Sul Vascello l’incontro tra Gianfranco Piemontese e Guido Di Fidio, lo scultore dell’arte plastica del corpo umano

by Anna Maria Giannone

È online e nelle librerie sulla rivista semestrale dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Dell’Aquila – Staffa” di San Ferdinando di Puglia nella provincia Bat, Il Vascello, fondata nel 2014 un saggio breve, nel format intervista a cura del docente e critico d’arte Gianfranco Piemontese, sull’artista scultore Guido Di Fidio, indicato come “un protagonista della Scultura italiana contemporanea”.

Piemontese narra il suo primo “incontro” con Di Fidio, nato dalla scoperta di un catalogo di una mostra d’arte realizzata a Foggia nel 1949 dal 30 luglio al 20 settembre nella Pinacoteca annessa al Museo civico. Si trattava di un’esposizione promossa e organizzata dalla neonata Società Dauna di Cultura, che come scrive era, “un sodalizio composto da un gruppo di intellettuali di Capitanata che volevano contribuire alla azione di rinascita e ricostruzione di una provincia e una città martoriate dalla guerra e dai suoi malefici effetti collaterali”. La mostra, racconta il critico, era stata “fortemente voluta dagli intellettuali e dagli artisti di Capitanata che la vedevano come un importante momento di rinascita e riscossa per la città e per la sua provincia, uscita dal conflitto mondiale martoriata dai massicci bombardamenti e dalle grandi ristrettezze che la dittatura prima e la guerra poi avevano inflitto alla città e agli uomini”.

Di Fidio, che all’epoca era studente all’Accademia di Brera era uno dei tre scultori ammessi ad esporre.

In un articolo si tessono le lodi del ragazzo. “Fra gli scultori segnaliamo il giovane Guido Di Fidio allievo di Marino Marini, che in questa mostra ha portato una nota nuova con un grande Nudo di Donna in gesso e quattro disegni. In ciascuna di tali opere è visibile una ricerca dei valori sostanziali architetturali e plastici, anche lì ove, nella statua qualche comprensibile esitazione data dalla mole e dalla serietà stessa della scultura ne diminuisce la decisione. I disegni invece, tre studi di nudi e una testa, per la larghezza dell’impianto e la decisione del tratto sono di una forza composta denotante il bisogno di chiarezza di un temperamento spiccato di artista cosciente e severo nella preparazione.”

L’incontro tra Piemontese e l’artista si tenne a Bergamo nel 2013. Pochissimi artisti della sua generazione studiavano a Brera, i pugliesi preferivano Napoli o Roma. Nel saggio intervista si svelano molte curiosità di Di Fidio, che ebbe un primo riferimento in Adolf Wildt, che abitava a Milano, sebbene fosse molto diverso dal suo senso plastico. “Nel periodo in cui studiavo a Milano, c’era Carrà, c’era Sassu, quelli con cui ho avuto più a che fare, più contatti, quando ero studente all’Accademia. Anche se io sono stato sempre un solitario”, dice Di Fidio.

Dopo la chiacchierata riportata integralmente nel saggio, Piemontese comincia la sua trattazione critica sullo scultore, che ebbe nel Novecentismo di Marini la sua culla.

Arte plastica del corpo umano e/o di quello degli animali, intrisa di espressione interiore. Questa è l’opera di Di Fidio mutuata dal suo maestro. Essere solitari non significava non avere relazioni e scambi di vedute tra artisti quanto piuttosto una forma di introversione quasi esistenzialista, scrive Piemontese.

Antigone

È per questo che lo scultore si fa molto influenzare negli anni Sessanta dal tema della guerra in Vietnam. Come si legge sul Vascello Di Fidio avrà una produzione scultorea dove il tema del lavoro, nelle sue diverse sfaccettature e purtroppo anche in quelle degli incidenti saranno soggetti privilegiati ed opere di denuncia. A questo periodo va sicuramente ascritta la scultura Napalm, La fucilazione.

Nella terza fase della sua carriera artistica, spiega Piemontese, Di Fidio si concentra sulla natura e sul mondo del mare e del cielo. Sono tante le opere sugli uccelli, sui gabbiani, sul mare e sul suo paesaggio, mostrando una varietà stilistica e una crescita che lo porta ad un astrattismo molto sensuale ed empatico.

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