Thermodynamic Constellation, le sfere lucenti di Tomàs Saraceno creano altre forme di vita a Palazzo Strozzi

by Michela Conoscitore

Delle sfere lucenti, da qualche giorno, fluttuano nel cortile di Palazzo Strozzi, a Firenze, e hanno già attirato l’attenzione di molti. Non sono semplici installazioni post-moderne, poiché in realtà sono veicoli per volare, dei palloni aerosolari, la nuova e futuristica frontiera dei viaggi nel cielo dell’uomo. Thermodynamic Constellation, questo il loro nome, sono allo stesso tempo creazioni artistiche che rappresentano il preludio alla nuova mostra di arte contemporanea ospitata al piano nobile del palazzo rinascimentale, ideato da Benedetto da Maiano: Tomàs Saraceno. Aria, il nuovo percorso espositivo che vede protagonista l’universo creativo del visionario artista argentino, e che sarà visitabile dal 22 febbraio al 19 luglio.

Alla conferenza stampa di presentazione della mostra, curata dal direttore generale della fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, che l’ha definito come “un percorso affascinante ed evocativo”, hanno partecipato oltre all’artista, anche il presidente della Fondazione Palazzo Strozzi, Giuseppe Morbidelli, il vice presidente della Regione Toscana, Monica Barni e l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi.

Aria è un concentrato di sensibilità ambientalista e visioni dal futuro, partorite dalla mente immaginifica di Tomàs Saraceno, uno degli artisti contemporanei più importanti e originali del panorama mondiale, che ha associato alla ricerca artistica, le scienze naturali e sociali, al fine di spingere chi osserva le sue opere a riconsiderare il posto dell’uomo nel mondo, su un pianeta sempre più in sofferenza.

Se il presidente Morbidelli ha illustrato la presenza virtuosa di Palazzo Strozzi nel tessuto connettivo turistico della città, un impatto economico, quello del museo, che ha fatto incassare ben 57 milioni al territorio, la vice presidente della Regione Toscana, Monica Barni, ha riportato la grande soddisfazione della regione verso un’eccellenza culturale come quella di Palazzo Strozzi che, da sempre, ospita mostre con un fortissimo background culturale e che inducono a riflettere. “E se questa nuova mostra”, ha affermato la Barni, “dalla tematica così importante, ci spingerà a modificare i nostri comportamenti, ben venga”.  

Col sindaco Nardella c’eravamo dati un obiettivo”, ha raccontato l’assessore Sacchi, “quello di riportare l’arte contemporanea a Firenze, per collocare la città all’interno del dibattito sul contemporaneo globale. E oggi, grazie alla Fondazione Palazzo Strozzi, siamo considerate una delle mete più ambiziose e autorevoli per il contemporaneo internazionale. Aria di Tomàs Saraceno è uno sforzo importante e collettivo della Fondazione, ed è una mostra che parla di temi socio-politici, quindi sono riflessioni sul vivere nel nostro tempo. È un’occasione, inoltre, per parlare di ambiente e del rapporto uomo-animale-natura”.

La parola, poi, è passata all’artista: “Dobbiamo sintonizzarci su altri ritmi, cercare di fare le cose in modo diverso, e la mostra cerca di trasmettere e contagiare i visitatori con questi modi di fare differenti. Lo stesso ritmo, lento, della visita cerca di cambiare la percezione del mondo: dobbiamo sentirlo e non vederlo. Gli spazi bui del percorso espositivo sono stati ideati proprio per sorprendere chi lo visiterà. L’occhio si deve abituare ad un’altra realtà. Soprattutto perché cerco di sensibilizzare ad altre forme di vita, e a stabilire un’interconnessione tra tutti gli esseri viventi”.

Quando si inizia il percorso di visita, si ha subito l’impressione di entrare in un mondo Altro, dove effettivamente la vista non è utile quanto il sentire, col cuore, quel che l’uomo dell’Antropocene ha provocato sul pianeta: l’inquinamento da combustibili fossili, i cambiamenti climatici, pressano l’uomo verso una transizione che da Homo oeconomicus diventa Homo flotantis perché l’elemento naturale dove rifugiarsi e dare il via ad un nuova era, quella dell’Aerocene, è l’aria. In questo percorso il filo conduttore, fatto di tele intessute da ragni, sono proprio gli aracnidi, tra le specie a rischio estinzione a causa degli sconvolgimenti climatici. Saraceno li sceglie perché fanno parte di quel mondo invisibile con cui l’uomo dovrebbe riconnettersi. L’artista si è posto una domanda molto significativa: i ragni vivono nella mia casa o ero io che vivevo nella casa dei ragni? Questo per far comprendere che l’uomo, in virtù del suo primato sulla Terra, ha ignorato le ‘voci’ di altre creature, molto più ricettive di lui, rispetto all’ecosistema. Saraceno ha ideato le carte di Aracnomanzia rifacendosi ad antiche tradizioni divinatorie africane, basate sui ragni, e per ogni sala, c’è una carta che spiega l’universo sensoriale, fatto di vibrazioni, in cui solo i ragni possono guidarci, per rimetterci in contatto con tutti gli esseri del pianeta.

Quindi dalle tele di ragno di Webs of At-ten(s)ion, immerse nell’oscurità che stimola il sentire empatico, il visitatore passa ai Flying Gardens e agli Aerographies, veri e propri concetti ambientalisti, trasformati in opere d’arte: sono installazioni che, sospese, indicano nuovi orizzonti da raggiungere, posti oltre, nell’aria.

Previsti numerosi eventi extra-mostra: mai come questa volta, un’esposizione di Palazzo Strozzi abita non soltanto le sale espositive, ma investe tutta la città con eventi e attività che avranno luogo dalla Biblioteca delle Oblate alla Manifattura Tabacchi, nuovo partner della Fondazione, che si candida a diventare quartiere generale di riferimento per supportare l’arte contemporanea in città. Spazio, anche, ad attività dedicate alle scuole, ai bambini e alle famiglie, per sensibilizzare tutti sul tema della salvaguardia ambientale.

Firenze è stata scelta da Tomàs Saraceno perché la città, da sempre, intrattiene un legame speciale col cielo, la dimensione aerea che ha sempre esercitato una certa fascinazione sull’uomo: dalla costruzione dello stesso Palazzo Strozzi, indicata dalle stelle nel segno del Leone, alla cupoletta della Sagrestia Vecchia con la volta affrescata che riproduce il cielo stellato di allora, fino ad arrivare alle osservazioni della volta celeste di Galileo Galilei e agli esperimenti di volo di Leonardo Da Vinci. “Cinquecento anni fa, l’uomo sognava di volare. Oggi, volare è diventato un incubo”, ha affermato Saraceno.

Riappropriarci dell’Aria, questo è il messaggio che lancia la nuova mostra di Palazzo Strozzi, come il ragno palombaro raffigurato nella locandina della mostra da Saraceno: vive in una bolla d’aria, sott’acqua, e protegge la sua dimensione, impalpabile eppure così necessaria.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.