L’Italia è in questo periodo avvolta dalla morsa mortale del Covid-19, un virus che sta infettando molte persone e sta decimando la nostra popolazione più anziana: un’emergenza sanitaria ma anche una tragedia umana che non conosce paragoni contemporanei; bisogna riportare la mente ai terribili avvenimenti legati alle due guerre mondiali per trovare una distruzione umana così significativa e profonda.
Ma in tutto questo marasma generato dal Coronavirus, arte e cultura hanno deciso di non fermarsi, anzi hanno rafforzato la loro diffusione in tutto il territorio nazionale: sono nate visite virtuali, passeggiate con il direttore, vengono stravolti i palinsesti televisivi per offrire a tutti documentari e approfondimenti culturali per vivere delle bellezze della nostra Nazione, lasciandoci ammaliare dalla grandezza del passato.
E proprio perché la cultura non si ferma, mercoledì 25 marzo 2020 è stato confermato il “Dantedì”, ovvero il giorno dedicato a Dante e alla Divina Commedia. Per la prima volta, infatti, in Italia è stato indetto un giorno speciale per ricordare il padre della lingua italiana, una figura storica e letteraria che ha saputo segnare non solo l’Italia ma anche le popolazioni del mondo che ancora oggi usufruisce dei ‘benefici danteschi’.
Anche l’arte ha saputo trarre importante ispirazione dal poema dantesco: non è raro, infatti, trovare rappresentazioni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso realizzate anche da importanti artisti del tempo come Sandro Botticelli. Ma molte sono state anche le raffigurazioni di Dante, che ci hanno permesso di conoscerne la fisionomia: forse la più importante è quella attribuita a Giotto e realizzata nel Giudizio Universale della Cappella del Podestà (nota anche come Cappella della Maddalena) del Palazzo del Bargello di Firenze. Qui compare forse per la prima volta la figura di Dante, rappresentato di profilo nel suo tradizione abito color porpora, dal naso adunco e dal volto riconoscibile. Purtroppo lo stato di conservazione dell’opera non è dei migliori, ma ci ha permesso nel tempo di arrivare a riprodurre la prima figura autentica di Dante. La Cappella del Podestà del Bargello, infatti, è databile al 1330-1337 circa; Dante morì a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321: questo significa che l’opera giottesca fu realizzata pochi anni dopo la scomparsa del Sommo Poeta e la raffigurazione di Dante venne realizzata sulla scorta di una conoscenza diretta o di una memoria d’acciaio di chi lo aveva conosciuto. Per questo motivo questo ritratto fu giudicato attendibile e preso a modello da molti artisti a seguire che poterono così realizzare una rappresentazione autentica e veritiera del Poeta.
Per l’occasione del “Dantedì” molte erano le iniziative in programma, che a causa della recente pandemia sono state necessariamente rimodulate, ma non cancellate. “Questa prima edizione avviene in un momento particolarmente difficile. Le tante iniziative già previste si spostano sulla rete. Per questo rivolgo un appello agli artisti: il 25 marzo 2020 leggete Dante e postate i vostri contenuti. Dante è la lingua italiana, è l’idea stessa di Italia. Ed è proprio in questo momento che è ancor più importante ricordarlo per restare uniti” ha dichiarato il ministro del MiBACT, Dario Franceschini.
Le sue parole sono state rafforzate anche dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, che sottolinea come “Cittadini e scuole, il prossimo 25 marzo, potranno unirsi in un momento alto di condivisione. Riscoprire Dante, tutti insieme, sarà un modo per restare uniti, in un momento così complesso, attraverso il filo conduttore della poesia. So che gli insegnanti stanno già facendo sforzi importanti per portare avanti la didattica a distanza, per restare in contatto con in nostri ragazzi. Il Dantedì può essere una bellissima occasione per ribadire che la scuola c’è, per condividere sui social o sulle piattaforme delle lezioni online la passione per uno dei testi più importanti della nostra letteratura”.
MiBACT, Miur, ma anche scuole, musei, parchi archeologici, biblioteche, archivi e luoghi della cultura sono pronti a inondare i propri profili social di immagini, video, opere d’arte, rare edizioni della Divina Commedia e molte altre perle di cultura per raccontare l’importanza di Dante e del suo capolavoro. Come se non bastasse, avendo già stravolto i palinsesti per diffondere cultura, al “Dantedì” parteciperà anche la Rai, con una selezione di lecturae Dantis interpretate dai maggiori artisti del nostro tempo, programmate in brevi pillole nelle tre reti della Rai e su RaiPlay.
Non ci resta che unirci al coro per celebrare uno dei nostri grandi Padri fondatori della cultura e delle lingua italiana, ricordando come davvero arte e cultura possono salvare la nostra stessa essenza, facendo riecheggiare la nostra storia e tradizione in tutto il mondo. Buon Dantedì!
Marco Grilli
Storico e critico d’arte