«Se esistere è piangere, meglio burlarsi del dolore». Le poesie intimiste e i sogni amorosi di Luigi Paciello

by redazione

Luigi Paciello e la passione della scrittura, in tutte le sue sfaccettature. L’autore ha vinto il “XIII concorso internazionale di poesia occidentale e Haiku – Città di Genova 2019” ed è stato finalista del concorso di poesia “Il Federiciano”  https://rivistaorizzonti.net/concorso-federiciano.

Di recente è entrato a far parte della Selezione Poetica “Un sorriso, forse una lacrima”. Perché la vita si può affrontare in due modi: con il sorriso o con il pianto.

Vi proponiamo la selezione fatta da Laila Cresta nel suo pezzo “Luci di poesia”.

I Sogni amorosi di Luigi Paciello

Questa poesia, intimista e sentimentale come sono tutte quelle di Paciello, è particolarmente musicale e piacevole. Alcuni versi poi, sono veramente di alto livello poetico, evocativi e particolari, specialmente l’incipit:

“Ombre di luci innescano suoni,

sordi lamenti di pace smarrita”

e poi due versi che, in realtà, sarebbero una chiusa ideale, correlata all’incipit:

“Giochi di ombre a due passi dal mare,

un’onda promette di prendersi tutto”.

Giochi di ombre

Ombre di luci innescano suoni,

sordi lamenti di pace smarrita.

Rinnego la vita se questo è il mio giorno che,

stanco s’arrende alle nuove emozioni.

Predico calma e,

intanto m’invade

il pensiero che tanto tutto non vale.

Sorrido alle lacrime di un vecchio ricordo,

triste bisogno di un ultimo sogno.

Se esistere è piangere, allora che fare?

Meglio burlarsi del proprio dolore.

Giochi di ombre a due passi dal mare,

un’onda promette di prendersi tutto.

Vorrei ritrovare 

il me stesso di prima ma,

viaggio da solo e,

la gioia mi schiva.

Paciello ha il dono di riuscire a esprimersi in versi brevi fulminanti, anche se non sempre sfrutta questa caratteristica

Folata d’amore

Possa il vento sussurrarti ogni pensiero che,

impacciato affido alle mie notti.

E donarti le carezze che nei pugni

Tengo strette per paura che mi sfuggano.

Disgraziata onnipotenza

L’ora è giunta:

lascia che ti pervada il desiderio di non essere.

È tardi,

Dio ti guarda spaventato dal suo piedistallo arrugginito e,

prega.

Prega per te,

anche se non hai mai avuto tempo per Lui.

Sorride, 

fa due passi e,

si accascia stanco sul suo trono:

non può certo permettersi di avere scrupoli. 

Poi alza il capo disperato e,

tuona contro il nulla:

desidererebbe soltanto avere un Dio,

cui affidare le sue suppliche.

Poesia musicale e molto bella, con un amaro sorriso a illuminarla

La promessa di cartone

Giuro che è l’ultima!

L’ultima dannata volta che,

affido alla cenere i miei pensieri.

Sono stufo…

Stanco di tutti i buoni propositi e,

delle delusioni che si celano in essi.

Ma ci sarà pure un desiderio ancora inespresso!

E se poi si avvera, pazienza, 

per una volta fa niente. 

Poggio un occhio sul mio vizio: manca poco.

Avevo detto che era l’ultima certo ma,

quando mai non ho deluso me stesso?

Sfilo dal pacchetto l’ennesima ora in meno:

la guardo, mi sorride, 

poi la serro fra le labbra.

Giace mezza addormentata 

attendendo la sua fine.

Le do fuoco dolcemente,

aspirando le sue pene.

Bellissima, questa poesia. Credo che non esista poeta che non sia affascinato dall’espressione del proprio “io” tramite l’immagine. Forse perché la poesia è anche immagine, vissuto interiore che si fa concreto. Anche in questa poesia, il mondo dell’immagine si accompagna a quello della parola.

Il mio quadro senza cornice

Potessi dipingere i miei pensieri,

chissà,

forse finalmente riuscirei a comprendermi.

Certo non ci sarebbero colori

ma sorrisi sì, anche se poco sinceri.

Fra il bianco e il nero disegnerei l’orizzonte,

proprio lì,

laddove l’uomo ha deciso di sistemarci il mezzo.

Ne verrebbe fuori un tenue grigio ma,

sbiadito solo per chi,

avrebbe l’impudenza di osservarlo a fondo.

Mentre al sole, poveraccio,

spegnerei tutti i suoi raggi,

poiché basterebbe la sua tenue voce,

a rassicurare gli ipocriti. 

E il mare, poi,

potrei anche solo immaginarlo:

il suo canto ormai è prigioniero dei vinti.

Dicono che, il domani,

esiste solo per chi vive alla giornata.

Penso sia proprio vero,

rimuginare porta solo rammarico.

Se

Ancora una volta troppi se…

È forse sbagliato darmi una possibilità?

Sono una fuga nascosta dietro un ritorno e,

mastico sogni nei miei risvegli malinconici.

Se: solo questo mi viene da dire!

Forse tacere è un po’ come viaggiare,

intorno a una vita che mi ha fatto preda.

Ululati di rese a cui rispondo con rabbia,

mentre cospargo di morte un’esistenza distratta.

Dimmelo ancora se non ti dispiace:

infelice è un respiro che tuona speranza?

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