“AniMA – La magia del cinema d’animazione da Biancaneve a Goldrake”: un tesoro «d’arte» in mostra a Firenze

by Michela Conoscitore

Visitabile fino al 17 ottobre a Palazzo Medici Riccardi di Firenze la mostra AniMA – La magia del cinema d’animazione da Biancaneve a Goldrake, un accesso speciale al mondo dei disegnatori. Il percorso espositivo interamente curato da MUS.E., da un’idea di Valentina Zucchi, è stato reso possibile dall’incredibile tesoro di cui è in possesso una delle eccellenze del capoluogo toscano, l’Accademia per le arti digitali NEMO, che da anni forma disegnatori per il cinema e la televisione.

Il tesoro in questione consta di ben ottomila tavole originali, firmate dai più grandi animatori di tutti i tempi, tra cui anche i mitici Nine Old Men, come furono ribattezzati dallo stesso Walt Disney, artisti che fecero la storia della casa di produzione statunitense, creando i suoi lungometraggi più celebri e amati. Milt Kahl, Marc Davis, Jerry Eisenberg, Willie Ito, Tony Benedict sono solo alcuni dei maghi che da decenni fanno sognare grandi e piccini. Non solo Disney, spazio anche per Dreamworks, Pixar, Warner Bros., Hanna&Barbera e, ovviamente, gli anime giapponesi come Candy Candy, Goldrake e Lady Oscar.

Al principio del percorso espositivo, la dedica a Dale Baer, disegnatore recentemente scomparso, creatore della mitica Yzma de Le Follie dell’Imperatore. I curatori hanno voluto dedicare AniMA a lui perché come depositario di un’arte così difficile da comprendere quando si trasforma in lavoro di una vita, Baer ha voluto indirizzare una lettera ai suoi successori spingendoli a credere nel loro sogno, che sembra inconsistente e senza futuro ma invece con la tenacia e la perseveranza, imparando soprattutto dagli errori, per lui si è trasformato nel suo mestiere, il più bello del mondo.

La mostra è accolta in un Palazzo Medici Riccardi rinnovato, i mesi di chiusura causa pandemia non sono trascorsi invano perché gli spazi di quello che è diventato uno dei musei principali della città sono andati incontro ad un upgrade, in vista di significativi progetti futuri. Come affermato da Valentina Zucchi di MUS.E.: “Le mostre saranno innesti fecondi e fruttuosi, capaci di instaurare un dialogo col luogo in cui saranno ospitate”. Presenti all’inaugurazione Letizia Perini, consigliera della città Metropolitana di Firenze delegata alla Cultura, Giovanni Bettarini, capo gabinetto del sindaco, e i curatori della mostra, Luca Chiarotti e Sandro Cleuzo, docente alla NEMO oltre che vincitore di un Emmy Award per Il ritorno di Mary Poppins e animatore tra i più capaci al mondo, c’è la sua mano in film come Anastasia, La principessa e il ranocchio e Le Follie dell’Imperatore.

Chiarotti ha guidato i giornalisti alla scoperta del percorso espositivo, contraddistinto da colori pop che contribuiscono ad immergere il visitatore nel mondo fantastico dei cartoni animati. Il curatore ha svelato anche curiosità e retroscena: la prima tavola è quella di Gertie il dinosauro del 1914, poi i Mickey Mouse degli anni Trenta, e infine l’exploit della Disney con i primi lungometraggi. Biancaneve, Bambi, La spada nella roccia e La Bella Addormentata che, a quei tempi, mandò in bancarotta Walt Disney per produrlo. Ma lui non si perse d’animo, trovando una soluzione per finanziare i suoi disegnatori e continuare a creare magie visive: aprì Disneyland. Si passa agli anime, con la divisa di Lady Oscar e una riproduzione di Goldrake, oltre alle tavole che li ritraggono, e si conclude con i più recenti concept degli ultimi film in 3D.

AniMA è una vera e propria passeggiata nei ricordi d’infanzia, che fa tornare bambini e scalda il cuore. L’incontro si conclude con una domanda: ma i cartoni animati possono essere considerati opere d’arte? Risponde Sandro Cleuzo: “Sono trent’anni che faccio questo lavoro, questa è la mia vita quindi sì, per me sono arte”. A proposito di questo, ogni opera d’arte dovrebbe essere custodita in un museo ad essa dedicato, e infatti Chiarotti ha avanzato la proposta di fondare un museo, la Casa per la Storia dell’Animazione, dove confluirebbe il patrimonio della Nemo e attestandosi come luogo unico in Italia, “Un’occasione”, ha affermato Chiarotti, “che Firenze non deve perdere.

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