padre boss mafioso di Napoli. “La camorra è da buttare e da schiacciare, se tutti noi figli non cambiamo rimarremo fossilizzati in questa cultura, priva di etica e di valori”.

Nelle dichiarazioni del ventitreenne Antonio si ritrovano le parole “libri”, “cultura”, “valori” ed “etica” che, a pensarci bene, risulterebbero inaspettate da chi non ha concluso gli studi, con un papà in carcere per accuse di associazione mafiosa ed estorsione. Eppure Antonio ha compiuto le proprie scelte grazie ai libri. 

Siamo finalmente di fronte all’esempio concreto che dimostra di che cosa è capace il sapere e perché si dovrebbe leggere. Antonio rappresenta l’esempio in carne ed ossa della concretezza e tangibilità della cultura, smentendo tutti i luoghi comuni legati alla lettura, a partire dall’emulazione familiare per finire con le tante classiche campagne di promozione della lettura, ad esempio, pensate con le presentazioni di libri a cui, per altro, partecipano sempre le stesse persone. È il problema annoso degli indici di lettura e di tutti i convegni in cui si dibatte su come aumentare il numero dei lettori e di come promuovere la lettura: ognuna di queste soluzioni crolla, non a caso, come un castello di carta. Se alla libertà di coscienza della lettura associassimo una concretezza quotidiana come quella di Antonio probabilmente potremmo affascinare maggiormente i lettori di oggi e sicuramente renderemmo la lettura meno “elitaria”, (anche perché i “non lettori” non esistono, questa categoria ha solo aumentato la distanza tra cui legge e chi non è interessato alla lettura). Dunque bisogna far diventare la lettura più attraente dimostrando la ricaduta concreta nella propria vita. Antonio dovrebbe andare in tutte le scuole e in tutti i luoghi della conoscenza a raccontare la sua scelta.

Se è vero che i social network e gli strumenti come cellulari e Ipad sono molto più affascinanti di un libro è solo perché hanno sopperito ad un’esigenza che non siamo stati bravi ad attribuire ai libri. Non siamo stati capaci o meglio non abbiamo voluto dire quanto importanti siano i libri per il nostro futuro e che le conseguenze di quello stesso futuro appartengono alla conoscenza, che le scelte del domani hanno a che fare con i libri e che questa non è responsabilità soltanto della scuola ma di ogni luogo non istituzionale, dei luoghi delle scelte, delle frequentazioni e quindi degli amici, che spesso rappresentano la famiglia che scegliamo.

Il luogo di promozione della lettura per eccellenza è il Salone del libro di Torino e la polemica di questi giorni sulla partecipazione di una casa editrice di stampo fascista dimostra quanto i libri siano importanti per le scelte che compiamo. Alcuni scrittori come Christian Raimo, Carlo Ginzburg, il collettivo Wu Ming e Zerocalcare stanno prendendo le distanze dal Salone di quest’anno perché vi parteciperà, con un suo stand, una casa editrice che pubblica libri di estrema destra e nella quale questi scrittori non si riconoscono, molti di noi non si riconoscono.

Partendo dal presupposto che se andassimo a fare una ricerca approfondita scoveremmo la partecipazione al Salone di qualche editore “estremo” anche nelle precedenti edizioni, la questione non è rappresentata dalle pubblicazioni, che proprio quest’anno a Torino celebreranno Primo Levi, ma ancora una volta è una questione di scelte. I lettori, che spesso sottovalutiamo, maggiormente in questo momento storico di confusione e sovrapposizione dei contenuti, se vogliono essere liberi di scegliere, devono leggere e rendersi conto delle differenze. Così come a scuola si studia il passato per scegliere il futuro, nelle occasioni pubbliche si ricordano e si commemorano le stragi e le ingiustizie della storia affinché non si ripetano.

Alle scelte che da sempre i lettori compiono quotidianamente nel decidere cosa leggere, quest’anno si aggiungerà quella di visitare o meno dieci metri quadri di stand di una casa editrice o le altre ubicate nei sessantamila rimanenti dell’intero Salone.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.