L’allunaggio e l’altra faccia della luna e della musica tra Schönberg e Pink Floyd

by redazione

20 luglio 1969- estate 2019. 50 anni dall’allunaggio. Un piccolo passo per l’uomo, ma un passo enorme per l’umanità, nella celebre frase di Armstrong.

Ci si diletterà in infinite citazioni e notti di luna in queste sere estive. Del resto, la luna, da Giacomo Leopardi ai Canti Orfici di Dino Campana, accompagna i poeti e l’ispirazione creativa e artistica per definizione.

Noi cominciamo con l’indagare la luna nella musica, grazie all’aiuto del grande maestro violoncellista Francesco Mastromatteo, docente al Conservatorio Umberto Giordano e formidabile concertista internazionale.

La luna intesa come alterità, una parte diversa di noi, che conduce direttamente al capolavoro dei Pink Floyd, The Dark Side of the Moon.

La luna rappresenta in sé la vocazione musicale. Le suggestioni sono molteplici, dalle più banali, banali nel senso di meglio o più conosciute come il celebre Clair de Lune di Debussy insieme a tutta la sua produzione, o The Planets di Gustave Holst, a quelle più intense, come il Clair de lune di Gabriel Fauré  su testi di Paul Verlaine.

Siamo in un ambiente simbolico, che è il passaggio dal tardo Romanticismo alla modernità. La luna è proprio ciò che cambia il senso del panorama musicale romantico e tardo romantico.

L’eclissi del sole romantico e l’apparizione della luna nella musica francese determina l’entrata nel mondo della diversità, per caratteristiche timbriche, che sono suggestioni lunari di un mondo altro, dove non ci sono più le coordinate abituali, ma ci si può lasciar andare a tinte sfumate e indefinite in cui tutti riconoscono un pezzo di sé.

Chiaro di luna

La vostra anima è uno scelto paesaggio

incantato da maschere e bergamasche

che suonano il liuto e danzano, quasi

tristi sotto i loro fantastici travestimenti.

Cantano così in modo minore

l’amore vincitore e la giusta via,

con l’aria di non credere alla felicità,

e la loro canzone si unisce al chiaro di luna,

al calmo chiaro di luna, triste e bello,

che lascia sognare gli uccelli sugli alberi

e gli zampilli singhiozzare in estasi,

i grandi zampilli guizzare tra i marmi.

Paul Verlaine

La luna quindi tra Ottocento e Novecento è un passaggio timbrico che è anche un passaggio d’epoca, in Francia come in Germania, col capolavoro di Arnold Schönberg, il Pierrot Lunaire, scritto nel 1912 per la cantante di cabaret Albertine Zehme. Per Mastromatteo è senza dubbio Schönberg il compositore più “lunare” della storia della musica.

Il poeta ebbro di luna vive la relazione artistica col satellite, incarnando così l’Altro da noi, tutto quello che non è codificabile.

Composto da un ciclo di 21 melologhi su testi del poeta simbolista belga Albert Giraud, tradotti in tedesco da Otto Erich Hartleben, fu scritto per voce recitante e ensemble strumentale (pianoforte, clarinetto in La o clarinetto in Si bemolle, flauto o ottavino, violino o viola, violoncello). Il Pierrot lunaire si caratterizza per lo Sprechgesang il canto parlato, a metà tra il canto e la parola. Tra canto e recitazione.

Il Pierrot non razionalizza le emozioni, la sua scrittura volta pagina alle coordinate sonore risapute nel mondo tonale, ed è rappresentativo della fase atonale, ossia alla rinuncia al linguaggio armonico tonale, sentito agli inizi del 1900 privo di espressività e di foriero di maniera. Le 21 poesie del simbolista Albert Giraud. che vengono scelte sono tutte sullo straniamento umano dinanzi alla luna

Voglie orribili e dolci

solcano innumerevoli le onde!

Il vino che si beve con gli occhi,

a flutti versa di notte la luna.


Albert Giraud

Come i francesi passano per un tramite timbrico, con  colori e tinte dalla luce lunare diffusa e distante, così i tedeschi vivono la luna concettualmente, come le ragioni profonde dell’essere umano, con pulsioni che possono finalmente essere liberate, possono muoversi e possono fondare una nuova grammatica.  

Il Pierrot viene scritto per 5 strumentisti che suonano 8 strumenti, una vera e propria molteplicità, che in arte significa anche molteplicità di sentire, di suono per stabilire una coerenza formale.

La forma poetica si fa struttura, ma allo stesso la partitura lascia spazio all’inconscio, non a caso per la prima messa in scena del Pierrot servirono 40 prove, fu uno dei bravi più provati della storia della musica.

https://www.youtube.com/watch?v=BbeavlJEYrk

“Quel lato di mancanza di struttura porta direttamente ai Pink Floyd e a The Dark Side of the Moon, il Pierrot Lunaire è un antesignano del concept album ed è in ambito europeo classico ciò che ha significato nella musica rock e nella psichedelia The Dark Side of the Moon, con la riaffermazione totale dell’alterità e dell’alienazione dell’uomo del XX secolo. La coerenza lunare salta i passaggi logici e porta la relazione dentro stati emotivi più profondi, che avvengono alla luce della luna”, spiega il maestro nella sua comparazione.

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