Cinzella: un festival essenziale europeo, per la rinascita di Taranto

by Giuseppe Procino

È un festival che profuma d’Europa questo Cinzella e non solo per la line–up dal respiro ampio e internazionale, ma anche e soprattutto per un assetto che lo pone tra le migliori offerte musicali dell’estate pugliese. Un evento che evita il situazionismo da selfie social, restando pratico e essenziale, come deve essere un festival dalla dichiarata anima rock.

Dietro questo evento ci sono soprattutto appassionati dallo sguardo lungo, che devono aver frequentato tantissimo le realtà estere di media e grande fruizione della musica e che cercano di riproporne il meglio, seppur in piccolo, nel nostro territorio. Il Cinzella sogna, sogna tantissimo e, possiamo dirlo con assoluta convinzione, fa bene a sognare. La struttura del progetto è cresciuta esponenzialmente in soli tre anni, grazie anche alla sinergia tra pubblico e privato, ma soprattutto all’intelligenza, professionalità e passione che servono per gestire un’idea così grande e ambiziosa.

Il Cinzella ha le carte in regola per guadagnarsi a pieno titolo uno spazio più consistente tra le realtà nazionali e internazionali e sta già scrivendo una pagina importante della storia della nostra Puglia. Se per vincere è necessario mettersi in gioco, i ragazzi dell’associazione culturale AFO6, hanno già vinto, anche mettendo in atto un’idea differente di impresa come alternativa possibile all’industria-mostro. Taranto potrebbe ripartire dal turismo e dalla cultura. Non è un caso che il festival sia nato nella Masseria Carmine dove, nel 2010, 600 capi fra ovini e bovini, furono abbattuti a causa della diossina e che la mascotte di questo festival sia appunto una pecora.

Oggi, alla terza edizione, l’organizzazione e la struttura di questa isola che non c’è della musica è già stata migliorata tantissimo, rasenta la perfezione. Noi diremo che al momento va bene ma non benissimo, ma solo perché ci auspichiamo un’ulteriore crescita che porti l’evento a ricoprire più ore di programmazione, espandendo magari l’area con più palchi o rendendo ancora più articolata l’area food o l’offerta collaterale, perché i festival sono esperienze sensoriali, squarci spazio temporali in cui immergersi. C’è chi organizza le proprie vacanze in funzione dei festival musicali in giro per l’Europa, noi iniziamo a percepire la possibilità di averne uno proprio nella nostra regione.

La nuova location (lo è dall’anno scorso), le Cave di Fantiano, oltre a prestarsi come scenografia unica e meravigliosa, restituisce un’acustica impeccabile e offre una vivibilità ampia dello spettacolo, dando così la possibilità di partecipazione anche a un pubblico di piccolissimi. Sì, perché sino ai dodici anni, al Cinzella non paghi il biglietto. Questo festival è pensato come evento per tutti, tenendo in considerazione le esigenze del pubblico e rispondendo con disponibile professionalità a necessità particolari. Includere, non escludere, partendo già dai biglietti e dagli abbonamenti venduti in early bird a prezzi accessibilissimi.

Ovviamente, la portata principale del festival è la line-up attraente, che unisce a eccellenti band locali, nomi di spicco della scena nazionale e internazionale. Protagonisti della prima giornata gli I hate My Village, il super gruppo afrobeat composto da Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion), Fabio Rondanini (Calibro 35, Afterhours), Alberto Ferrari (Verdena), Marco Fasolo (Jennifer Gentle) e gli statunitensi Battles. I primi accattivanti, i secondi esplosivi, da dipendenza. Il pubblico ne vuole ancora nonostante una performance coinvolgente e movimentatissima, a calmare gli animi ci pensano però i Digitalism, un gran bel djset.

I Marlene Kuntz sono i veri protagonisti della seconda serata, portano l’unica data estiva del 30:20:10 Mk2 tour.  Dopo una prima parte completamente in acustico, il meglio arriva nella seconda parte in elettrico. È qui che incendiano il palco con “Ho ucciso Paranoia”, suonato quasi tutto per intero, “La canzone che scrivo per te”, “Nuotando nell’aria” e chiudono (quasi come sempre) con “Sonica”, carica dal vivo come non lo era da tantissimo tempo. Via le melodie romantiche e poetiche, resta il noise più estremo. Il miglior live dei Marlene degli ultimi anni nella nostra regione: uno schianto. 

A seguire i White Lies gruppo post punk inglese con sonorità e testi dall’anima spiccatamente decadente che avevano conquistato nel 2009 le classifiche con il loro primo disco “To lose my life…”. Erano dei ragazzini. Poi la virata verso le sonorità più synth, tipiche degli 80 ma prima del mega revival messo in atto da Muse, Stranger Things e Thegiornalisti. Harry McVeigh sorridente, motivato accompagnato dai suo compagni di sempre non disattende le aspettative: dal vivo ballano tutti, chi conosce le canzoni le intona all’unisono. Bravissimi.

La festa si chiude con il Dj set di Luca De Gennaro, una garanzia.

Terza giornata, oggi, con gli Afterhours, per quella che si vocifera essere l’ultima data per molto tempo per la storica band di Manuel Agnelli. Per questa estate la band si è concessa solo due concerti e se la scaletta dovesse confermarsi la stessa dello scorso 18 luglio a Bologna, ci aspettano quasi tre ore in cui la band milanese attraversa quasi tutta la sua discografia in Italiano.

Il momento clou, ovvero il gran finale, arriva però domani, martedì 20 agosto, con i Franz Ferdinand. La band capitanata da Alex Kapranos dal vivo è un concentrato di energia. Chi li ha già visti live, sa che il concerto più divertente di questa estate pugliese è alla cave di Fantiano. “This Fire”, “Ulysses”, “do you want to…” sono solo alcune delle hit che hanno reso la band di Glasgow un fenomeno mondiale. Indie rock contaminato da New wave, un retrogusto di revival per il Post-punk, Britpop e ovviamente reminescenze Beatlesiane, alla corte dei Franz Ferdinand, arciduchi del rock ci si diverte tantissimo, i loro live sono una festa, un antidepressivo efficace e può capitare di tutto, da gente che salta e canta con le stampelle a ritrovarsi distesi nel fango. Una scaletta impeccabilmente nota, una sorta di greatest hits. Sarà difficile riprendersi dopo queste quattro giornate, ma sappiamo che per il 2020 ci aspettano ulteriori sorprese. Lunga vita al Cinzella!

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