Morgane, le donne libere e magiche di Michela Murgia

by Michela Conoscitore

L’immagine iconica di donna occidentale, quella classica per intenderci, approvata dalla società, corrisponde ad una sorta di fatina del focolare che si barcamena con leggiadria tra faccende di casa, lavoro, marito e figli, e vede il mondo con occhiali dalle lenti rosa. Paga e contenta del suo status quo, in parte imposto dal comune volere, come in una distopia di Margaret Atwood.

La scrittrice Michela Murgia e l’autrice televisiva Chiara Tagliaferri, nel libro appena pubblicato con Mondadori, Morgana – Storie di ragazze che tua madre non approverebbe (pp. 249, 19€), cercano di sfatare questa visione di donna bon ton, raccontando di femmine-streghe: femmine perché, a differenza delle altre colleghe di genere, sono riuscite ad affermarsi nude e senza remore, ignorando regole e diktat inculcati da famiglia e società:

Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a suo modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne.

In principio fu il podcast omonimo, sulla piattaforma Storielibere.fm, sempre curato dal duo Murgia&Tagliaferri, che è stato ascoltato in un anno da 700.000 persone, riscuotendo un grande interesse. Da quelle storie, narrate sia a voce che sulla carta con brio e tagliente ironia, nasce il libro che vede protagoniste Moana Pozzi, Santa Caterina da Siena, Moira Orfei, Grace Jones, le sorelle Brontë, Tonya Harding, Zaha Hadid, Vivienne Westwood, Shirley Temple e Marina Abramović.

La Murgia, da sempre paladina di un femminismo sano, porta avanti l’amore per le donne con ogni mezzo possibile, essendo anche molto attiva sui social network. È di qualche mese fa la sua iniziativa su Instagram di postare giornalmente la foto di una collega scrittrice, elencandone libri e meriti, dando vita così ad un database social dove poter non soltanto scoprire scrittrici magari fino ad allora sconosciute ai suoi follower, ma creando anche una comunità virtuale di “sorellanza” letteraria, perché, per la scrittrice sarda, da sempre, l’unione fa la forza, soprattutto in un’Italia dove il salvinismo sciovinista pare sia la filosofia più allettante da seguire.

Michela Murgia

Proprio per questo, per il suo credere in un’idea di donna imperfetta, controcorrente e dotata di attributi, che la Murgia e la collega Tagliaferri dedicano il libro a Claudette Colvin. Vi starete chiedendo: chi è costei? Proprio questo è il messaggio che le autrici vogliono far arrivare al lettore: le donne non possono essere solo dei simulacri perfetti e moralmente ineccepibili, sono soprattutto esseri vivi che sbagliano, che possono provenire da famiglie complicate e avere un passato torbido. Prima di Rosa Parks c’è stata Claudette Colvin, quindi fate una ricerca su di lei e inizierete a concepire diversamente l’universo femminile.

Il fil rouge che collega tutte le vite raccontate da Michela Murgia e Chiara Tagliaferri è il concetto di libertà, che nelle varie storie narrate acquista accezioni differenti, e anche un po’ di magia. Morgana, la strega oscura di Avalon, tiene a battesimo queste donne, che si possono definire sue discepole. Il lettore potrà leggere di professioniste, sportive, pornostar, stiliste, tutte profondamente diverse tra loro, ma che, inconsapevolmente, insieme, hanno costruito una nuova idea di donna. Quelle raccontate in Morgana non sono donne che hanno paura, si scandalizzano, si attengono alle regole e sono delle buone madri e mogli, anzi: è proprio sovvertendo questa immagine buonista della donna, appiccicata nel corso dei secoli a forza di slogan e romanticismo, che l’altra metà del cielo potrà smettere i panni di streghe, poter mostrare davvero se stesse, anche con le loro debolezze e mancanze, eliminando così il migliorismo femminile.

Le donne di Morgana hanno avuto l’ardire di osare con la libertà: Moana Pozzi ha vissuto la propria sessualità senza tabù, Santa Caterina da Siena ha professato la sua fede imponendosi perfino sul Papa, o le sorelle Brontë che hanno rivendicato la libertà di essere “strane”, aliene ad un mondo precostituito come quello vittoriano. Poi c’è la libertà più estrema da reclamare per una donna: quella di essere stronza, e l’ha ottenuta Tonya Harding, la pattinatrice statunitense che ha pagato caro questo privilegio, ma ne sta ancora beneficiando, in termini di crescita personale. Ancora, la libertà di esorcizzare la paura della Abramović, o quella di costruire la propria vita, scevra da qualsiasi condizionamento, come l’architetto Zaha Hadid. Le vite di queste Morgane hanno tracciato un cammino inedito e spiazzante, mettendo in luce una grande verità: spesso le donne non riconoscono il dono di poter affermare sé stesse, soprattutto quando sono anti-establishment. Basterebbe sapere che conformarsi non ha creato mai Morgane, ma sempre e soltanto slavate Ginevre.

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