Diario di una guida turistica: visite più silenziose e quasi personalizzate nei Musei della Firenze che riapre

by Valeria Nanni

Le grandi attese aperture dei luoghi della cultura sono iniziate, anche a Firenze. Neanche il tempo di fermarsi ad ascoltare il cigolio dei portoni pesanti ed ecco aperti musei, giardini e chiese monumentali. Così hanno aperto, uno dietro l’altro e non in fila, ma in ordine sparso, a macchia d’olio. I primi sono stati Giardino di Boboli e Palazzo Vecchio, a seguire riaprono le Gallerie degli Uffizi e dell’Accademia, il Museo di San Marco, il Museo Nazionale del Bargello e Palazzo Pitti. Questi solo i maggiori. Poi riapriranno, rispettivamente 10 e 12 maggio, le grandi basiliche di Santa Maria Novella e Santa Croce. Ed è già un elenco da capogiro, letto tutto insieme, soprattutto considerando molte novità che i singoli musei hanno preparato per il turista.

Mentre erano chiusi, questi luoghi si sono rinnovati, pronti ad aprire col botto. Le Gallerie degli Uffizi aprono al grande pubblico con le nuove 14 sale dedicate al ‘500 ma anche con una sala dedicata al ‘900. Nuovo anche il sistema di ingresso che ha modificato il percorso del visitatore. Il vecchio grande museo fiorentino famoso in tutto il mondo è nuovo anche per chi lo frequentava tutti i giorni.

In tutta nuova veste si presenta anche la Galleria dell’Accademia. Adesso il David di Michelangelo è in compagnia di studi di statue, ovvero i calchi in gesso di Lorenzo Bartolini, prima esposti nella gipsoteca del museo allo scopo di ricreare lo studio di scultura dell’esponente più importante del purismo italiano. Sistemazione tuttavia temporanea, perché la Galleria dell’Accademia terminerà il suo rinnovamento a luglio con la nuova Gipsoteca e Sala del colosso, adesso ancora chiuse per ristrutturazione.

Non da ultimo il Museo Nazionale del Bargello fa parlare di sé. Contiene la più importante collezione di statue rinascimentali al mondo, ed in questi mesi di chiusura ha rinnovato l’esposizione della sala degli avori, così detta perché espone sculture e manufatti realizzati con questo pregevole materiale. Inoltre è un importante luogo dantesco e per celebrare 700 anni della morte del sommo poeta dall’11 maggio all’8 agosto esporrà la mostra “Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante”.

Conosciuto da un pubblico scelto, ammirato e ricercato dai turisti francesi, è il museo di San Marco che può essere a ben diritto considerato il luogo privilegiato in cui ammirare e studiare i capolavori del Beato Angelico. Si sta parlando del primo rinascimento fiorentino in pittura. Questo convento museo che ha visto vivere lo stesso frate Angelico, ma anche il più rivoluzionario Gerolamo Savonarola, si presenta ai visitatori con il nuovo allestimento della sala del maestro Beato, per i suoi dipinti su tavola.

Insomma non un solo motivo viene offerto per mettersi in moto e andare verso l’arte svelata. Un inizio col piede giusto, che tuttavia racconta di un mondo profondamente cambiato dalla pandemia covid 19. SI, perché in tutti i musei l’ingresso è contenuto, scaglionato e ridotto al minimo. Anche solo per entrare ad Uffizi e Galleria dell’Accademia ci aspetterà un labirinto o comunque un sistema che non prevede grandi masse di turisti. Il numero di visitatori in gruppo è ben lontano dalle consuete 30 persone che affollavano di norma i grandi musei. Per le visite in gruppo si va a Firenze da un massimo di 16 persone in Santa Maria Novella ad un massimo di 4 nel museo di San Marco. Tutti con audioguida, mascherina e mani igienizzante. Inoltre si procede per le sale mantenendo la minima distanza sociale di un metro.

Questo significa visite più silenziose e quasi personalizzate. Le folle saranno inesistenti e non si dovrà più fare a gara per conquistare il primo posto davanti al David o alla Venere di Botticelli. Anche i musei tradizionalmente più affollati sembreranno tornati ad essere goduti da un turismo scelto, non di massa. Insomma le carovane di turisti a volte difficili da gestire saranno un ricordo del passato, almeno per il futuro più imminente.

Vivere l’emergenza sanitaria e le restrizioni sociali ci hanno forse cambiati più di quanto immaginiamo. E il turista, definito come persona in movimento, è cambiato. Il suo ritmo è più lento le sue esigenze sono più qualitative. Già si chiede alle agenzie turistiche una guida esperta sull’argomento. Come se l’esperienza di visita guidata fosse una vera esclusiva, una occasione unica a cui ci si arriva con sacrificio, determinazione, consapevolezza.

A dire la verità ci si augurava un cambio nell’offerta turistica: di qualità, destagionalizzata, che contrastasse con il turismo mordi e fuggi. Di certo è successo. Nessuno più mordera’ l’occasione per fuggire poi subito via, domandandosi a fine giornata magari in albergo, se si è andati a vedere gli Uffizi o Palazzo Pitti. È come se tutti fossimo convalescenti. Risanati dalla malattia della frettolosita’ e indifferenza. Questo è quanto possiamo dire fino ad ora. Ma come attraversare questo periodo ci abbia cambiati davvero lo sapremo solo dopo aver potuto rivivere più occasioni di socialità.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.