Potenti insieme, milioni di gocce sono tempesta col vento giusto. La lezione di Michela Murgia

by Felice Sblendorio
noi siamo tempesta

La forza narrativa del nuovo libro di Michela Murgia, scrittrice e voce vivace dello scenario intellettuale italiano, è contenuta tutta nel titolo: “Noi siamo tempesta” (Salani Editore, pp. 128, € 16,90). 

Un titolo evocativo, dirompente, chirurgicamente preciso per la sua qualità di anticipare una visione, una contronarrazione fondata, un capovolgimento di quell’archetipo della forza solitaria e vincente che ha fecondato più narrazioni comuni schiacciate sul singolare. Quel “noi”, pronome plurale che troneggia sulla copertina del libro magnificamente illustrato dal collettivo creativo The World of Dot, è un modo forte e immediato per segnare un confine: si narrano storie esistite perché c’è stato un noi, storie che hanno mutato il mondo perché alla retorica dell’eroe, dell’uomo forte e del “chi fa da sé fa per tre” di popolare memoria si è preferito dare spazio alla logica della forza comune, dell’impegno condiviso. 

Michela Murgia

Sulla scia di questo pensiero, quella terra sventurata che ha bisogno di eroi, come scrisse Bertolt Brecht, Michela Murgia l’ha stravolta raccontando sedici storie nelle quali l’unione ha fatto la forza, l’essere “potenti insieme” ha generato un cambiamento. E sceglie proprio le storie perché, come ben ricorda nella nota introduttiva al libro, sulle storie impariamo a sognare e a costruire una nostra visione di mondo più vicina a quella con cui ci confronteremo nella realtà. 

Allora la storia di Wikipedia e di una conoscenza specchio delle persone che fanno e mantengono gratis un sapere alla portata di tutti, la distruzione corale del Muro di Berlino, la storia di San Domino alle Isole Tremiti dove furono mandati al confino da Mussolini nel 1939 ben 45 omosessuali che si ritrovarono per la prima volta a condividere un “essere noi”, una prima forma di comunità gay; le madri di Plaza de Mayo, l’arte relazionale di Maria Lai per “Legarsi alla Montagna”, la battaglia comune contro i tumori infantili della Meridian Elementary School in Colorado, l’esperienza di un gruppo di cittadini e intellettuali che hanno sostenuto Mediterranea Saving Humans per salvare vite umane nel Mediterraneo, i tre atleti di Messico ’68 e il loro simbolo contro l’ingiustizia e altre storie di rara bellezza per testimoniare l’esistenza di un superpotere che appartiene a tutti. 

“Noi siamo tempesta”, che le classifiche segnalano nella sezione “libri per ragazzi”, in realtà è un libro per tutti. Un libro che, se letto nella molteplicità delle sue possibili prospettive, non è per nulla innocuo. Per essere tranquilli è un libro per ragazzi che presenta una sua visione distanziandosi nettamente dagli altri prodotti di settore per qualità di scrittura, di scelta delle storie (lontane dalle tentazioni pop, alcune sconosciute e, proprio per questo, bellissime), di raro intreccio ben strutturato fra testo, grafica e illustrazioni. 

Per essere più agitati e riflessivi, questo libro è un lavoro quasi sovversivo perché ci mette di fronte a due temi complessi: l’educazione e la politica. Se davvero ci sono storie vere che raccontano che si può essere potenti insieme, una parte dell’educazione e della narrazione performativa con cui siamo cresciuti è completamente distorta. Si tende quasi sempre ad esasperare l’eccellenza, il genio, la solitudine di un percorso e a demonizzare i fallimenti, punti oscuri della persona secondo l’educazione più estetica. Le storie contenute in questo libro, invece, ci ricongiungono con la realtà e con un modo diverso di concepire la relazione dell’io riflessa nel noi: si può essere forti e grandi insieme, fare qualcosa con e non contro gli altri, fallire assieme come i fondatori di Wikipedia e pensare al fallimento come “atto mancato” per dirla alla Lacan, essere più collaborativi che competitivi, più riconoscenti che rivendicativi.  

Poi, se la lettura di questo libro vi lascia spazio per altro, allora quell’altro è la politica. La Murgia è una scrittrice fin troppo attenta al reale per pubblicare casualmente proprio oggi un libro dove si esalta la forza del noi in opposizione alla forza del singolo, dell’uomo solo al comando. In un Paese scollato, sfibrato dai sentimenti più bassi, coeso dalla paura più strisciante e combattente molto spesso al singolare maschile, leggere che le differenze condivise sono un valore, che le idee più belle vengono assieme e che le rivoluzioni più forti si materializzano quando c’è più di una persona che dice “mi sta a cuore, me ne prendo cura, è una finestra aperta sull’inverno pensando alla primavera. 

Le storie, però, non cambieranno il mondo; ma poco importa. Conta lo sguardo, la nostra visione. E se l’immagine di un eroe solo è troppo bella per essere dimenticata in soffitta, questo libro implicitamente ci dice che non c’è nessun problema: l’io vince le battaglie circoscritte nel perimetro delle cose accessibili, il noi le battaglie dell’indicibile. 

Felice Sblendorio

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