Matteo Pagnoni e Damiano Cherchi dei Levy sfondano nel Regno Unito con Light blue

by Salvatore Imperio

Allo stato attuale, nel mondo della musica “Made in Italy”, può capitare che una band marchigiana sia più conosciuta oltre confine che nel Paese in cui è nata.

Stiamo parlando dei Levy di Matteo Pagnoni e Damiano Cherchi, reduci da un sorprendente 2018 che li ha portati in tour nel Regno Unito e continua ad avere trasmissioni radio dedicate tra Stati Uniti, Australia, Germania, Sudafrica e tante altre nazioni.

Capita, che un album come “Light blue” venga consacrato come uno dei migliori album dagli addetti ai lavori italiani uniti in un unico pensiero e cioè che la band, con il suo sound, abbia trovato la giusta dimensione e che sia pronta per dimostrare al mondo che, in Italia, si può fare grande musica.

Abbiamo avuto il piacere di incontrarli e intervistarli.

Ciao ragazzi, girando sul web, sembra che abbiate trovato la vostra dimensione di sound e temi trattati nelle vostre canzoni con “Light Blue”. Come è nato questo album?

L’album è nato lo scorso anno e ha preso definitivamente forma dopo il tour di beautiful monsters che si è concluso nella scorsa estate.

Avevamo già le bozze di molte canzoni che sono entrate nella tracklist dell’album e le abbiamo completate in un paio di mesi dopo le date estive.

Volete raccontarci la storia dei Levy?

Non è facile raccontare gli ultimi quattro anni della band, in cui siamo passati da perfetti sconosciuti a band Italiana che si esprime veramente molto bene sui palchi internazionali. Sicuramente tutto è passato attraverso un processo evolutivo di qualche anno e sicuramente un album e diversi singoli, uniti al lavoro di promozione con la nostra etichetta ha favorito la nostra strada.

Anche il videoclip del primo singolo, uscito pochi giorni fa, sembra stia piacendo un po’ dappertutto. Quali sono i Paesi che apprezzano di più la vostra musica?

In primis abbiamo i paesi anglosassoni ed europei, ma da pochi mesi anche in Italia abbiamo un incremento veramente consistente di ascoltatori followers le persone che ci seguono costantemente.

Riuscire, in chiave rock, a parlare di temi importanti come gli ultimi in “Beautiful Monsters” non è mai facile. Sembra quasi che abbiate preso molto dal cantautorato italiano che ha fatto grande la musica nei decenni passati. Quanto influisce la storia della musica italiana nei vostri brani?

Fondamentalmente abbiamo le nostre radici qui in Italia e non lo dimentichiamo mai neanche in fase di composizione. Questo significa che mettiamo sicuramente la musica italiana e la sua storia dentro ad un contesto internazionale. Scrivere quindi in un’altra lingua ed essere capiti, per noi significa portare la propria cultura fuori dai confini nazionali : sta diventando una missione e un arricchimento personale.

Molti addetti ai lavori sono dell’idea che siate pronti per sbancare l’Europa e i Paesi extraeuropei. Come sta andando il vostro album all’estero?

Abbiamo uno zoccolo duro veramente consistente di persone che ci seguono: addetti ai lavori e promoters. Se gli stessi dicono che siamo pronti non possiamo far altro che essere d’accordo, anzi ci auguriamo che al più presto possiamo esprimerci su palchi importanti. Dalla nostra siamo già pronti per l’esperienza.

Tornando a “Beautiful Monsters”, possiamo dire che è stato il segnale che i Levy avevano trovato finalmente la giusta dimensione?

Guardando ad un anno fa sicuramente Beautifuli Monsters è stata la chiave di volta del nostro progetto, la canzone che ha sancito quel passaggio all’età adulta della band, alla maturazione.

Come vivete la musica in una zona di provincia. Pensate che se fosse stati in una città come Roma o Milano, il vostro sound avrebbe avuto influenze diverse?

Sì forse qualcosa di diverso ci sarebbe stato, ma posso dirti che noi ascoltiamo tanto materiale italiano ed estero e ascoltiamo, quindi credo che la differenza potrebbe essere soltanto nell’occasione di vedere più concerti in una città metropolitana, piuttosto che in provincia. È vero anche che ci siamo spostati parecchie volte per guardare e gustarci dei concerti di caratura internazionale, che ci hanno segnato e dato molto a livello professionale.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Viaggiare molto e fare molti concerti in giro per l’Europa e gli States, poi c’è un progetto molto interessante on-line, che stiamo delineando proprio questi giorni e che vogliamo svelare un po’ alla fine dell’estate. Stanno nascendo inoltre delle canzoni che entreranno nel prossimo album.

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