Suoni amici di Infinito, Mastromatteo regala il virtuosismo dimenticato di Piatti per le Rigenerazioni salesiane

by redazione
Francesco Mastromatteo per Rigenerazioni

Al piano Viviana Lasaracina e al violoncello Francesco Mastromatteo sono stati felici di contribuire a Rigenerazioni, un “eroico” progetto di crescita sociale e culturale in uno dei quartieri più difficili della città di Foggia, il Candelaro, scosso dalle bombe e dagli omicidi.

Per i 50 anni della presenza della comunità dei salesiani in città, questo nuovo momento di riscatto è stato per i due musicisti “una bandiera di vita”.

Con la presenza di Don Bosco, a cui anche il maestro foggiano dalla lunga permanenza ad Austin in Texas è molto legato, i due musicisti hanno regalato al pubblico un concerto molto appassionato, dal titolo “Suoni Amici di Infinito”, con la musica di Schumann, Brahms e Piatti. Tre musicisti legati da un filo rosso di amicizia e di affetto, il cui romanticismo crea afflati di apertura verso mondi di fede, in cui l’eternità non ha nome.

Fu Robert Schumann a presentare perentoriamente il ventenne Johannes Brahms all’attenzione dell’ambiente musicale in un articolo passato alla storia, intitolato Neue Bahnen (Vie nuove), pubblicato sulla “Neue Zeitschrift für Musik” del 28 ottobre 1853. Il giovane Brahms lo aveva colpito con una serie di lavori per pianoforte, da camera e vocali (molti dei quali poi distrutti dall’autore) che gli aveva fatto ascoltare pochi giorni prima a Düsseldorf.

Fu invece Carlo Aldredo Piatti, il più importante violoncellista della storia, a far incontrare due acerrimi nemici come Franz Liszt e Johannes Brahms.

Il repertorio di Piatti comprendeva pezzi virtuosistici, brani solistici con accompagnamento di pianoforte o di orchestra, musica da camera (fu membro di rinomati complessi, fra cui il quartetto guidato da Joachim), e copriva un arco cronologico che andava da Corelli a Haydn, Mozart, Beethoven e Schubert, per arrivare ai contemporanei: Mendelssohn, Schumann, Chopin, Brahms, Čajkovskij, Saint-Saëns. Per lui scrissero Michael William Balfe, William Sterndale Bennett, Bernhard Molique, Anton Rubinštejn, Arthur Sullivan, Charles Villiers Stanford.

Come ha spiegato Mastromatteo, oggi, in un tempo in cui tutti preferiscono ascoltare suoni perfetti dalle strumentazioni elettroniche, quasi più nessuno esegue le sonate di Piatti, che sono assai complesse per l’infinito virtuosismo che le caratterizza.

Per il pubblico dell’Auditorium Santa Chiara il violoncellista foggiano ha scelto le Rimembranze del Trovatore di Verdi, creando leggerezza ed enorme pathos, come solo i grandi artisti sanno fare.

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