Gianfranco Anastasi, l’artista che dipinge i falsi d’autore pinocchieschi

by Germana Zappatore

Leonardo Da Vinci come Pinocchio. È la bizzarra, ma alquanto creativa idea dell’artista torinese Gianfranco Anastasi. Lui, che come tutti i bambini ha amato (e continua ad amare) tantissimo la storia dello scapestrato burattino di legno nato dalla penna di Collodi, un giorno si è chiesto: come sarebbero state le più belle opere d’arte di tutti i tempi se i loro autori avessero avuto Pinocchio come modello? Con il naso lungo, ovvio!

Così Gianfranco, un bel giorno di circa un anno fa, nel suo laboratorio ha indossato i panni del grande Leonardo e ha dipinto il ‘suo’ capolavoro, la Gioconda. Bella, bellissima, affascinante con quel suo sorriso enigmatico… ma dall’aria decisamente più simpatica dell’originale. Tutto merito di due grandi occhi stile cartoon e soprattutto di quel naso di legno lungo quanto basta per far intuire che la bella Monna Lisa si è appena lasciata sfuggire una piccola bugia. Subito dopo, a tener compagnia alla Gioconda è arrivata un’altra celebre donna conosciuta come la Monna Lisa olandese, ovvero ‘La ragazza col turbante’ (meglio conosciuta come ‘la ragazza con l’orecchino di perla’) di Jan Vermeer. Anche lei meravigliosamente pinocchiesca.

Poi sono arrivati ‘La dama con l’ermellino’ e l’autoritratto di Leonardo Da Vinci, il Dante Alighieri e la Venere di Botticelli, l’autoritratto sulla Bugatti verde di Tamara De Lempicka, la celebre Marilyn Monroe di Andy Warhol, il ritratto di donna con cappello di Modigliani, l’autoritratto di Van Gogh e altre famose opere riviste e corrette come se fossero appena uscite dal libro di Collodi.

In tutto 16 dipinti che la Fondazione Nazionale Carlo Collodi non si è lasciata scappare. La sala del Grillo del Parco di Pinocchio di Collodi, infatti, ha ospitato fino allo scorso 2 giugno i falsi d’autore pinocchieschi di Gianfranco Anastasi nella mostra intitolata ‘A spasso nel tempo con Pinocchio’. Un vero e proprio viaggio fantastico e fiabesco nella storia dell’arte che incuriosisce i bambini ma attira e diverte i più grandi (come noi di Bonculture che l’abbiamo visitata) che non sono abituati a pensare alle grandi opere d’arte in questi termini.

Ma quello per Pinocchio è un amore che da sempre ispira il lavoro di Gianfranco Anastasi. L’artista di origini calabresi, infatti, qualche anno fa ha utilizzato proprio il burattino per la sua prima opera di carattere sociale intitolata ‘Sistema Torino’ in cui si vede il naso di Pinocchio diventato lunghissimo (evidentemente in seguito ad una grossa o ripetuta bugia) che attraversa la città della Mole. Da lì, il pezzo di legno più famoso del mondo è diventato il soggetto preferito dei suoi lavori e il protagonista assoluto di una serie di acquerelli dedicati ai mestieri.

Oggi, però, l’artista ha deciso di mettere in soffitta il ‘suo’ burattino. “Voglio ritornare ai temi sociali – ha anticipato a noi di Bonculture – attraverso la street art che a mio avviso è più istintiva e artistica”.

Una tecnica che già in passato gli ha regalato delle soddisfazioni: tra i ritratti di celebrities che ha realizzato negli ultimi tempi c’è anche quello che ritrae Caparezza e che il cantante pugliese ha mostrato di apprezzare.

“Gliel’ho regalato – ci ha raccontato – in occasione di un concerto che sono andato a vedere. Si è complimentato, gli è piaciuta molto perché ha riconosciuto nelle macchie di colore tipiche di quell’opera (acrilico su tela, ndr) l’influenza di Van Gogh”.

Ma a differenza di quanto può sembrare la sua vita professionale non è tutta rose e fiori.

“In Italia è difficile essere un artista – ha ammesso – soprattutto se sei un emergente e se non fai parte di determinati ambienti. E poi il problema per noi si pone su due livelli differenti. Prima di tutto ci sono i galleristi che oggi non si dedicano più alla selezione e alla promozione di un artista, ma più semplicemente cedono i propri spazi a chi li chiede come se fossero degli affittacamere. E poi c’è il pubblico che è abituato a pensare ad una opera d’arte esclusivamente in termini economici. Mentre all’estero, se un tuo lavoro piace, ti chiedono ‘si può comprare?’, in Italia la prima domanda è ‘quanto costa?’. E il gradimento sembra quasi inversamente proporzionale alla cifra richiesta”.

Ciononostante, Gianfranco non vuole essere un altro dei cervelli italiani in fuga: “Io sono italiano – ha affermato con convinzione – e non voglio andare via dal mio paese. Io voglio fare l’artista qui, a casa”.

E infatti sta tentando di portare la mostra ‘A spasso nel tempo con Pinocchio’ nella sua amata Torino. Per lui sarebbe un bel traguardo.

E noi di Bonculture gli facciamo un grande in bocca al lupo.

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