Comunità custodi nelle Aree Interne, webinar e incontri a Bovino per le Giornate Europee dell’Archelogia. «I piccoli musei rappresentano un’infrastruttura importantissima»

by Michela Conoscitore

Qualche giorno fa è stato reso noto che i quindici siti artistici che fanno parte della Direzione regionale musei pugliesi rischiano di non accogliere turisti e cittadini nell’estate che sta per cominciare. Il problema è annoso, e non si giunge dopo anni, in Puglia così come nel resto d’Italia, ad una soluzione: manca personale. È il caso del Castello di Manfredonia, recentemente rinnovato, e del sito archeologico di Siponto, poco distante, che con molta probabilità rimarranno chiusi nei prossimi mesi, depauperando il pubblico di arricchimento e conoscenza.

Visitare un sito artistico, un museo contribuisce ad ampliare non soltanto la consapevolezza del nostro patrimonio culturale ma, allo stesso tempo, a valorizzarlo. A questo proposito si inseriscono provvidamente le Giornate Europee dell’Archeologia il 18, 19 e 20 giugno, durante le quali tutti i quarantasette paesi membri dell’Unione Europea, su scala locale, dedicheranno iniziative, incontri, visite rivolte alla ricerca e alla conoscenza archeologica, in particolare alla sua dimensione pubblica, per tenere acceso l’interesse sul passato, sul patrimonio e sul territorio e sottolinearne la qualità di bene comune. In Puglia sono numerose le iniziative nate grazie alle Giornate dell’Archeologia, anche se in provincia di Foggia l’unica associazione a parteciparvi è l’Archeoclub di Bovino, diretto da Nunzia Roccotelli.

Anche se gestiamo un museo periferico e certo non paragonabile ai più importanti della regione, non abbiamo voluto mancare questa bella occasione, e cerchiamo di essere sempre presenti nelle iniziative che creano rete fra le diverse istituzioni“, dice Roccotelli, presidente dell’Archeoclub di Bovino e neo eletta nel direttivo regionale dell’associazione, ” I piccoli musei rappresentano un’ infrastruttura importantissima per far arrivare l’arte e l’archeologia capillarmente davvero a tutti, sono presidi fondamentali che garantiscono democrazia e sviluppano identità.  Attraverso le piccole realtà locali si costituiscono comunità custodi, e si avanza nel concetto stesso di cittadinanza, così come gli accordi di Faros finalmente riconoscono“.

Bovino e il suo territorio sono da anni oggetto di ricerche e di valorizzazione che mirano a conoscere e far conoscere il ricchissimo patrimonio culturale di questo meraviglioso borgo dei Monti Dauni.

Abbiamo voluto offrire una panoramica che va oltre i confini del nostro borgo, proponendo incontri su Bovino ma anche su Montecorvino e Salapia”, ha affermato la dottoressa Roccotelli, infatti webinar e incontri racconteranno questi due importanti siti di Capitanata.

Significativi centri del Subappennino Dauno, la prima nasce come città murata di frontiera bizantina nell’XI secolo, ulteriormente fortificata e valorizzata in epoca normanna e sveva. L’insediamento andò incontro allo spopolamento tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna. Tra i più longevi siti di scavo in Puglia, le indagini sono iniziate nel 2006, il sito archeologico di Montecorvino ha permesso di recuperare importanti porzioni di memoria storica riguardanti le comunità subappenniniche. Diversa la narrazione insediativa riguardante il sito di Salapia o Salpi, nel sud del Tavoliere, sito abitato fin dal I secolo a.C. e abbandonato nel XVI secolo. Dei due insediamenti, quello illirico e in seguito quello romano, nulla permane a causa anche dell’odierna intensa coltivazione del territorio.

Montecorvino

Le tre giornate dedicate al recupero dei beni storico-artistici nel Subappennino serviranno anche ad introdurre il neonato corso di laurea, interateneo tra Bari e Foggia in Archeologia, infatti i relatori che parteciperanno ai webinar organizzati dall’Archeoclub di Bovino saranno i docenti del nuovo percorso universitario che oltre a formare nuove professionalità in campo culturale, aiuterà a focalizzare l’attenzione sulle zone interne ricche di potenzialità ma, spesso, trascurate o al peggio, ignorate. Anche il Covid ha contribuito a far riscoprire questi luoghi, ma aree come quella bovinese si auspica non siano un rifugio momentaneo ma luoghi in cui rinsaldare non solo le radici col proprio passato ma costruire anche basi solide per un futuro di crescita, valorizzazione e promozione culturale. 

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.