La magia di pop up, livres à tirettes e paper toys nella magnifica collezione del MUSLI dedicata ai bambini. «I libri animati sono antesignani della multimedialità»

by Anna Maria Giannone

Pop up, mobili, meccanici, livres à tirettes, flipbook, paper toys. Tanti sono i modi di chiamare questi libri magici, a metà fra gioco e opera d’arte, in cui le parole si intrecciano a disegni animati, origami che saltano fuori dalle pagine. In Italia non sono ancora molti gli studi specifici sui libri animati, nati nel XIV secolo come strumento didattico in campo scientifico e diventati celebri nel settore della letteratura per l’infanzia; eppure varie e interessanti sono le edizioni pubblicate e tanti sono i pop up designer attivi nella nostra nazione.

Punto di riferimento per tutti gli appassionati di questa speciale forma narrativa è il MUSLI, Museo della scuola e del libro per l’infanzia, ospitato a Torino nel barocco Palazzo Barolo. Unico nel suo genere, questo piccolo e prezioso museo intreccia la storia del libro per bambini e ragazzi, dalle origini della tipografia al libro elettronico, con quella della scuola, attraverso un patrimonio che vanta rare edizioni provenienti da tutto il mondo e un percorso espositivo che si rinnova spesso anche con mostre temporanee.

Per evidenziare le potenzialità artistiche, creative ed educative dei libri animati, ma anche per sottolinearne i legami con le tecnologie e le applicazioni digitali del giorno d’oggi il museo torinese promuove dal 2019 il “Progetto Pop-App”, lanciato dalla Fondazione Tancredi di Barolo in collaborazione con L’Università La Sapienza di Roma e realizzato con il sostegno di Regione Piemonte, Società Reale Mutua di Assicurazioni, Fondazione CRT e con il fattivo supporto dell’Opera Barolo.

Dopo la sospensione nel febbraio dell’anno scorso a causa della pandemia, il progetto riprende il suo cammino lanciando la Conferenza Internazionale dal titolo “POP-APP. International Conference on description, conservation and use of movable books”, che si svolgerà in modalità online dal 16 al 19 febbraio coinvolgendo i massimi esperti mondiali del libro animato. La conferenza è l’evento di punta delle attività del Centro Studi Permanente sul Libro Animato nato in seno al museo,  anch’esso focalizzato sullo studio dei libri animati con la missione di coordinare a livello nazionale e internazionale le ricerche scientifiche, le attività di conservazione e valorizzazione di questo bene culturale e sviluppare una rete di confronto fra istituzioni pubbliche, private, collezionisti, esperti, mondo della scuola, favorendo l’utilizzo del libro animato come mezzo per lo sviluppo della creatività. Le attività del neonato Centro Studi prevedono anche la nascita di una rivista online, un nuovo spazio espositivo al Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia di Palazzo Barolo e quattro esposizioni temporanee.

Trenta i relatori italiani e stranieri chiamati a raccolta per la Conferenza Internazionale, fra questi  le statunitensi Suzanne Karr Schmidt, della Newberry Library di Chicago, e Jacqueline Reid-Walsh, della Pennsylvania State University, ma anche specialisti del settore del restauro librario e rappresentanti di istituzioni come Iccu (Istituto Centrale per il Catalogo Unico), Icpal (Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro) e Centro Restauro “La Venaria Reale”.

Abbiamo intervistato Pompeo Vagliani, direttore del MUSLI, studioso e collezionista dalla cui rilevante donazione ha preso origine il museo negli spazi del Palazzo Barolo, laddove i marchesi Giulia e Tancredi Falletti dai primi anni dell’800 si dedicarono alla formazione, ospitando asili e scuole per un’infanzia che non conosceva alternative a miseria e abbandono.

Direttore, Il Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia è l’unico nel suo genere in Italia. Quale la sua missione principale?

Obiettivo principale del nostro museo è quello di accostare studenti di ogni ordine e grado a due storie, quella della scuola e quella del libro dell’infanzia. Nel mondo ci sono altri musei dedicati alla scuola, il nostro è unico perché sin dall’inizio ha deciso di mettere assieme questi due aspetti così importanti per la vita del bambino da sempre. Come era la scuola prima? Come è adesso? Come cambierà e come sono cambiati nel tempo i libri dedicati all’infanzia? In questi percorsi ci sono spunti molto interessanti anche per guardare il presente. Visitando il nostro museo si può scoprire come già nel passato esistessero libri animati bellissimi, anticipatori della multimedialità di oggi. Queste due storie sono esposte privilegiando soluzioni capaci di catturare l’attenzione dei bambini ma anche di insegnanti e genitori. Accanto a questa missione il museo ha poi tutta l’area di ricerca e di studio e le attività didattiche.

Il MUSLI custodisce un patrimonio molto ampio. Può illustrarcelo?

Il fulcro della collezione è costituito dalla Biblioteca Internazionale di letteratura giovanile, conservata nel Palazzo Barolo, in cui sono custoditi circa 20.000 volumi. Una collezione che parte dalla metà del ‘600 e percorre la storia della scuola e del libro per l’infanzia fino ad oggi. Nella collezione sono presenti non solo libri ma anche strumenti didattici, diari, quaderni, oggetti, arredi, che compongono un grande archivio fisico, in parte esposto e in parte oggetto di mostre temporanee. La narrazione parte dai legami storici con Palazzo Barolo, dalle figure dei Marchesi di Barolo che nell’Ottocento ebbero un ruolo significativo nella nascita di asili e scuole elementari a Torino. Facciamo questo con tutto l’impegno, nei limiti delle possibilità che ha un’istituzione come la nostra che fa molto con le risorse che riesce ad avere.

Sul ruolo della scuola si sta riflettendo in maniera molto approfondita in questo momento storico. Cosa racconta la vostra collezione?

Nel percorso espositivo dedicato alla scuola ricostruiamo degli ambienti del passato; attraverso questa esperienza i bambini, ma anche gli adulti possono guardare ai tempi trascorsi e confrontarli con la scuola di oggi. Questa estate, appena dopo la prima chiusura generale, abbiamo provato a ricostruire il fenomeno delle scuole all’aperto: già nei primi anni del ‘900, subito dopo la Prima Guerra Mondiale, era diffusa la pratica di portare la scuola all’aperto per tenere i bambini, soprattutto quelli in condizioni di salute disagevole, in ambienti salubri, per evitare il contagio da tubercolosi ad esempio.

Le attività didattiche del museo non si sono mai interrotte, neanche in pieno lockdown.

Pop up contro il coronavirus è stato un progetto realizzato lo scorso anno, ritenuto molto interessante anche all’estero. Abbiamo guardato alla Cina all’inizio della pandemia mondiale, quando ci sembrava un posto lontanissimo. A Whuan alcuni bravissimi paper-engineering avevano coinvolto bambini e famiglie in isolamento nella realizzazione di libri pop up, fornendo indicazioni e favorendo scambi di esperienze. Alcuni pop designer molto bravi avevano realizzato libri anche a scopo didattico e divertenti per parlare del virus. Ispirandoci a questa esperienza abbiamo invitato il pop up designer italiano Massimo Missiroli a replicare in Italia il progetto, mettendo a disposizione dei bambini a casa gli strumenti per costruire dei libri da soli.

A chi è rivolto il Convegno Internazionale sul Libro Animato? Quali saranno gli argomenti toccati nelle giornate di studio?

Il convegno riguarda tutta la storia del libro animato e la sua rilevanza scientifica e storica. Il progetto nasce dall’incontro fra il nostro museo e la ricerca portata avanti su questi temi dal Professor Gianfranco Crupi dell’Università La Sapienza di Roma. L’idea è quella di mettere assieme le competenze scientifica e il nostro patrimonio. Il convegno è solo il punto di arrivo di un grande lavoro di ricerca condotto a livello internazionale. Mette attorno al tavolo personalità di primo piano, universitari e specialisti italiani e stranierei, su tre filoni principali: il restauro, la catalogazione e la valorizzazione del patrimonio librario. Saranno chiamati a confrontarsi anche rappresentanti di istituzioni come Iccu (Istituto Centrale per il Catalogo Unico), Icpal (Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro) e Centro Restauro “La Venaria Reale”. L’obiettivo è quello di invitare a raccolta personalità illustri e istituti attorno alle attività del nostro Centro studi.  Pur in un anno difficile come questo tutti hanno voluto confermare la propria partecipazione, segno che c’è una vitalità nel nostro progetto. Questa estate abbiamo pubblicato in inglese l’ebook curato da me e dal professor Crupi dedicato allo studio del paratesto nei libri interattivi per l’infanzia e poi c’è il progetto della rivista scientifica, una pubblicazione periodica che farà il punto sugli studi internazionali in questo settore.

Oltre alla Conferenza Internazionale il progetto prevede nuove esposizioni temporanee.

A latere del convegno abbiamo previsto delle mostre. Come quella dedicata ai pop up contemporanei cinesi: per la prima volta in Italia sarà possibile accostarsi al mondo, in parte sconosciuto, degli artisti, paper engineer e editori cinesi. Abbiamo poi coinvolto alcuni fra i più interessanti pop up designer italiani nella mostra Italian Style, per dare un segno, una testimonianza del fatto che c’è una produzione italiana molto rilevante. Certamente il libro animato contemporaneo è un fenomeno di grande importanza, basta andare nelle librerie per capire quante edizioni interessanti sono disponibili. È un mercato vitale anche oggi. Per chi fa libri animati la storia che noi ricostruiamo è piena di stimoli, ha qualcosa da dire anche oggi che si lavora con strumenti nuovi come la realtà aumentata.  

Il libro animato può essere considerato un predecessore dell’interattività multimediale. Ci sono studi su questo argomento?

È un tema dal punto di vista scientifico spesso rimarcato: questi libri interattivi vengono riconosciuti come antesignani del concetto di interattività. Il libro animato per definizione prevede un intervento del soggetto che deve manipolare, seguire, muovere, guardare, trasformare il libro. Il principio è lo stesso che sta alla base della multimedialità. Oggi esistono libri animati che vivono attraverso le app, che amplificano le possibilità di intervento e le potenzialità narrative presenti nel libro. Ci sono libri che si prestano particolarmente a questo tipo di operazioni, penso ad esempio a storie  come quella di Alice nel paese delle meraviglie. Il rapporto fra libro animato e multimedialità è un territorio di grande interesse per lo studio attuale. Grazie alla collaborazione con l’Università di Torino e la professoressa Barbara Bruschi, ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento, abbiamo realizzato una App a partire da un rarissimo, forse unico albo animato presente nel nostro patrimonio il Livre joujou (libro giocattolo) del 1831.

Qual è il libro animato presente nella collezione del MUSLI a cui è più legato?

Mi viene in mente proprio Livre joujou, un libro mitico perché rappresenta una svolta straordinaria: è il primo libro in cui veramente succedono delle cose sulla pagina. Muovendo una leva si muovono degli oggetti e la magia della storia si completa attraverso le azioni del bambino, con le figure che si animano. È un libro mitico, intanto perché è bellissimo, per i disegni, i colori, e poi perché azionandolo mi sono reso conto di una cosa: in questo libro per la prima volta compare il principio del touch screen: quando si deve azionare una levetta, in corrispondenza del testo c’è un asterisco, il testo scritto è diventato, di fatto per la prima volta nella storia, multimediale.

Per assistere al convegno è necessario registrarsi (gratuitamente), utilizzando il seguente link: https://zoom.us/webinar/register/WN_k_XYLLrnQ7KkisGHsdpseg.

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