Beethoven per l’Orchestra giovanile di Rodi. Un momento “storico” nell’assenza della politica

by Antonella Soccio

Si è celebrato un momento storico per il Conservatorio di Rodi Garganico, sede staccata dell’Umberto Giordano di Foggia. Nel comune costiero, amato da Katia Ricciarelli, si è suonata per la prima volta da quando è aperta l’istituzione, ossia da 45 anni, la prima sinfonia di Beethoven, eseguita dall’orchestra giovanile del Conservatorio di Rodi.

Al progetto hanno tenuto tanti docenti, con la collaborazione della direzione di Francesco Montaruli e del presidente Saverio Russo.

Molti insegnanti, tra cui il violoncellista Francesco Mastromatteo, Paolo Carbone, docente di esercitazioni orchestrali, Gianni Caruso, Matteo Bevilacqua, Davide Dell’Oglio e i fiduciari Giuseppe Spagnoli, Michele Castelluccia hanno accompagnato i giovani studenti in un percorso di consapevolezza e di sicurezza allo strumento.

In sala c’erano circa 80 persone, che per il tipo di fruizione garganica e per lo spopolamento della Montagna Sacra nei mesi non balneari è un grande successo. Un mezzo miracolo, un punto di lunga partenza, ove si consideri che l’orchestra di docenti e discenti è ancora in una fase embrionale.

“La prima Sinfonia di Beethoven si suona nell’aprile 1800, inaugura il secolo. Ci sono tanti elementi nuovi, è un autore di rottura, segnala l’esigenza artistica personale e prioritaria davanti ad ogni committenza. La sua individualità artistica si erge ad orecchio collettivo, Beethoven ha un percorso interiore tale che riesce ad arrivare alla collettività. La sua idealità universale ha valori astratti ma risponde anche ad azioni concrete. Beethoven pretende e chiede di incidere nella società, nella politica e nella civiltà. Eseguire questa prima sinfonia, con un Beethoven fresco e ottimista con lo slancio della gioventù, farla eseguire a dei giovani musicisti, sul Gargano, che sono in una fase di formazione è qualcosa di memorabile”, rimarca a Bonculture Francesco Mastromatteo. “È stato un momento storico- continua- ed è molto significativo che siano stati assenti tutti i politici. Erano assenti i politici locali e quelli di rilievo regionale provinciale e tanto più nazionale”.

Il maestro è più che rammaricato da tale vuoto. “È inutile che il Ministro dell’Interno Salvini, che viene spesso sul Gargano, venga sulla tomba del carabiniere ucciso, così come è inutile che il premier e tutti siano andati ai funerali di Stato. Mi spiego meglio. Quando si viene ad un funerale, e lo dico con tutto il dispiacere possibile e il dolore più grande, quando si viene a ricordare un morto, una persona che non esiste più, si viene ovviamente a dar valore a quella morte. Ma quanti hanno il coraggio di dar valore alla vita, che è anche questa sinfonia che nasce da giovani vite sulle quali si può e si deve incidere se vogliamo celebrare la vita? Dobbiamo celebrare una vita diversa. Questa è l’unica lotta alla mafia che davvero ci fa vincere. Il Ministro dell’Interno invece di venire a Bosco Isola a mangiare e a passare le serate con altri politici locali a parlare del nulla, dovrebbe venire laddove si fa cultura, arte e si crea il futuro. Dovrebbe informarsi, chi lavora nel suo staff dovrebbe fargli riconoscere i segmenti importanti di vita del territorio e valorizzarli, queste assenze ci dicono che è totalmente inutile, che è molto peggio che essere razzisti o fascisti, come lui si dimostra. E accanto a lui sono inutili anche gli altri, non c’era veramente nessuno. L’inutilità è trasversale, l’utilità di una classe politica si vede in queste occasioni”.

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