“Sarà un’estate culturale diffusa nei quartieri e nelle piazze”. L’idea per Firenze di Dario Nardella

by Michela Conoscitore

Ripartire dalla cultura: questo è il motto adottato dalla città di Firenze con l’entrata in vigore della Fase 3 in Italia, e con lo sblocco di confini regionali e nazionali. Il capoluogo toscano, in questi giorni, sta salutando le riaperture di luoghi culturali simbolo della città come la Loggia dei Lanzi e Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria, e le Gallerie degli Uffizi, uno dei poli museali più prestigiosi al mondo.

Queste ripartenze eccellenti non potevano che essere celebrate onorando questi luoghi significativi per la cultura mondiale con delle cerimonie solenni e propositive verso il futuro: il giorno della Festa della Repubblica, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella, hanno riaccolto i visitatori alla Loggia dei Lanzi.

A margine della cerimonia alla Loggia dei Lanzi, lo scorso 2 giugno, bonculture ha posto alcune domande al primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, sui mesi del lockdown e sul futuro che si prospetta per il centro toscano.

Sindaco Nardella, cosa ha significato per Firenze questo stop di quasi tre mesi non soltanto dal punto di vista turistico, ma anche economico?

Abbiamo assistito alla più grave crisi economica e sociale, dal Dopoguerra. Posso fare un paragone con l’alluvione del 1966, per far comprendere al mondo intero le difficoltà che Firenze sta vivendo. Però è anche vero che questa emergenza sta per finire, ce la stiamo lasciando alle spalle e se saremo bravi a mantenere il rispetto delle regole che ancora servono, potremo gettare le basi per una vera e propria rinascita della città. È dalle crisi profonde che possono nascere opportunità di cambiamento radicale. Sono ottimista e fiducioso.

Lei ha affermato che Firenze deve ripartire dalla cultura: oggi è stata riaperta la Loggia dei Lanzi, domani tocca alle Gallerie degli Uffizi. Quali altre iniziative culturali avete predisposto per i prossimi mesi?

Intanto non parliamo solo di arte: il 6 giugno si terrà il primo concerto, in video conferenza, del Maggio Musicale Fiorentino con il grande cantante Francesco Meli e il coro del Maggio Musicale. Saremo la prima città e il primo grande teatro italiani a lanciare un evento del genere. Poi ci stiamo organizzando per realizzare un’estate culturale molto diffusa, nei quartieri, nelle piazze, nelle strade per vivere all’aperto e aiutando il contenimento di un potenziale ritorno del contagio. Inoltre, siamo al lavoro per rilanciare la città anche dal punto di vista congressuale e fieristico: già a partire da settembre, non a caso, è confermata l’edizione straordinaria di Pitti Uomo, la grande fiera di moda maschile italiana, tra le più importanti al mondo, proprio per imboccare questa strada di ripartenza. Quindi, per quanto Firenze sia ferita, tramortita, non è affatto morta ma anzi ha voglia di risorgere.

Ancora più toccante è stata la conferenza stampa che ha dato il via alla riapertura degli Uffizi, uno dei musei più visitati al mondo. Prima di giungere a questo passo, l’ente culturale fiorentino ha predisposto meticolosamente la nuova modalità di visita alle sale museali, prevedendo degli indicatori sul pavimento per favorire il distanziamento sociale ed evitare assembramenti, a cui si aggiunge il numero ridotto di visitatori che saranno accolti all’interno del museo, ed in più l’uso obbligatorio della mascherina per tutta la durata della visita e punti strategici in cui sono stati posti distributori di gel disinfettante per le mani.

La conferenza stampa, tenutasi nella splendida sala della Niobe, ha visto la partecipazione oltre al direttore Schmidt e al sindaco Nardella, anche del prefetto di Firenze Laura Lega, il cardinale arcivescovo della città Giuseppe Betori, l’imam Izzedin Elzir, il rabbino capo Gad Fernando Piperno e il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani.

La speranza per il futuro degli Uffizi del direttore Eike Schmidt è quella di un turismo slow, “di sentire le opere d’arte, e di studiarle con più profondità”, come ha affermato nel corso della conferenza stampa. Tale circostanza sarà favorita, sicuramente, dai ritmi di visita più sostenuti e che eviteranno, appunto, i numerosi capannelli di turisti nelle varie sale del museo. Schmidt non ha fatto mistero delle difficoltà economiche che hanno colpito anche gli Uffizi: le prospettive di crescita, preventivate a gennaio, sono state completamente stravolte dalla pandemia: “Gli Uffizi, in questi 85 giorni di chiusura, hanno perso 12 milioni di introiti. A ciò si aggiunge anche il numero ridotto di visitatori che da oggi torneranno al museo. Questa crisi economica terminerà, ovviamente, quando si potrà definire conclusa quella sanitaria. Ma è proprio questa la sfida ai visitatori: avranno la possibilità di effettuare un tour delle sale qualitativamente migliore rispetto al passato. Oggi iniziamo con 380 visitatori, a cui si potrebbero aggiungere quelli che avevano prenotato nei mesi precedenti”.

La parola è passata al prefetto Laura Lega, che ha dichiarato: “La riapertura degli Uffizi segna la ripresa della vita civile. La cultura e l’arte sono il petrolio dell’Italia, ma dobbiamo pensare ad una fruizione dei beni artistici che, in questa particolare circostanza, sia portata avanti con prudenza e in modo meno consumistico. Spero che questa rinascita affermi anche una ripresa economica duratura”.

Dopo la benedizione al museo, impartita dall’arcivescovo Betori, il cardinale ha espresso il suo pensiero in merito ad una giornata così rilevante: “L’umano è abitato dal divino, perché da soli non bastiamo. Ce ne siamo accorti in questi ultimi mesi.” Importanti anche le parole dell’imam di Firenze, Izzedin Elzir: “Un altro terribile momento che ha costretto gli Uffizi alla chiusura è stato l’attentato di via dei Georgofili nel 1993: oggi riapriamo perché bisogna andare oltre la paura che impedisce la vita.” Gli ha fatto eco il rabbino capo, Gad Piperno: “L’arte è la porta attraverso la quale si mostra il divino nel mondo. Necessitiamo di essa, e degli artisti”.

Il sindaco Nardella, invece, ha affermato che “nulla potrà tornare come prima, ma faremo tesoro di quello che è successo. La riapertura degli Uffizi di oggi è un evento che non riguarda solo Firenze ma coinvolge tutto il mondo: Firenze c’è”. Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana, ha dichiarato che “la vocazione culturale di Firenze fa parte di un circolo virtuoso che riporterà il turismo in Toscana e, di conseguenza, promuoverà il rilancio della nostra regione”.

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