La storia di Nellie Bly, la pionieria del giornalismo d’inchiesta raccontata in un libro

by Ines Pierucci

Questa è la storia di una donna libera e di un’epoca lontana ma che parla ai nostri giorni. Tra la fine dell’800 e gli inizi del 900, nell’America dello sviluppo e della rivoluzione industriale, nel tempo del petrolio di Rockefeller e dell’acciaio di Carnegie, si svolge la grande avventura di Nellie Bly. Una ventenne appassionata decide di condurre la sua vita con coraggio e determinazione.

Nei tempi in cui le donne possono diventare sarte o insegnanti di scuola, Nellie Bly sceglie un mestiere per uomini e diventa la prima giornalista investigativa, tanto da inventare il genere di giornalismo sotto copertura. Il suo vero nome, infatti, è Elizabeth Cochran ma i suoi articoli saranno firmati prima con Lonely orphan girl e poi come Nellie Bly.
Nonostante una vita piena di alti e bassi, Nellie mantiene sempre una sua identità forte e accesa e tiene il lettore incollato alle pagine del libro “Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly” di Nicola Attadio (Bompiani, 2018).

Dove nasce il vento, il libro di Nicola Attadio

L’autore racconta Nellie Bly con grazia e passione, si mette nei panni di una donna di fine 800 con rispetto e dedizione, nello scrivere della sua parte più intima lo fa con un rispettoso corsivo, intrecciando con eleganza informazione e storia. Il giornalismo narrativo, dunque, di cui la gente ha bisogno dopo la guerra è fatto di emozioni e di conoscenza. La coraggiosa Nellie Bly non amava il giornalismo di maniera ma entrava nei fatti schiettamente e il libro di Nicola Attadio è la giusta lente di ingrandimento che risalta la storia attraverso il suo racconto lucido e onesto.
Raccontata più volte per la sua unicità e al tempo stessa sconosciuta, questa è una storia di grandissima importanza perché si tratta di un pezzo fondamentale di giornalismo, del quale è necessario riparlare oggi, in cui sappiamo cosa è stato ma non sappiamo cosa diventerà, non solo come professione ma come vocazione. L’immersive journalism, come lo chiameremmo oggi, è il giornalismo di inchiesta del quale Nellie Bly diventa protagonista attraverso la narrazione e l’autenticità della storia. Il suo successo è determinato dall’aver intercettato con lungimiranza il pubblico nuovo dell’America di allora che ha fame di storie. Nellie usa il sentimento e la passione per generare sapere. Lei parla a nome delle donne “senza”, senza ricchezza, senza bellezza, senza istruzione.

Il giornalismo deve essere utile perché può cambiare le cose e aiutare a migliorare la vita delle persone.

Nellie Bly

I reportage dal fronte e dal manicomio

Con una delle sue inchieste più famose, come quella del manicomio, nella quale per raccontare la verità dall’interno si finge pazza per dieci giorni, non si tira indietro dal denunciare le ingiustizie e difendere le ragioni dei più deboli. Con la rubrica per il Journal “mette il giornale a disposizione” di chi ha bisogno di ascolto, dunque accorciando la distanza tra il giornalista e il lettore. Fingere per dire la verità è il paradosso che accompagna Nellie per tutta la vita ed è l’unico modo per fare giornalismo di inchiesta, ovvero calarsi nei panni della vita di coloro che verranno raccontati. Nellie Bly è precursore dei tempi attuali perché anche nei nostri social network la distanza si annulla tra chi scrive e chi legge e fingiamo continuamente per raccontare la nostra vita, che deve sembrare reale.

Giornalista, paladina dei diritti delle donne, tra le scelte forti della sua vita diventerà anche manager d’azienda (registrerà a suo nome più di venti brevetti), ma rimarrà la prima corrispondente americana persino dal fronte orientale della Grande Guerra, per raccontare le atrocità della morte e della sofferenza nella disumanizzazione dei bombardamenti. 
Non tutti sanno che il giro del mondo è stato compiuto in meno di 80 giorni, dal piroscafo di terza classe per raccontare il viaggio dei migranti che portarono New York a diventare una città da 300mila a 3milioni di abitanti, è un’altra sfida di Nellie Bly che ancora una volta ricorda l’attualità e che, se lanciata da una donna, è una notizia prima ancora di essere compiuta.

Il giornalismo è una delle forme di intermediazione più importante della comunicazione degli ultimi due secoli e come diceva Nellie Bly: “Bisogna rompere il muro dell’indifferenza, occorre guardare per conoscere, soltanto vedendosi migliori si può comprendere”.

Non ho mai scritto una parola che non provenisse dal mio cuore. Nè mai lo farò.

Nellie Bly

Ines Pierucci

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