Dicotomie e arte ecologica: “Alberi in Versi” la mostra di Penone agli Uffizi

by Michela Conoscitore

Alberi In Versi è la mostra dell’estate delle Gallerie degli Uffizi, presentata in anteprima alla stampa dal direttore del polo museale fiorentino, Eike Schmidt, accompagnato dal protagonista del percorso espositivo, l’artista Giuseppe Penone. La mostra era stata anticipata, a marzo, dall’installazione in Piazza della Signoria dell’Abete, un’opera in acciaio e bronzo alta 22 metri, in occasione del Dantedì a cui l’opera si è ispirata per un verso della diciottesima cantica del Paradiso.

La mostra ripercorre la vasta gamma tematica delle opere di Penone”, ha spiegato il direttore Schmidt che ha puntualizzato la centralità del tempo, che scorre lento, scandito dai ritmi naturali, e del peso specifico che le opere occupano nella riflessione filosofica. Dagli anni Sessanta alle opere più recenti, Giuseppe Penone, artista tra i più celebri e affermati a livello mondiale, cuneese, ha sempre portato nella sua ricerca artistica il tema dell’albero e del rapporto dell’uomo con la natura. “Il mio lavoro mira a comprendere la materia”, ha affermato, “e gli alberi sono elementi vivi”.

Il percorso degli Uffizi, personalmente concepito dall’artista, ha reso possibile un dialogo tra le opere di Penone e la collezione d’arte antica e moderna dell’ente culturale fiorentino. Richiami e connessioni che Penone ha rintracciato in opere delle Gallerie come l’Ermafrodito incorniciato da un background silvanico e affiancato da Soffio di foglie, che riportano il calco del respiro dell’artista, un vuoto, in contrapposizione al tutto della scultura. Il Marsia scorticato invece instaura un rapporto con Pensieri di foglie, un abito di foglie che ricopre una figura antropomorfa.

Dicotomie e arte ecologica, infatti il materiale maggiormente usato da Penone è il legno: esponente dell’Arte Povera, la sua riflessione ecologista si esplica anche in due installazioni dalle dimensioni importanti, Spine d’acacia, poste una di fronte all’altra che ritraggono un occhio dalla palpebra chiusa e una bocca, ritratti interamente con spine d’acacia. “Quando ho raccolto le spine per procedere alla creazione di queste opere, ho notato che esse si facevano via via più grandi e acuminate quando la pianta era più vicina a siti colonizzati dall’uomo. La natura si difende sempre da noi”, ha raccontato Penone mentre ha illustrato il percorso di visita.

Un dialogo inedito e virtuoso tra gli ambienti delle Gallerie e un’artista contemporaneo che è una vera icona dei nostri tempi”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi, presente all’anteprima della mostra che sarà visitabile fino al 3 ottobre.

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