Presentato a Roma “Le guarigioni” il primo romanzo dell’attore Kim Rossi Stuart

by Marianna Dell'Aquila

“C’è sempre qualcuno che vuole guarire da qualcosa, che vuole guarire da qualcosa che ha in sé o da qualcun altro”, così l’attore Kim Rossi Stuart spiega la scelta del titolo del suo primo romanzo Le guarigioni, edito da La nave di Teseo per la collana Oceani.

Presentato lo scorso 7 febbraio presso La Feltrinelli di via Appia a Roma, il romanzo è composto di cinque racconti differenti che insieme costituiscono un insieme unico, come “ se fosse il tentativo di ricostruire dei pezzettini di un puzzle, sperando di trovare la bellezza delle cose e sperando di accettare la sofferenza della vita” dice l’autore. Se per l’attore il suo romanzo spazia tra tematiche differenti come la ricerca della verità, la crescita e la spiritualità, per l’editore Guido Maria Brera che ha presentato il romanzo, il vero filo conduttore dei cinque racconti è l’amore.

La lotta è il titolo del primo racconto e, nonostante il significato delle parole, in questo caso è proprio l’amore a fare da collante tra i due personaggi, un padre e un figlio che scoprono con il tempo il modo di aprirsi e donarsi l’uno all’altro. Il figlio scoprirà la bellezza dell’abbandonarsi alla tenerezza del padre e dall’altro lato il padre accetterà che questo possa accadere. Nel secondo invece il protagonista è un uomo completamente aggrovigliato nella confusione più totale. Il personaggio de Il maniaco inesistente infatti non conosce l’amore e cercherà di porre rimedio alle sofferenze inflitte alle donne incontrate nel corso della vita a causa della sua immaturità. Il personaggio si chiama Tommaso come  il protagonista del primo film da regista di Kim Rossi Stuar, Anche libero va bene (2005). Anche nel racconto L’altra metà il protagonista è un uomo, ma questa volta lo troviamo a confrontarsi con i temi della paternità e della famiglia. Un racconto che, a differenza degli altri, ci riporta a dei toni più ironici e divertenti. Il chiodo racconta di una psicologa atea che incomincia ad interrogarsi sulla spiritualità, mentre nel quinto ed ultimo Alla fine del Male (l’ultimo diavolo) troviamo un protagonista completamente differente.

“Con questo racconto – dice l’autore – mi sono domandato cosa sia il bene assoluto e se è possibile parlarne escludendo il male”. Siamo nel 2060, in un futuro distopico con deflagrazioni nucleari. L’umanità è dimezzata e il pianeta è sommerso nella sofferenza più totale. In questo mondo distopico, si viene a creare un batterio portatore di una strana malattia: la bontà. Tutti diventano buoni, la cattiveria non esiste più. Ma il mondo così finisce sullo stallo più totale, l’umanità diventa piatta. Questa bontà è traghettata da un giovane prete che pensa di avere una missione: reinserire nell’umanità dosi di malvagità per fare in modo che si ricrei il giusto equilibrio tra le cose.

Le guarigioni è un romanzo in cui le contrapposizioni sembrano fare da perno alla struttura narrativa: padre e figlio, bene e male, ragione e spiritualità. Eppure, come dice anche l’autore, quello su cui ha voluto veramente lavorare sono i temi dell’identità e del contrasto tra il buono e il cattivo “perché siamo in una società in cui conta apparire, ma spesso è importante anche avere l’umiltà di mostrare i lati più poveri e ridicoli dell’uomo. E’ come un viatico per vivere meglio”. E cosa meglio del cinema e della letteratura permette di mettere veramente a nudo i personaggi? Eh sì, perché anche se Le Guarigioni è un romanzo, quando è proprio Kim Rossi Stuart che ce ne parla non riusciamo ad allontanarci del tutto dalla consapevolezza che l’autore venga dal cinema. Lui stesso ammette di essersi avvicinato alla scrittura da autodidatta e di aver “corretto e ricorretto le bozze mischiando mille volte le cose” senza avere il coraggio di staccarsi da quello che stava scrivendo. “Nel cinema le regole sono differenti così ho capito che ad un certo punto dovevo lasciarmi andare. Questo miscuglio nel cinema non è possibile perché tra te e quello che riesci a realizzare c’è una marea di gente. Con la letteratura questo non succede, sei tu con il tuo racconto”. Sarà, ma a noi sembra che le sue storie e i suoi personaggi siano già pronti per dei racconti fatti per immagini.

By Marianna Dell’Aquila

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