«Spingiamo l’acceleratore sulla creatività, la brillantezza concettuale, l’anticonformismo». La nuova apertura del museo Novecento

by Michela Conoscitore

Parola d’ordine: resilienza. Il museo Novecento di Firenze non si arrende alla pandemia e lunedì mattina ha presentato alla stampa la propria programmazione di mostre ed eventi per il 2021. Sergio Risaliti, direttore dell’istituzione culturale fiorentina non ha nascosto l’amarezza riguardo al momento che i musei, e il mondo della cultura in generale, stanno vivendo ormai da un anno: “I musei sono considerati marginali, si parla e si è parlato delle difficoltà di altri settori in questa pandemia, ma mai del nostro”, ha raccontato ai giornalisti per poi passare a descrivere nel dettaglio quel che animerà il museo Novecento perché “i musei sono macchine vive, non sono solo luoghi di conservazione e tutela”.

Organizzare e stilare la programmazione di un museo è un procedimento laborioso e complesso che può occupare anche lo spazio di un anno, un’attività che non è stata fermata dalla pandemia. Anzi, quest’ultima ha dato paradossalmente l’avvio a concepire in modo diverso uno spazio museale, come affermato da Risaliti in una sorta di ‘manifesto’, pensato con Sylvain Bellenger, direttore del museo di Capodimonte e Giovanni Iovane, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera:

“Adesso, nel pieno di questa crisi globale, dobbiamo riprogettare i nostri musei siano essi statali, civici, piccoli e grandi, pubblici e privati, siano essi di arte antica, moderna o contemporanea. Dobbiamo agire guardando a sostenibilità finanziaria e innovazione scientifica, al massimo dell’apertura culturale, spingendo l’acceleratore sulla creatività, la brillantezza concettuale, l’anticonformismo.  Musei e mostre dovranno essere giudicati sulla base di parametri quali la sostenibilità economica, la pertinenza pedagogica e di immaginario, il grado di aggiornamento e sperimentazione. Da luogo della memoria il museo deve trasformarsi in spazio formativo e di ricerca per creare futuro ridefinendo in modo creativo e sensibile l’approccio scientifico, la conoscenza e la conservazione del passato.”

I musei sono, quindi, da intendere come laboratori vitali dove sarà ovviamente fruibile l’opera d’arte ma non solo, poiché la concezione espressa da Risaliti, Bellenger e Iovane di museo come campus, casa di artisti oltre che dei visitatori, apre questi luoghi di cultura decisamente a nuovi ed interessanti scenari.

L’evoluzione pandemica nel mese di marzo è difficile da prevedere, tuttavia marzo al museo Novecento sarà il mese delle donne: ben tre le presenze artistiche femminili come quella di Giulia Cenci dal 22 per il ciclo Duel, ovvero un duello dialettico tra l’arte del creativo e la collezione permanente del museo. L’artista cortonese, osservata all’opera dai giornalisti al termine della conferenza stampa, sta portando a termine Tallone di ferro che si sviluppa intorno alla scultura di bronzo di Arturo Martini, Leone di Monterosso – Chimera. Le opere di Cenci sono “generate da incroci e ibridazioni meticce tra natura e tecnologia”. Sempre dallo stesso giorno, sarà possibile ammirare il primo appuntamento del progetto étoile: Sergio Risaliti in collaborazione con Stefania Ricci, presidente della Fondazione Ferragamo, presentano un’opera di Titina Maselli, una grande foto in bianco e nero che vede come protagonista la divina Greta Garbo accostata, in esposizione, ad alcune delle calzature che Salvatore Ferragamo ideò per lei. Infine Gender Gap, venti architette italiane e straniere riflettono sul loro lavoro e sul mondo dell’architettura, e quanto questo sia ancora limitante e limitato per le donne.

Ad aprile il museo Novecento ospiterà un progetto site specific, nel magnifico loggiato dello Spedale delle Leopoldine, della giovanissima artista bergamasca Chiara Gambirasio che associa rigore formale e poesia. L’estate sarà dedicata alla memoria e al ricordo di due grandi artisti legati a Firenze e al museo Novecento, Arturo Marini e Vinicio Berti. A settembre arriverà la personale di Jenny Saville, tra le più apprezzate esponenti del movimento artistico britannico degli young British artist: la sua è pittura femminista che mira a ribaltare il ruolo delle donne nel mondo dell’arte. “L’arte di Jenny Saville emana carnalità, indaga il perturbante. Le opere di Saville sono uno choc per Firenze, abituata alla Venere del Botticelli, aprono la mente. La bellezza è dove non si deve, ce lo insegna l’artista”.

Ad ottobre aprirà la mostra dedicata all’esperienza di Monte Verità, la comunità che ai primi del Novecento trovò sede nel Canton Ticino, uomini e donne che volevano rinnovare la società “in senso spirituale e neo pagano, creando un paradiso anarchico e coltivando uno stile di vita improntato al vegetarismo e alla teosofia”. Al termine del mese, ci sarà la mostra dedicata allo scultore Leoncillo Leonardi che narrerà dei richiami classici e mitologici che si ritrovano nella sua opera.

Alcuni degli eventi inclusi nella programmazione del museo Novecento avranno come location il museo Stefano Bardini, in cui saranno esposte le opere dell’artista iraniano Ali Banisadr, e Palazzo Vecchio con la mostra della pittrice inglese Anj Smith. Spazio anche per gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze affinchè anche i giovani artisti locali possano avere una vetrina per farsi conoscere: “Pur nella crisi così mordente, il museo Novecento assume questo atteggiamento resiliente che apre ad alcune riflessioni necessarie”, ha affermato Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura di Firenze, nel corso della conferenza stampa, “far scoprire i maestri e i nuovi talenti, ma anche scoprire i legami tra gli artisti e la città di Firenze”.

Guardando al futuro, il museo Novecento rientra in quel coacervo concentrato della celebre Piazza di Santa Maria Novella, definito da Sacchi come il nuovo distretto culturale della città: “Qui avrà sede lo spazio espositivo della neonata Fondazione Alinari per la Fotografia, e il Museo della Lingua Italiana, primo e unico museo del genere in Italia che dovrà essere alimentato da una continua osmosi con le altre istituzioni culturali della città. Un abbraccio di cultura, arte e letteratura, a cui si aggiunge un turismo consapevole”.

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