Fiumefreddo Photo Festival, una “traccia nuova e universale per il territorio e la comunità” con primo festival diffuso di fotografia in Calabria

by Marianna Dell'Aquila

“Siamo felicissimi di poter organizzare questo evento. Quando Anna me lo ha proposto, io sono immediatamente rimasto entusiasta sia per la topologia dell’evento, per la novità e per la certezza che ne trarrà beneficio anche il borgo. Attraverso questo evento Fiumefreddo sarà conosciuto da più persone, quindi avremo maggiore possibilità di avere presenza qui. Poi si tratta di un evento culturale significativo: io credo che dietro ogni scatto non ci sia soltanto l’immagine ma le emozioni, la musica, la filosofia. Fare a Fiumefreddo un festival di fotografia non solo mi riempie di orgoglio come primo cittadino per quello che si verrà a realizzare qui, ma per tutta la cittadinanza perché ovviamente ci sarà molta gente. Non ci sarà solo un rientro dei nostri compaesani che sono emigrati e che poi tornano qui a fare le vacanze perché hanno la loro casa. Noi ci aspettiamo un arrivo anche di altre persone, abbiamo bisogno di presenze che non siano solo le nostre perché queste da sole non bastano per lo sviluppo. Mi auguro che questo evento, anzi ne sono sicuro, sarà un volano”. Lo ha dichiarato, a noi di Bonculture, Fortunato Rosario Barone il sindaco di Fiumefreddo Bruzio, la cittadina in provincia di Cosenza che dal 29 luglio al 10 settembre 2022 ospiterà Fiumefreddo Photo Festival, il primo festival diffuso di fotografia della Calabria.

Abbiamo incontrato Anna Catalano, promotrice e organizzatrice del festival e le abbiamo chiesto com’è nata l’idea di questo evento dedicato alla fotografia in Calabria. “Sono calabrese e sono anche io una fotografa professionista, ma con questo festival è la prima volta che mi cimento nell’organizzazione di un evento così grande e così articolato – ci ha raccontato -. Sin dall’inizio ho avuto sempre ben chiara l’idea di che questo festival diventasse qualcosa in grado di lasciare una traccia di qualcosa di nuovo e di universale in questa regione e in questa comunità. Vivo fuori da moltissimi anni e per me l’organizzazione di questo festival è stato anche un modo per riscoprire questa regione, le sue bellezze e la voglia che tanti hanno di fare rete e di affrontare nuovi progetti. Vorrei che Fiumefreddo Photo Festival diventi una finestra aperta sul mondo attraverso gli sguardi dei fotografi internazionali che saranno presenti con i loro progetti. Avremo otto mostre allestite in diverse aree del bellissimo borgo di Fiumefreddo Bruzio, tutte di autori molto affermati a livello internazionale che porteranno qui storie provenienti da tutto il mondo”.

MIDWAY: between past and future è il titolo e il tema del festival curato da Teodora Malavenda e che ospiterà fotografi italiani e stranieri di fama internazionale. Ogni progetto in esposizione sarà incentrato sul tema del tempo, in particolare sul rapporto tra passato e futuro, ma cercando sempre di creare una sorta di cortocircuito nella mente dell’osservazione: sono progetti che vogliono far riflettere, che vogliono farci porre delle domande e dei dubbi sulla nostra realtà e su quale sarà il nostro futuro. Come gli scatti di Marco Zorzanello che espone al Fiumefreddo Photo Festival il suo progetto a lungo termine intitolato Tourism in the climate change era in cui documenta come il settore del turismo stia reagendo agli effetti del cambiamento climatico. Si tratta di un reportage itinerante che vede protagonista i territori delle Alpi italiane, Israele, Palestina, Canada, Groenlandia, Islanda e – per la prima volta in mostra – anche le Maldive. Oppure quelli di Secret Sarayaku, il racconto fotografico dell’artista ecuadoriano-israeliano Misha Vallejo Prut sulla comunità indigena Kichwa di Sarayaku (in Ecuador), del suo controverso rapporto con la tecnologia e la contemporaneità da quando i suoi membri hanno deciso di diventare cyber-attivisti a difesa del loro patrimonio ambientale. In mostra anche le opere di Gabriele Cecconi che sarà presente con TiàWùK, una vera e propria indagine fotografica sul micro-cosmo del Kuwait. Si tratta di un lavoro che mostra come l’estrema ricezione del modello capitalista-liberale, entrando in contrasto con la tradizione dell’Islam, crei una visione distorta della vita e della realtà, tesa tra i suoi eccessi e le sue contraddizioni. Giacomo d’Orlando, la cui poetica studia con particolare attenzione i possibili scenari causati dai cambiamenti climatici proporrà invece Nemo’s Garden, un racconto visivo del primo sistema di serre subacquee al mondo, che si trova a Noli, in Liguria, un sistema agricolo alternativo sostenibile che aiuta a contrastare le nuove sfide che il cambiamento climatico porta nel nostro futuro. 

Controlled Lives di Fabian Albertini è invece un lavoro che indaga sulla mutazione irreversibile che l’intelligenza artificiale sta portando nelle nostre vite, un vero fenomeno di rivoluzione sociale, di trasformazione della nostra privacy e delle nostre abitudini. Mentre Past Continuous (da cui il titolo di questa edizione del festival) di Alex Urso nasce per rendere il patrimonio iconografico della fondazione Magna Żmien di Malta più accessibile al pubblico, soprattutto a quello più giovane, trasformando le immagini d’epoca della collezione in elementi vividi e interattivi come diorami, video, installazioni e collage interattivi. I lavori presentati a Fiumefreddo Photo Festival sono parte di questa operazione “archeologica” e iconografica.

Vincitrice della call dedicata ai fotografi emergenti è Bianca Maldini, il cui lavoro si basa su memoria e relazioni intime, che fungono da amplificatore per più ampie e complesse questioni sociali, e che al festival presenterà Una volta qualcuno mi disse, un progetto espositivo che nasce da una ricerca personale sull’incredibile, sull’irrazionale, sul flusso invisibile che determina la fascinazione per l’ancestrale. 

Il primo festival diffuso di fotografia in Calabria vuole essere quindi uno sguardo sul mondo che si apre nel cuore del Mezzogiorno d’Italia, un festival di fotografia contemporanea che unisce una vocazione fortemente internazionale ad un profondo radicamento territoriale con uno sguardo rivolto ad indagare l’immagine attraverso l’incontro e la ricerca sul campo, con esposizioni, installazioni e proiezioni pensate per interagire col tessuto urbano e sociale in modo fortemente dinamico. 

Foto di :

Marco Zorzanello, Tourism in the climate change era

Misha Vallejo Prut  Secret Sarayaku

Giacomo d’Orlando Nemo’s Garden

Armentarola Ski Area – Lagazuoi – District of Bolzano, Italy – Jannuary 04 2017; A group of tourists pulled by a sled along the bed of a river that has been artificially snowed. The Haflinger (Avelignese) horses can pull untill 40 people simultaneaously; this old stile way of transportations links the remote Lagazuoi Ski area with Armentarola and all Dolomites circuit. The Dolomites (Italian north-eastern Alps) have been included in the UNESCO World Natural Heritage since 2009 and attract millions of tourists every year, representing a resource that supports the entire surrounding area (Trentino Alto Adige, part of the Veneto and Friuli Venezia Giulia). With rising temperatures we witness a shifting of the winter season, with a clear shortening of the period when natural snow can be enjoyed – it used to be from November to April, it is now from January / February to late March. There is no more a white Christmas, but a green one. In order to prevent an economic, social and cultural collapse (the end of an economic sector and the migration of population from the mountains to the flat land), Public Administrations and private bodies have reacted by artificially rebuilding the “WINTER”.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.