Giorgio Lotti al FotoCineClub di Foggia e gli scatti che hanno fatto Epoca

by Enrico Ciccarelli

Un Berlinguer pensoso, un Enzo Tortora affranto, un Vittorio Gassmann ilare. Sono solo alcune delle cinquanta immagini che formano la personale di Giorgio Lotti, grande fotoreporter di Epoca, in mostra fino al 5 dicembre alla Sala Grigia del Palazzetto dell’Arte di Foggia. Una rassegna firmata FotoCineClub, il sodalizio presieduto da Nicola Loviento che da dieci anni dà vita a Foggia Fotografia – la Puglia senza confini, offrendo incontri e lasciti di veri e propri artisti dell’obiettivo.

Giorgio Lotti, oggi ottantaquattrenne e vivacissimo, come ha dimostrato nel collegamento in remoto con gli spettatori della mostra, è celebre soprattutto per gli scatti agli Angeli del fango, i volontari che giunsero in soccorso di Firenze dopo la terribile alluvione del 1966; ma il suo archivio, che consta di oltre quattrocentomila foto del tempo dell’analogico, abbraccia oltre mezzo secolo di storia italiana. Quasi lo stesso arco di tempo dell’esistenza editoriale di Epoca, il settimanale che Arnoldo Mondadori propose al pubblico italiano nel 1950, sul modello statunitense di Life. Era il tempo dei rotocalchi, prodigiosamente innovativi (e costosi) dal punto di vista delle procedure di stampa, che proponevano uno sguardo sul mondo non solamente testuale, ma iconico. Era un’età ancora senza televisione, in cui la scarsità delle immagini contribuiva in modo potente al sogno e all’immaginario. Specie se alla caligine del tubo catodico si sostituiva la rutilante policromia della carta patinata.

Epoca non fu solo un giornale di fotografi. Vi apposero la loro firma Aldo Palazzeschi e Cesare Zavattini, ne fu redattore Alberto Cavallari e direttore Enzo Biagi. Ma il pezzo forte fu sempre il fotoreportage, l’illustrazione, la scrittura della luce. Giorgio Lotti vi contribuì per anni, a partire dal 1964 e fino a quel 1997 nel quale, dopo 2247 numeri, il glorioso settimanale chiuse la sua luminosa parabola. Fra gli scatti che produsse figura quello, in mostra anche a Foggia, che pare sia il ritratto fotografico più riprodotto di ogni tempo: quello di Zhou Enlài, primo ministro della Repubblica Popolare Cinese dal 1949 al 1976. Leggenda vuole che Lotti cogliesse al volo l’attimo in cui il premier cinese, mentre stava guardando in macchina, volse lo sguardo alla porta da cui era entrato qualcuno. Di sicuro l’immagine ha una spontaneità del tutto inusuale per la tradizionale, rigida iconografia dei dignitari cinesi. Per quel reportage, che immaginiamo collegato al viaggio di Michelangelo Antonioni per girare il celebre e controverso documentario Chung Kuo, Lotti ha ricevuto uno dei maggiori riconoscimenti della sua prestigiosa carriera, il The World Understanding Award dalla Columbia University of Photojournalism.

Per la rassegna foggiana, nello sterminato repertorio lottiano (duecento erano le foto in mostra nell’ultima esposizione che lo riguardava) sono stati selezionati in modo particolare quelli in vario modo collegati al territorio pugliese: si vede così il corpo di Padre Pio appena deposto nella tomba e una bella serie di immagini della Vlora, la nave che nel 1991 giunse carica di Albanesi nel porto di Bari. Ma a noi è piaciuto particolarmente uno sbarazzino ritratto di Lucio Dalla, che come sapete è stato uno di noi. Vale la visita.

(nel video l’intervista al presidente del Fotocineclub di Foggia Nicola Loviento).

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.